Il rapporto tra i due protagonisti, una coppia di cognati, non nasce come una complicità carnale, bensì come un sodalizio labile, costruito a forza, che cerca di superare il dualismo tra il peso primordiale e irrimediabile della colpa, incarnato da lei, Yuri, ed il concetto razionale e flessibile della responsabilità, che lui, Shihei, pensa di manipolare a proprio uso e consumo, con i meccanismi tipici del confronto dialettico. Lui, reduce dalle rivolte studentesche, è portatore di una progettualità lucida e coerente, che guarda avanti verso il cambiamento, mentre lei rimane prigioniera del senso insopprimibile del ricordo, ed i suoi sogni non sono altro che i prodotti postumi del rimpianto.
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