Trama del film The bleeder - la storia del vero rocky balboa
Nel 1975, il pugile trentacinquenne Chuck Wepner sfida Muhammad Ali per il titolo di campione del mondo dei pesi massimi. L'incontro, durato ben 15 round, si concluderà in maniera inaspettata 19 secondi prima della fine.
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La storia, credo molto romanzata, di Chuck Wepner, il pugile che ha ispirato Stallone nello scrivere il personaggio di Rocky Balboa. Credevo che il climax del film sarebbe stato il celebre incontro con Alì, e invece il tutto si risolve dopo forse neanche mezz'ora di film, con poche scene di combattimento (tra l'altro pure parecchio bruttine). Lì per lì la cosa mi ha lasciato abbastanza spiazzato, ma mi sono poi dovuto ricredere e in effetti è stato molto più interessante vedere la caduta di Wepner dopo l'evento che ha determinato l'apice della sua carriera, e non solo.
Di per sé il film è carino, niente di più, per i fan di Rocky è sicuramente molto interessante soprattutto da un punto di vista del racconto più che da quello cinematografico in sé.
Non sapevo ad esempio che era prevista una parte per Wepner in Rocky II
Sarei curioso però di capire quanto di vero c'è in questo biopic, tutti i rimandi a Rocky, soprattutto nella parte iniziale prima dell'incontro con Alì, con interi dialoghi praticamente uguali al primo film della serie di Stallone, francamente mi sembrano irreali.
E' sempre un grande piacere vedere la brava e bellissima Naomi Watts, ma in questo caso l'ho trovata completamente fuori parte per il ruolo che le è stato affidato.
tutto già visto e rivisto ma il film di Falardeau vive di una buona sincerità di fondo , fatta di interpretazioni ottime e di una storia ben congegnata e appassionante . non capisco perchè non sia annoverato tra i migliori film di boxe , lo meriterebbe . Gran bei costumi e bella la fotografia anni 70' condita da musiche ok
Amo adoro i film sulla Boxe ma certo Falardeau non ci risparmia nessun luogo comune del genere. Escalation trionfo e declino girato come uno scarto di Scorsese (con un ' epilogo che ricorda tanto Toro Scatenato) il film si regge tutto nell'ottica prova di Schreiber, altrimenti sarebbe solo uno scontato biopic sul genere. Calato perfettamente (fin troppo) nelle varie epoche grazie ad azzeccati referenti musicali, mentre scorrono le immagini del vecchio "Una faccia piena di pugni" con Anthony Quinn e Mickey Rooney, il film diventa una parabola troppo semplicistica sul riscatto morale (v. Epilogo), anche se come e' stato detto facile parteggiare per questo "Eroe per una notte" e il suo sopravvivere sugli allori. L parte piu' debole e' proprio quella dell'incontro con Stallone all'epoca dei fatti di "Rocky". Il film, se vogliamo, e' pieno di ingenuita', cmq. Credibili e ben girate le scene degli incontri.
La storia del vero Rocky che ispirò Stallone alla costruzione del personaggio omonimo. Chuck Wepner ebbe un'occasione favorevole e la seppe sfruttare a dovere. Incontrare Mohamed Alì, lui pugile di umili origini e fortemente ancorato ai bassifondi di New York e facendo una buona figura sul ring, resistendo quasi tutto l'incontro ai colpi pesanti del grande pugile nero. La struttura del film, a livello narrativo, non presenta nessuna particolarità, seguendo la classica parabola dell'ascesa, caduta e redenzione del personaggio. Tuttavia sfrutta bene le carte a sua disposizione, in primo luogo il naturale paragone fra la realtà sia pure romanzata (Wepner), capace di cogliere l'occasione ma incapace di gestire il dopo, preda del proprio narcisismo e della droga ed il mito (Rocky). Un processo voluto e strutturato al meglio. L'altro fattore di riuscita senza dubbio l'interpretaione di Schreiber capace di dare un'aurea romantica ad un personaggio che, malgrado le vicissitudini amare del dopo Alì, non puoi fare a meno di empatizzare con lui e le sue umane debolezze.