you're not me (2023)

Non è l'horror in senso letterale ad essere il protagonista di questo film, bensì una sensazione di disagio sempre più crescente. Disagio di una figlia che torna dopo anni dai suoi genitori con cui si era lasciata male. Genitori che si potrebbero definire…...conservatori. Una figlia gay che si presenta a casa con tanto di moglie e pupetto adottato, riceve da suo padre e sua madre il calore di una cella frigorifera. Non solo, è stata pressoché sostituita da una rifugiata che viene trattata come una figlia. Una situazione sempre più straniante che parte dal conflitto familiare, nemmeno tanto nascosto, per confluire nella festa di vigilia di Natale con ospiti che non aveva mai visto e che rende sempre più inquietante il contesto. Jordan Peele con Get out ha fatto scuola e questo film ne riprende l'incedere. Funziona piuttosto bene, ma quando il gioco si scopre, perde parte della sua forza. Non male perché tutto sommato gli attori si districano bene e l'atmosfera è ben costruita.

Non ci vuole molto a capire dove questo thriller voglia andare a parare, e ad un occhio avvezzo a questo genere di film diverse cose risulteranno prevedibili, allora non resta altro da fare che vedere come scorre. Devo dire che, pur non lasciando un marchio indelebile nell'universo del cinema, è una pellicola che non annoia affatto, inquietante quanto basta, con un interessante capovolgimento di fronte nel finale; ben strutturata nella regia e nei dialoghi e credibile nella recitazione.
Meritevole di una visione.