sydney (1996)

Secondo me questo film ha un unico grande difetto, quello di virare ad un certo punto verso dei comportamenti da parte di alcuni dei protagonisti veramente senza senso (mi riferisco soprattutto al personaggio interpretato da Gwyneth Paltrow, tra l'altro davvero molto convincente la sua interpretazione).



SPOILER

Per il resto si vede chiaramente che è un film di quegli anni, dalla trama ai dialoghi, ai personaggi. Interessante anche il fatto che si scopra poco alla volta (e non tutto) il passato dei protagonisti, in particolare di Sydney, molto bravo Philip Baker Hall ma non so perché ci avrei visto perfettamente De Niro in quella parte.

Ad ogni modo un film meritevole.

Anonima prima pellicola di Anderson che sembra un una sorta di Tarantino wannabe, ma senza avere lo stesso smalto nei dialoghi e soprattutto nella sceneggiatura, di un'incredibile inconsistenza. Dopo un inizio promettente infatti si finisce per annoiarsi di seguire le vicende di questo Mr. Wolf dei poveri, e giunti ai titoli di coda la reazione dello spettatore è un "embè, tutto qui?"
Buoni regia e recitazione ma il regista farà decisamente di meglio con il successivo, mitico "Boogie Nights".

L'esordio alla regia di Paul Thomas Anderson è un dramma dalle tinte noir che affronta un tema che in qualche modo è riemerso nel suo ultimo (favoloso) "Il filo nascosto" e cioè la mancanza genitoriale e il dolore che la accompagna. C'è un legame tra Sydney e John che noi non conosciamo fino alla fine, ma è il destino che li lega. Su questa storia sotterranea ne emerge un'altra più canonica legata allo strambo amore tra John e Clementine e una svolta "gangster" nel finale in cui sale sugli scudi Samuel L. Jackson.
Per questa vicenda di senso di colpa e volontà di redenzione e protezione, Anderson sa già come mettere in scena con maestria e la sua regia è molto influenzata dalla New Hollywood: tempi lenti, long take e piani sequenza, movimenti di macchina depalmiani e improvvisi zoom che si trasformiano in primissimi piani (Scorsese). Motivo per cui, già nella maturità che emana da questo esordio, probabilmente esso è comunque il film più derivativo, scontato e meno personale del regista.

Bel thriller e ottimi attori!

Due cose sono racchiuse nell'esordio di Paul Thomas Anderson in riferimento allo stesso: da dove arriva e dove è diretto. HARD EIGHT sarebbe stato un atipico gangster movie di medio interesse fosse uscito vent'anni prima: a metà degli anni 90 quello che fa è sviluppare un singolare classicismo in cui emula un coraggioso "televisivo cinematografico" che nel periodo della New Hollywood sarebbe stato atto coraggioso ed artistico. E' proprio da questa scuola che il regista arriva, e quella che mostra sin da subito è una vena anarchica ma professionale la quale definisce la sua tendenza alla maestria, non tanto relativa ad una perfezione estetica ma ad una conservazione e una proliferazione di valori. Se dietro il racconto di un'America differenziata, caratteriale ma anche alla ricerca di una guida vi è una tendenza tematica e degli insegnamenti precisi, dietro al racconto di uomini complicati e legami complessi vi è la futura carriera di Anderson.

L'esordio di Paul Thomas Anderson è un piccolo film indie dal basso budget e con bravissimi attori, specialmente Philip Baker Hall, un grande caratterista del cinema americano, qui in un raro ruolo da protagonista. Affascinante come sempre l'ambientazione notturna dei casinò del Nevada. C'è anche un cameo di un giovane Philip Seymour Hoffman.

Prima parte decisamente migliore della seconda,che purtroppo non mantiene pienamente le attese fino ad arrivare ad un finale deboluccio.
Film comunque di qualità di un regista che farà sicuramente di meglio in seguito.

Pittore di razza, esponente di un Cinema narrativo che ha il suo esponente di punta in Scorsese, PT Anderson esordisce in modo folgorante, già pronto per gli sfoggi di tecnica che saranno punti di forza di film come "Boogie Nights" e "Magnolia".

Manierista, classicista prim'ancora che eccentrico e raffinato, il Cinema di Anderson è qui già presente, sotterraneo ma palpabile in certi vezzi, sfumature, dissolvenze, scatti di trascinante furia dialogico-visiva.
Aiutato da un quartetto di interpreti ottimi, con un elegantissimo Baker Hall da Oscar in testa, Anderson sonda il territorio del postmodernismo, tocca e studia i set. Il film sembra una tesina, una prova. Che dico, lo è.
Ed è folgorante.

Paltrow intensa, Jackson istrione.
Fotografia pastello, montaggio serrato e fluido, sceneggiatura ammirevole per semplicità, ma ancora ancorata alla dimostrazione e al determinismo rigido, tipico tallone d'Achille di chi esordisce.

Algido dramma nero dal sapore di perdizione, intriso di tristezza lirica.
Un esordio magnifico.

L'esordio di Paul Thomas Anderson in soli 90 minuti e vien da ridere ... semplice ed efficace nella trama nei personaggi e nello stile che s'intravede già dalla prima scena, prima inquadratura.

*pessima scelta di doppiare Reilly con Iansante sembra sentire Bale dietro l'angolo, a quel punto meglio sorbirselo in originale.

Un film raffinato, con ritmi lenti; un po' l'anti Pulp Fiction come stile però nel suo genere è ugualmente apprezzabile

Discreto esordio per Paul Thomas Anderson, che dirige un film che procede con grande classe e stile ma risulta abbastanza confuso nella direzione da intraprendere.
Quando si tratta di ingranare, ovvero nella seconda parte, si nota una fatica evidente nel cambiare registro e di conseguenza la svolta tanto attesa si rivela poco efficace e non paga come dovrebbe.
Rimane un film di difficile collocazione, molto elegante, nel quale spicca la figura del misterioso protagonista, Sydney.
Se si tralasciano la sua abilità per il gioco d'azzardo e la capacità di risolvere problemi in tutta calma, di quest'anziano signore si sà praticamente nulla per la maggior parte del film...

SPOILER
E' l'unico film che ho visto di questo regista e lo giudico un buon inizio, ma l'impressione è che i titoli successivi siano di livello superiore.

Crepuscolare ed elegante noir, dalla trama rarefatta, dominato dai suoi suggestivi personaggi.

Splendido esordio per un regista di classe come Anderson. Sydney è una pellicola raffinata,con una trama lenta e coinvolgente ma devo dire che ho preferito il film nella sua interezza piuttosto che una prima parte o una seconda (anche se ammetto che il primo quarto d'ora non mi è andato molto giu). Intimista,psicologico e con una grande interpretazione di Baker Hall,questa pellicola non merita di finire nel dimenticatoio per la bravura e la classe con cui è stata fatta. I rapporti tra i personaggi sono fatti molto bene. Forse solo Jackson è stato un pò troppo lasciato da parte all'inizio e di conseguenza il suo personaggio è il più debole. Mancano grandi sussulti ma è un bel film,di quelli che finisci di vedere soddisfatto.


SPOILER

L'esordio di Anderson alla regia è un film che offre buone indicazioni su quello che potrà essere il futuro di questo regista, ma che, a mio parere, non convince del tutto.
Certo c'è un grande cast (ai volti della locandina aggiungete anche un cammeo di Philip Seymour Hoffman) e la regia è già sufficientemente sicura, ma manca quel piglio, quel ritmo tipico dei migliori film di Anderson. Non ben definito, infine, il personaggio di Jackson.
Detto questo non è affatto un lavoro da buttare, ma non paragonabile né a "Boogie Nights", né tantomeno a "Magnolia".

L'esordio di Anderson lasciava già intuire le grandi doti che questo regista possiede!
Una regia di classe e raffinata abbinata ad una perfetta fotografia, stile inconfondibile che ritroveremo in tutte le sue pellicole a venire!
Una storia con finale rivelatore bella ed intensa!
Un cast come sempre azzeccatissimo, a partire dal perfetto Baker Hall a tutti gli attori di contorno (e che attori)!
Lunga vita a Paul Thomas Anderson!

Noir intimista per Paul Thomas Anderson, molto bello nella prima parte giocata su volti e dialoghi dei due impeccabili protagonisti, un pò meno riuscita la seconda con la parentesi violenta in cui la storia si avvia verso il finale rivelatore. Rimane comunque un film di un certo livello, ipnotico, rifelssivo e assolutamente dominato da Sydney, misteriosa personalità interpretata a dovere dall'ottimo P. Baker Hall: la storia avanza attraverso questa figura, con dialoghi che sembrano usciti direttamente da una sceneggiatura di Mamet. Ottimi e ben disegnati anche i personaggi di contorno, con un S.L. Jackson ancora lontano dalle ridicole macchiette interpretate di recente, e una G.Paltrow mai così intensa.

il protagonista mi ha ricordato un po il mitico Mr Wolf di Pulp Fiction....già questo vale il gioco. bravi anche gli attori (grande Paltrow, molto bella anche se non sono un suo fan storico). Però che dire, commento questo film a distanza di qualche settimana, e non mi ha lasciato niente.....film da dimenticatoio

“Te hai il suo amore, lui il tuo. Non dovete buttarlo via per questa stron.zata”

Paul Thomas Anderson esordì con questa pellicola che nell'estate di 12 anni fa giunse nel nostro paese con il titolo Sydney, sicuramente meno accattivante di Hard Eight, ma che ci vogliamo fare le brutte abitudini hanno radici profonde e difficilmente saranno estirpate.
Come già detto Hard Eight fu la pellicola di esordio di questo giovane e e talentoso regista (i film successivi lo dimostreranno ancor più) che alla prima si ritrova a gestire un cast di grande livello.
La classica coralità di Anderson ha come protagonisti in questa pellicola un grande Baker Hall, una splendida Paltrow (quando fa le parti da fuori di testa ******** mi piace tanto, come in I Tenenbaum) e i bravi Reilly e Jackson.
Non mi capacito di come possa essere stata dimenticata questa pellicola tanto interessante e coinvolgente.
Una storia fosca basata sul denaro, omicidi e brutte situazioni in cui si snodano i 4 personaggi accomunati da una profonda solitudine e da un passato fatto di molte ombre e praticamente nessuna luce.
Un film molto bello ma anche sviluppato in maniera eccellente. Un'opera che sa accostare ad una pregevole fattura una struttura solida e tecnicamente ineccepibile. Molto belli i piani sequenza, soprattutto il primo piuttosto lunghetto.
Sicuramente da recuperare per conoscere e seguire un regista che in futuro ci regalerà sicuramente altre perle.

“Non è carino ignorare chi è cortese”

L'esordio di Paul Thomas Anderson è un ottimo film ma senza quelle grandi trovate che prenderanno vita nelle sue successive opere. La regia è riconoscibilissima e molto buona, gli attori sono di primo livello, oltre agli onnipresenti Baker Hall e Reilly e lo spassosissimo Hoffman (che alla fine una particina la fa sempre), c'è anche l'eccellente ma discontinuo Samuel Jackson.
Il regista racconta questa storia nera non troppo originale ma di sicuro effetto con dei discreti personaggi e un buon intreccio.
La violenza che esplode all'improvviso tipica di Tarantino o dei Coen è solo in parte una caratteristica di Anderson che si concentra più sull'evoluzione psicologica dei suoi personaggi, mettendo in secondo piano quella violenza fine a se stessa o esagerata che invece vediamo appunto in Fargo dei fratelli Coen.
In conclusione un ottimo inizio per quello che è sicuramente il miglior giovane regista in circolazione.

Molto bello questo film d'esordio di Paul T. Anderson, uno dei registi più interessanti degli ultimi anni. Ottima sceneggiatura ed attori decisamente bravi come Baker Hall e C.Reilly (entrambi habituè dei film di Anderson) con una regia molto sobria e senza tanti fronzoli.