La giovane fotografa Maya punta la sua macchina fotografica sui volti di ogni passante per vedere dentro la loro anima. Secondo Sata, luminare della neurochirurgia, è affetta da una strana sindrome di elaborazione del dolore, sviluppata dopo essere stata sequestrata in tenera età ed essere scappata infilzando l'occhio del sequestratore. Lo stesso Sata chiede a Maya se può fare un documentario su di lei, ribaltando così la sua posizione da fotografa a fotografata. Nel frattempo, un ladro di occhi vaga per la città rivelando come l'ex torturatore di Maya non l'abbia mai dimenticata nel tempo.
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