va' e vedi regia di Elem Klimov URSS 1985
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va' e vedi (1985)

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locandina del film VA' E VEDI

Titolo Originale: IDI I SMOTRI

RegiaElem Klimov

InterpretiAleksej Kravchenko, Olga Mironova, Liubomiras Lauciavicius

Durata: h 2.03
NazionalitàURSS 1985
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1985

•  Altri film di Elem Klimov

Trama del film Va' e vedi

Fra gli sperduti villaggi della Bielorussia ferocemente occupata dai nazisti, il giovane Florya si unisce casualmente ai ranghi partigiani. Davanti ai suoi occhi scorrono atrocità inimmaginabili, che ne segneranno per sempre la percezione…

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Voto Visitatori:   8,34 / 10 (22 voti)8,34Grafico
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Voti e commenti su Va' e vedi, 22 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

BlueBlaster  @  06/08/2023 10:15:25
   7 / 10
Sicuramente un film che ti resta dentro...non tanto per la violenza che effettivamente si vede quanto per quella che viene suggerita.
Però, per i miei gusti, non un capolavoro.
Troppo surreale con metafore e simbolismi, spesso un esercizio di stile per un regista dedito al Cinema d'essai...questo stile si contrappone al realismo della storia, all'impeccabile fotografia e ad una ricostruzione sociale probabilmente molto fedele alla realtà.
Recitazioni spesso teatrali e sopra le righe, però la figura di Florya è ben costruita ed interpretata...invecchiato dalla guerra in maniera egregia quanto penetrante.
Un lato del "fronte orientale" della WW2 che non mi è capitato spesso di vedere in un film, ma comunque nulla che non conoscessi già.
Seconda parte (e finale) sicuramente superiori a prima parte (ed inizio).
Merita la visione ma ha troppe caratteristiche a me non consone per andare oltre con la valutazione.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  11/06/2023 16:44:12
   8 / 10
Potente e allucinante pellicola che sbatte in faccia allo spettatore il dramma schifoso della guerra.

Thorondir  @  16/06/2022 10:50:01
   9 / 10
Pochi altri film nella storia del cinema, forse nessuno, sono stati in grado di dipengere l'orrore della guerra con questo grado di realismo, perversione, follia, abiezione e crudeltà. Klimov rifugge dalla retorica sempre in agguato dietro questi film per raccontare un abisso di morte, melma, fango, sangue, fuoco, delirio. E se non bastasse già questo a renderlo un capolavoro della storia del cinema ci si aggiunge una regia straordinaria e una fotografia che esalta le bellezze della natura, in un contrasto ancora più doloroso con la realtà dell'uomo e della guerra.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  24/02/2021 00:36:42
   10 / 10
"Avevo letto e riletto il libro I Am from The Fiery Village, che consisteva in racconti di prima mano di persone che miracolosamente sopravvissero agli orrori del genocidio fascista in Bielorussia. Molti di loro erano ancora vivi allora e i bielorussi sono riusciti a registrare alcuni dei loro ricordi su pellicola. Non dimenticherò mai il volto e gli occhi di un contadino, il suo racconto tranquillo, pacato, di come tutto il suo villaggio era stato ammassato in una chiesa e di come appena prima che stessero per essere bruciati, un ufficiale abbia fatto loro un'offerta: "Chi non ha bambini può uscire". E lui non ce la fece, se ne andò, lasciò dentro la moglie e i bambini piccoli. O di come un altro villaggio fu bruciato, gli adulti furono tutti ammassati in una stalla, ma i bambini furono lasciati indietro. E più tardi, i gerarchi ubriachi li circondarono con cani da pastore e lasciarono che i cani li facessero a pezzi.
Poi ho pensato: il mondo non sa di Khatyn! Sanno di Katyn, del massacro degli ufficiali polacchi. Ma non sanno della Bielorussia."

Il viaggio allucinato di un ragazzino fra pianure desolate e nebbiose cariche di morte, tragedia e disperazione. L'esaltazione della chiamata alle armi, l'eroismo, l'afflato patriottico completamente annichilite dalla visione dell'Inferno in Terra. L'attraversamento di uno Stige putrido di fango e melma, in un delirio fatto di negazione della tragedia, l'approdo definitivo alla follia. Non c'e spazio per l'amore per una ragazza, brutalmente stuprata, ridotta all'ombra di sé stessa, non c'e spazio per l'idealismo della lotta partigiana. Tutto viene distrutto, da un momento all'altro, senza preavviso, senza lasciare traccia ne' memoria. La faccia si spegne, gli occhi si svuotano, i capelli si ingrigiscono, sembra che settant'anni siano passati in una sola giornata sulla faccia in primissimo piano di un Kravchenko devastato. Uno slow loris si aggrappa alla spalla di un gerarca nazista. Vuole solo grattini sul ventre. L'occhio convulso di una mucca, di Eizensteinjana memoria, da' gli ultimi spasmi prima di spirare sotto i traccianti dell'artiglieria nemica. Il passo sospeso di una cicogna si muove circospetto, non porta alcun futuro ne' alcuna speranza, e' stato Flyora - o forse la Guerra stessa - a calpestarne e ucciderne i cuccioli.

Non rimane che accanirsi sulle immagini, sui simulacri dei colpevoli, del Colpevole Supremo. Riversare il proprio odio, il proprio disprezzo, su uno spaventapasseri fatto di fango, su un'immagine crivellata da decine di colpi di fucile. L'illusione e' di sconfiggerlo, l'allucinazione di riavvolgere il nastro per impedire dal principio che commetta le sue carneficine. Il diavolo e' molto, molto più brutto di come lo si dipinge. Riduce l'uomo in bestia. Ma l'ultimo scampolo di umanitá, quello no, non e' riuscito a portarlo via alle sue prede. Neanche se per un attimo, nella realta' o nell'immaginazione, esse sono diventate predatori.

Va' e' vedi e' sicuramente il film piu' brutale e sconvolgente che abbia visto sugli orrori perpetrati dalle truppe naziste durante la Seconda Guerra Mondiale. Un film-documento, un film-testimonianza di una forza e di un'importanza incredibile sulle poco conosciute atrocita' commesse dalla brigata Dirlewanger durante l'occupazione bielorussa.
L'impatto visivo, l'uso del sonoro, l'iperrealismo della lunga sequenza di attacco al villaggio, commistionate al sognante surrealismo della quiete prima della tempesta (di bombe), sono il marchio del capolavoro. Un pazzesco canto del cigno di Klimov, combattuto per otto lunghi anni fra la censura sovietica e la morte improvvisa della moglie Larisa Shepitko, che lo spinsero a voler prima completare il suo film L'Addio.
Dopo quello, piu' niente: "Credo di aver ormai gia' fatto tutto cio' che mi e' stato possibile fare".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  07/05/2020 20:06:36
   9 / 10
Probabilmente il miglior film di guerra che abbia mai visto, sicuramente il più crudo,violento ,sporco e realista .
Tante altre pellicole sono state più premiate e lodate di questa ma nelle altre io vedo sempre l'impronta cinematografica ,la costruzione delle scene, la bravura degli attori .. qui è tutto molto meno artificioso , la fotografia scura e scarna di un paesaggio devastato , le interpretazioni di non professionisti a rendere i volti più veri , a me la guerra,non avendola vissuta , piace immaginarla così come un inferno in terra e questo film ne rende appieno l'idea .
Ci sono scene veramente pesanti e intense che non lasciano indifferenti e il finale ..

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Glitch  @  12/04/2020 10:46:48
   7½ / 10
Rivisto a distanza di molti anni, l'avevo tenuto da parte perché qualcosa mi aveva lasciato e volevo probabilmente tornarci sopra. Se mi chiedessero quale film consigliare per raccontare l'orrore della guerra questo potrebbe essere uno dei candidati. In 140 minuti le armi da fuoco si vedono sparare raramente pur essendo un film di guerra, ci si concentra maggiormente sulle sensazioni, i volti e le immagini mute. Proprio su questo vorrei concentrarmi, a mio parere ci sono troppi dialoghi inutili, sarebbe stato visivamente ancora più potente se spogliato di quei discorsi praticamente privi di senso mostrando il lento scorrere del protagonista verso l'inferno accompagnando lo spettatore con lui in quel doloroso cammino.

VincVega  @  09/03/2020 18:56:17
   8½ / 10
Un film intenso e sentito da parte del regista Elem Klimov, che riesce a dare la propria impronta e stile personale, fatto di simbolismi e momenti criptici. La crudeltà della guerra vista da un occhio differente. Scene di grande impatto emotivo e regia favolosa. Da vedere.

benzo24  @  09/07/2019 18:55:16
   5 / 10
Da molti considerato uno, se non il più, bel film di guerra mai fatto, main messo a confronto con i capolalori di Kubrick, Coppola, Fuller, Stone, Malick, Monicelli, Pontecorvo, Renoir etc questo film impallidisce, sia nella messa in scena che nei contenuti così netti tra buoni e cattivi. Film del 1985, invecchiato male, forse peggio

dagon  @  06/10/2018 23:31:01
   8 / 10
Film che rappresenta bene e con forza gli orrori della guerra, con uno stile particolare e autoriale. Alcuni passaggi sono estremamente intensi emotivamente, mentre il regista riesce talvolta a creare un'atmosfera quasi "trasognata", grazie all'uso del sonoro e della fotografia, quasi necessaria per rifiatare dalla feroce brutalità impietosa di quanto narrato.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  21/07/2018 14:20:09
   8½ / 10
Uno dei più intensi film sulla guerra e la follia del nazismo che abbia visto. Assistiamo alla trasformazione del protagonista, da ingenuo bambino ad adulto, attraverso una rapida discesa ad un inferno mostrato con immagini di rara bellezza e sottolineata da un tappeto sonoro a volte quasi insostenibile, anche quando si tratta dei suoni notturni della foresta (che risuona aliena quanto certi piani sequenza di chaos e rovina). Sorprende in tanti momenti per l'improvvisa violenza a cui si viene sottoposti, insieme al protagonista. Forse un po'lento nel suo inizio un po'onirico, forse troppo forte il simbolismo della lunga sequenza finale, ma sicuramente un film bello e terribile.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  06/12/2017 21:41:38
   9 / 10
Va' e vedi è l'orrore toccato con mano. Il protagonista, poco più che un ragazzo, progressivamente perde tutto quello che ha, famiglia ed affetti e sarà catapultato in mezzo allo scenario della guerra. Vedrà tutti gli aspetti disumani del conflitto dove l'umanità non esiste più. Uno scenario simile ad un inferno dantesco e apocalittico di resistenza con i partigiani, la fame della popolazione civile, i massacri dei rastrellamenti tedeschi sempre contro la popolazione civile. Oltre alla famiglia ed agli affetti perderà la propria innocenza di ragazzo che di fronte all'orrore nel vero senso della parola, lascerà tracce profonde fin quasi a sfigurarne il volte in un immagine finale che rimane indelebile. Ekimov non fa sconti, la guerra non è eroismo ma bruttura umana, il lato peggiore dell'essere umano. Sicuramente da recuperare perchè è uno di quei film a cui difficilmente si rimane indifferenti.

venetoplus  @  31/07/2015 15:51:48
   9 / 10
Il miglior film di "guerra" di tutti i tempi.. Se l'avessero proiettato a scuola al posto dell'inutile ora di stenografia e/o dattilografia noi ragionieri ante '90 ne saremmo usciti tutti migliori! Battutacce a parte emoziona per la fotografia perfetta, l'orrore misto a terrore dipinto sul volto del protagonista, per lo stile asciutto della regia, per la realta' che a volte supera di gran lunga la (peggior) fantasia.. potrei continuare ma mi sto commovendo...

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  14/01/2015 01:46:39
   8 / 10
Grande film. Merita la sua fama. Lo consiglierò sicuramente.

skuby  @  22/04/2013 15:54:09
   10 / 10
Esistono nella cinematografia mondiale opere imprescindibili.
Come and see (vieni e vidi) è una di queste. L'opera della mosfilm (casa di produzione sovietica di film a sfondo grande guerra partriottica) del regista Klimov ci porta direttamente nell'incubo degli abissi della guerra, girato nell' 85 il film prende il titolo da un verso dell' apocalisse di San Giovanni
" Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: «Vieni». E vidi: ecco, un cavallo verde. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano. Fu dato loro potere sopra un quarto della terra, per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra." e con questo si spiegano molte delle cose che verranno viste nel film in una sorta di inferno dantesco.

Onirico e surreale il percorso di Flyora che dapprima cerca di arruolarsi nei partigiani della sua zona, poi verrà travolto dagli eventi in una spirale discendente di orrori fino ad un finale che è un pugno nello stomaco.
Anche i suoni, volutamente cacofonici, fin quasi alla fine della pellicola ci trascinano nel caos di un mondo senza regole, mostruoso, bestiale. Ma a differenza del film di Tarkovskij "l'infanzia di Ivan" dove comunque nella tragedia si intravedeva un tocco poetico, qui è tutto brutale senza ancore di salvezza. Impressionante da questo punto di vista la mutazione fisica di Flyora che invecchia di decenni in pochi mesi.

Leggendo alcuni aneddoti sulla realizzazione del film si scopre che in alcune scene sono state usate pallottole vere (alcune passate a soli dieci centimetri sopra gli attori), uniformi originali, resoconti reali. La ricerca spasmodica del realismo assoluto apporta al film una potenza drammatica senza pari (non è la guerra patinata di Hollywood).
In un ultima intervista rilasciata dal regista qualche anno prima di morire in cui gli veniva chiesto come mai non faceva più film rispose "ho perso interesse nei film, qualsiasi cosa che era possibile esprimere l'ho espressa".
Gli ultimi quindici minuti sono da storia del cinema!


-"Tutto comincia dai bambini, voi non dovete più esistere!"

p.s. per chi pensa (e anch'io in effetti lo pensavo) che l'idea del fischio dopo un'esplosione fosse di Spielberg in Salvate il Soldato Ryan sbaglia, questo era avanti dieci anni.

WongKarWai  @  01/10/2011 15:04:26
   9 / 10
Una sola parola per descivere il contenuto del film: l'orrore. Klimov ci racconta le brutalità della guerra attraverso gli occhi di un giovane ragazzo bielorusso. Non mi sembra di esagerare nel definire questo film un capolavoro. La regia è eccelsa. Il dolore viene espresso non solo tramite le crudissime scene delle razzie tedesche, ma soprattutto attraverso i volti. La paura, il dolore, la mancanza di speranze sono scolpiti nei visi che si stagliano rispetto allo sfondo, inquadrati spesso frontalmente con obiettivo grandangolare. Come a dire che la guerra annienta l'essere umano, incide la sua esistenza e non lo abbandona più e il viso, l'espressione ne è la più diretta testimonianza. La regia si compone di numerosi piano sequenza, di una camera molto mobile, di colori freddi e spenti. Da notare la presenza del fango in molte scene, chiaro simbolo della sporcizia della guerra che imbratta l'animo umano, trasformandolo in una belva. Devo ammettere che, nonostante la triste assuefazione alla violenza che anni di tv e cinema violento hanno portato in ognuno di noi, le scene di questo film mi hanno profondamente scosso per la loro durezza. Un film che ha tutto e che vale la pena riscoprire.

uito  @  01/10/2011 07:23:56
   9 / 10
GLI ORRORI DEL NAZISMO ATTRAVERSO GLI OCCHI SENZA SPERANZA DI UN GIOVANE PARTIGIANO.
UN FILM DOVE LE IMMAGINI PARLANO DA SOLE...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  23/09/2011 13:07:17
   7½ / 10
Se "fango è il mondo", più fango è in guerra. Se può, com'è, essere lecito chiedersi: perché? nel mezzo della propria esistenza, nel mezzo di un massacro lo è di più.
Klimov se lo chiede, sino a gridare: basta; attraverso il volto di un ragazzo in una terra dove "anche la mèrda scarseggia".
Forse tradisce l'autore il troppo trasporto emotivo, e forse l'alone visionario che accompagna l'iperrealismo delle immagini dissipa, invece che acuire, il senso d'angoscia; ma il film ha sequenze che non si dimenticano e un rewind finale in cui, puntando contro l'immagine di Hitler in una pozzanghera (Hitler che qualche scena prima era un fantoccio sul quale si sputava), l'angoscia si fa storica, cosmica in quella esitazione davanti al fuhrer prima adolescente e poi bambino; ed anche la musica passa dalla Cavalcata al Requiem.

bucho  @  29/08/2011 01:16:15
   2 / 10
quando la critica acclama significa che il film è una ****** pazzesca!

e infatti ci troviamo di fronte a una ****** pazzesca, la critica ha l'abitudine di acclamare film quando:
- sono visionari e onirici
- hanno dialoghi e scene senza senso
- contengono scene mute incredibilmente lunghe
- gli attori non sanno stare di fronte a una cinepresa
- la sceneggiatura è inconcludente
- si vuol fare denuncia ma non intrattenimento

questo specie di film rispeccha i requisiti, poi è straniero, quindi la critca lo reputa un capolavoro come stalker ecc
ma viva plattoon, full metal jacket, salvate il soldato ryan, band of brothers, il pianista, vittime di guerra, la caduta, nato il 4 luglio, il nemico alle porte e tutte le americanate possibili! almeno mi fanno emozionare!

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Ultima risposta 16/06/2022 10.54.37
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Julien  @  17/08/2011 21:50:37
   10 / 10
Potente e dolente. Un film che traumatizza, senza mostrare violenza fine a se stessa. La regia di Klimov espressionista, ricca di eccessi, mantiene un equilibrio formale rarissimo, riuscendo a non distaccarsi dal realismo e dal messaggio che vuole comunicare. Finale immenso. Un capolavoro assoluto.

Clint Eastwood  @  24/11/2010 13:00:11
   9½ / 10
Il cinema sovietico contro ogni logica, un cinema da (ri)scoprire che se non ha prodotto tanto quanto Hollywood riserva perle inedite di rara bellezza in ogni genere. Durante tutta la sua esistenza non ha mai risparmiato denaro per idee meritevoli, vale anche per i cartoni animati (Soyuzmultfilm, il Disney "rosso"). E' il caso forse di nominare il film più costoso della storia, guardacaso comunista, la trasposizione del romanzo di Tolstoj "Guerra e Pace" alla regia di Bondarchuk (il Wyler sovietico solitamente incentrato sulle grandi produzioni), un budget che oggi si aggira intorno ai 500-700 milioni, segno che erano parecchio folli ma tutto in nome del buon cinema d'autore, chiaramente a scapito di quella poca libertà controllata dalle alte sfere dello stato.
Il film di Klimov nonché suo ultimo lavoro rappresenta un perfetto manifesto della guerra, le tragedie/l'orrore e le sue conseguenze, l'inevitabile violenza e vendetta che nasce in un'esplosione a catena, tutto davanti agli occhi di un adolescente che non ha ancora percepito il mondo, di come funziona, la trasformazione che subirà. Si sente un tocco tarkovksijano nella prima parte del film che in fondo non è altro che una caratteristica tipica del cinema slavo e non è stato certamente lui a esserne il padre (il suo merito è altro, quello di filosofeggiare troppo), fatta di lunghi piani sequenza e assoluta dedizione ai paesaggi (fotografia), ancora la natura onnipresente a contatto con l'uomo. Nella seconda parte è tutto un susseguirsi di immagini che parlano più di ogni altra parola o dialogo in una totale assenza di colonna sonora. Il finale semplice ma estremamente significativo chiude il cerchio riassumendo le atrocità e il male che a portato Hitler.

Il ricordo del film come un trauma, incancellabile. Una discesa negli inferi diretta con grande maestria. 9/10

Doinel  @  22/07/2010 05:08:52
   10 / 10
Il film sulla guerra che meglio ha saputo rappresentarne l'orrore in tutta la storia del cinema. Un capolavoro di sofferenza e umanità, merita assolutamente di essere tra i dieci film più importanti del patrimonio cinematografico.

DarkRareMirko  @  05/12/2009 00:01:05
   10 / 10
Il miglior film di guerra di tutti i tempi, anche meglio di ciò che han fatto Scorsese, Coppola, Malick, ecc.?

Eccolo qui.

Innanzitutto, oltre le eccezionali qualità di regia (con primi piani che trasmettono l'impressione che i personaggi stiano quasi guardando dritto in camera, ma non è così) e montaggio, và assolutamente lodata anche la strepitosa e perfetta fotografia, mai visto nulla di simile, praticamente il film col bosco più realistico e meglio messo in mostra che abbia mai visto.

Incredibile anche la metamorfosi che compie il ragazzo protagonista nel corso del film, passando da aitante giovincello a maschera di sofferenza e disperazione, quasi invecchiata, che tenta a più non posso di distruggere simbolicamente Hitler tentando di cancellare a ritroso tutto il male che egli ha generato (il film poi inizialmente avrebbe puro dovuto chiamarsi Kill Hitler).

Quindi il top cinematografico in quanto ad efficacia e profondità riguardo ad un ritratto compiuto sugli orrori nazisti (qui trattati in aprticolare riguardo all'occupazione di villaggi e conseguente deportazione di innocenti), vissuto principalmente da un giovane.

Il regista Klimov non a caso, dopo tutti i grandi sforzi produttivi e mentali compiuti per questo capolavoro (citato almeno visivamente da un recente lungometraggio con Daniel Craig), raggiunto un grande obiettivo, non farà più film.

Impareggiabile.

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/07/2010 05.10.30
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