truth - il prezzo della verita' (2015)

Bisognerebbe averla vissuta questa vicenda Americana per giudicarpa appieno comunque è un buon film

bel film....bravissima blanchett

Film che racconta un'inchiesta giornalistica contemporanea.
Lo stampo è classico, ma comunque efficace.
Buona la prova del cast.
Nessun guizzo registico.

Film di stampo classico sul mondo della politica e sui suoi segreti. Si indaga sul passato dell'allora presidente Bush, figura spesso messa alla berlina per il suo passato e per il suo lavoro alla casa bianca.
La lunga visione, forse eccessiva, viene alleggerita dalle impeccabili e carismatiche prove dei protagonisti perfettamente calati nel ruolo chi della giornalista e chi dell'anchorman televisivo.
Un film non di certo rivelatore o indimenticabile ma di buon livello anche considerando che si tratta di un'opera prima.

Altro film come va ultimamente molto di moda (argo,gold,solo per citare gli ultimi ) tratto da una storia vera.. Molto americano come presentazione e svolgimento , con la plateale intenzione di cercare il politicamente corretto a ogni costo per smascherare la truffa..
Il problema è che se hai di fronte Bush e tutto il suo seguito puoi star tranquillo che finirai male ..Ben recitato da Redford e Grace , su tutti si eleva però la Blanchett ,che forse si meriterebbe l'ennesimo Oscar..
Bel finale .. sentito,orgoglioso,speranzoso e decadente..

film che ripropone il solito fatto realmente accaduto , di stampo giornalistico, raccontato in maniera nuda e cruda.
Purtroppo sarebbe stato interessante vedere qualcosa di più anche considerando gli attori che vi recitano.
purtroppo il film, malgrado la tematica interessante, è piatto. Non annoia ma non lascia nulla e alla fine si dimentica in fretta.
Forse a causa di una regia che fa un discreto lavoro ma non osa troppo.

Ennesimo film su un argomento interessante, sviluppato però in maniera estremamente convenzionale. Capacità (e volontà) di osare un po': zero.

Si mostra subito per quello che è: molto interessante. Ben recitato, è forse fin troppo lungo, ma per un fillm d'inchiesta ci può stare. Il suo più grosso difetto è che non dà nulla di più di quello che lo spettatore chiede da una pellicola di questo genere. Le emozioni sono poche, la storia ben scritta non crea empatia con lo spettatore, ma solo interesse, nonostante il ritmo si mantenga su buoni livelli per tutta la sua durata.

Dopo l'11 settembre Bush fu considerato il comandante in capo di un paese in guerra con il terrorismo. Nell'anno 2004 alla vigilia delle elezioni presidenziali un comandante in capo accusato di essersi imboscato nella guardia nazionale del Texas per evitare il servizio militare in Vietnam sarebbe stato molto di più di un semplice imbarazzo. Si sarebbe giocato la sua stessa rielezione o perlomeno i rischi sarebbero accresciuti sensibilmente. Un film diviso in due parti dove un certa verbosità della prima contiene già gli elementi della seconda. Il punto focale del film è come la notizia sia svilita gradualmente nella sua veridicità non tanto nella notizia in sè quanto nella metodologia per ottenenrla. Metodologia che mette in luce la crescente influenza del mondo di Internet con la stampa più tradizionale. Un lento processo di erosione che avrà come conseguenza la parte finale del film, un legal drama in piena regola dove gli accusatori diventano accusati loro stessi e che nemmeno le considerazioni dettate dal buon senso inpediranno di demolire la buona fede dei protagonisti. Un film tutto sommato abbastanza solido nelle convinzioni, con qualche eccesso di retorica e cadute di tono che si potevano risparmiare.

Potrebbe essere la serata ideale per vedere quanto sono incartapecoriti Redford, Stacy Keach e pure Dennis Quaid, al confronto la Bianchett sembra una ninfetta...a parte tutto, film interessante, questo esordio, ma sinceramente un po' convenzionale. Epilogo retorico (Redford che imita il Finch di "Quinto potere") e qualche travasamento di troppo, ma le prove della Bianchett e di Redford sono di prim'ordine, niente da fare. Uno di quei film d'inchiesta giornalistica di stampo classico, ma per niente ingessato, anzi qualche emozione la procura di certo, soprattutto riguardo il rapporto difficile tra la Bianchett e la madre e il cameo di Stacy Keach. Certo alla lunga ci scappa pure qualche sbadiglio, forse perche' gli interpreti si prendono troppo sul serio. Poi, e' facile generare l'indignazione per le falsita' dell' estabilishment Usa, per Il Volto dei potenti o Il diritto di cronaca contestato così vigliaccamente...niente di piu ' o di meno di quanto raccontato da Gore Vidal nei suoi saggi politici, se qualcuno ha mai letto "Il vizio oscuro dell'Occidente" sa di cosa parliamo.

In conclusione un buon film d'inchiesta, meno coraggioso e vibrante di quanto siamo disposti a credere (certe notizie sono trapelate ovunque) al di la' del pathos che ruota attorno all'artificioso personaggio della Bianchett (bello cmq. Il rapporto professional-paterno con Dan Rather)

Bello secondo me merita grandissimi la Blanchet e Redford