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Il tema è forte ed assolutamente attuale, carico di una drammaticità che è un pugno diritto in faccia. Per tutto il film ho avuto una morsa allo stomaco che mi ha accompagnata fino a casa. I continui primi piani di lei, del suo viso segnato e contratto, del suo corpo sempre teso, ma sinuoso non hanno in realtà avuto la resa sperata. Non si riesce ad empatizzare con una donna vittima della sua stessa mente, ribelle a metà e madre a metà; la Ramazzotti ce l'ha messa tutta ma nell'economia generale del film si finisce col prendersela con lei più che con lui, carnefice senza scrupoli, e con un intero sistema che alimenta un traffico disumano. Il tema ovviamente è ostico ma sicuramente si poteva fare molto molto meglio.
Era da molto che non vedevo un film così pessimo. L' unica spiegazione perché il film fosse in concorso era perché italiano. La storia è una coppia che fa figli per poi rivederli a coppie che legalmente non potrebbero. Lui francese , padre padrone con una parlata alla closeau, le succube fisicamente e psicologicamente che vorrebbe un figlio da tenere per sé. A parte certe scene ridicole come quella della spirale, la profonda ignoranza che regna in tutta la pellicola che in questi tempi è impossibile, la caricatura odiosa e qualunquista della coppia gay, la scena finale ridicola, il film è inguardabile e sono stata anche generosa col voto solo per la fotografia che ritrae tutto livido.
Il tema è davvero bello e mi ha destato subito interesse. Il problema reale è stato che ho avuto davvero difficoltà a seguirlo. Da un lato una tristezza cronica della protagonista e dall'altra un aguzzino terribile tra i quali è stato difficile trovare una mezza misura che mi permettesse di credere davvero a questa storia. Nessuna possibilità di immedesimarsi, una mestizia oltremodo irritante, una lentezza incredibile. Le musiche, in tutto ciò, non aiutano a elevare questo film che tende sempre a concentrarsi più nel dramma acuto che nel tema vero, trattato in modo assolutamente superficiale. Perché alla fine la sensazione è che di questo argomento resti soltanto la opaca sfumatura che emerge dal rapporto di coppia sofferto. Un'occasione un mancata.
Da una parte c'è il desiderio di avere dei figli da parte di coppie che o non possono avere oppure hanno difficoltà nell'adozione. Dall'altra abbiamo un'altra coppia con una madre surrogata che vuole concludere questo ruolo per formare una sua famiglia e non cedere più i suoi figli. Molto bello l'argomento, poco toccato e molto attuale, ma dal film si evince solo superficialmente la consistenza di tale fenomeno e le sue logiche interne. Quest'ultime vengono snocciolate fino al parossimo della coppia surrogata in cui ci sono due volontà che collidono per intenti opposti. Lui non vuole crearsi una famiglia e diventa insofferente nei confronti lei, ormai stanca di questo di turpe commercio. Il film è ai limiti della guardabilità: vuole toccare un fenomeno ma lo sfiora soltanto, i dialoghi sono scadenti e generano fastidio ed insofferenza. Gli attori in fondo hanno colpe minori. La macchina da presa li segue quasi incessamente, ma al tempo stesso li isola dagli altri. Dei film che ho visto nella sezione ufficiale del concorso a Venezia 74 (e non sono pochi) è sicuramente il peggiore. Insalvabile.