Madame Routier (Silvia Solar) è la vedova di un nobile suicida e ora si dedica allo spiritismo come medium. Accompagnata da un professore (il franchiano Olivier Mathot), dedito a non meglio precisati esperimenti, Madame tiene una seduta spiritica in casa del duca d’Haussemont, che lei ritiene responsabile, con altri, del suicidio del marito non avendolo aiutato in un momento di difficoltà. Per motivi imperscrutabili, dopo la seduta spiritica, il duca offre ospitalità a tempo indeterminato all’improbabile duo perché porti a termine gli esperimenti. Questi – si scopre – consistono nel riportare in vita i morti, creando una specie di mostro di Frankenstein con il quale vendicarsi. Forse, se il duca l’avesse saputo avrebbe evitato d’essere tanto ospitale, anche perché il bersaglio primo della vendetta è lui. Il meccanismo per resuscitare i morti, sperimentale quanto efficace, è grosso modo il seguente: il professore ci mette l’apporto scientifico, iniettando nel cadavere un composto esclusivo di microrganismi che rigenerano le cellule; Madame ci mette la componente paranormale, evocando uno spirito demoniaco che prende possesso del corpo (pronto, ma senza soffio vitale). Il professore, poi, controllerà telepaticamente il mostro, dirigendolo verso i bersagli. Solo che, purtroppo, il professore soffre di cuore e fatica a tenere a bada il mostro che cerca di ribellarsi.
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