La guerra di Corea ha lasciato tracce indelebili nella mente di un soldato, che già sul fronte aveva dato segni di turbamento. La sua vita sembra apparentemente normale, ma il suo ex comandante, che si è recato a visitarlo, si accorge che il giovane è in qualche modo collegato a una serie di misteriosi omicidi sui quali la polizia sta indagando. Un senatore del Congresso sembra essere la successiva vittima.
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Classico della fantapolitica anni '60, imprenscindibile.
Harvey si aggira con sguardo allucinato, usato come assassino in macchinazioni politiche al di la di ogni immaginazione. "The manchurian Candidate" ha una impressionante forza visiva, è surreale, paranoico, quasi quanto i maggiori spionistici degli anni '70 del dopo watergate, e cioè + di 10 anni dopo.
Alla sua uscita fu snobbato, ma dopo pochi mesi un politico, anzi un presidente fu ucciso davvero sotto gli occhi del mondo. Davvero impressionanti per l'epoca le surreali, quasi wellsiane, sequenze dell'incubo, per non parlare del tremendo, amarissimo epilogo.
Johnathan Demme 2 anni fa ne fece un superbo remake aggiornato però ai nostri tempi sostituendo il trio di protagonisti, la stupefacente Angela Lansbury , Frank sinatra e Laurence Harvey, rispettivamente con Meryl Streep, Denzel Washington e Liev Scheiber. Il confronto regge per tutti e tre.
Frankenheimer era un grande regista e questo rimane uno dei suoi capolavori.