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Eveleigh e David si trasferiscono dalla città in campagna, il loro obiettivo è quello di rilanciare un'azienda vinicola da tempo lasciata al proprio destino. Come nella più classica delle ghost stories Eveleigh comincerà a soffrire di allucinazioni sempre più spaventose e aggressive. Lo scetticismo del marito e i consigli del medico curante e degli amici aggraveranno ancor di più il problema. Non bisogna essere dei geni per comprendere che lo stato interessante della donna e il suo passato tragico sono direttamente collegati a ciò che le sta succedendo. "Visions" si trascina stancamente sino a un finale in cui tutto torna, ed anche se ciò avviene in maniera abbastanza prevedibile la pellicola pur parzialmente è da salvarsi. Il problema semmai sta nell' arrivare in fondo, vista la quasi totale mancanza di tensione o spaventi nonostante i numerosi jumpscares. La storia non decolla mai, troppo scialba con attori mai incisivi a partire dalla protagonista. Si punta forte sulla costruzione e relativa risoluzione dell'enigma ma anche in questo caso non è che si resti sbalorditi, anzi. Non giova a Kevin Greutert essersi affrancato dalla saga di "Saw", il regista continua a navigare nella mediocrità e dopo "Jessabelle" –film con cui "Visions" ha delle attinenze- un'altra pellicola della quale non si sentiva la necessità.