black mirror - stagione 1 regia di Otto Bathurst, Euros Lyn, Brian Welsh USA 2011
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Serie TVblack mirror - stagione 1 (2011)

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locandina del film BLACK MIRROR - STAGIONE 1

Titolo Originale: BLACK MIRROR - SEASON 1

RegiaOtto Bathurst, Euros Lyn, Brian Welsh

InterpretiBryony Neylan-Francis, Shawn Aldin-Burnett, Daniel Kaluuya, Toby Kebbell, Rory Kinnear, Hayley Atwell, Lenora Crichlow

Durata: h 0.60
NazionalitàUSA 2011
Generefantascienza
Stagioni: 6
Prima TV nell'Ottobre 2012

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Trama del film Black mirror - stagione 1

La serie ha un cast e una trama diversa per ogni episodio, pur mantenendo un tema comune: l'incedere ed il progredire della tecnologia, l'assuefazione da essa causata ed i suoi effetti.

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Voto Visitatori:   8,11 / 10 (31 voti)8,11Grafico
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Voti e commenti su Black mirror - stagione 1, 31 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI julian  @  12/10/2014 17:42:42
   9 / 10
ATTENZIONE PRESENTI SPOILER

Black Mirror propone sei visioni alternative di un unico tema: la tecnologia e le sue derive, il nero riflesso di una vita sempre più hi-tech.
Ci si accorge ben presto, guardando man mano gli episodi, che non si tratta propriamente di una serie di fantascienza e che non vedremo robot volanti quanto piuttosto realtà - quale più, quale meno - pericolosamente familiari alla nostra, un segnale che lo scenario di deriva esiste già.
Altro aspetto positivo è la neutralità della visione e il distacco assoluto da qualsiasi posizione, che facilitano la messa in evidenza di ogni aspetto del problema.
Prima di parlare di Black Mirror pensiamo a cosa siamo oggi e chiediamoci se non saremmo fantascienza agli occhi di un uomo di un secolo fa: informazioni che viaggiano da tutto il mondo e ci arrivano sulla mano, reclame che pubblicizzano ogni tipo di bene, numerose altre vite virtuali. L'età del consumo è già una distopia, non serve andare troppo in là con l'immaginazione per capire cosa possiamo diventare.

Messaggio al primo ministro: voto 8
Black Mirror si apre nell'abbottonata Londra re(g)ale e già scoprire un'ambientazione così compatibile con l'oggi ci dà delle inquietudini.
Quarantaquattro minuti serrati in cui il Primo Ministro inglese viene messo sotto scacco da un ignoto e costretto all'umiliazione pubblica, facendo emergere le pericolose conseguenze della "democrazia" del web, come consentire a qualsiasi illustre sconosciuto di ribaltare le gerarchie del mondo reale. E' intuitivo capire quanto più siano a rischio i personaggi importanti e potenti in un quadro così sovraesposto all'informazione sciacalla e in cui tutti sono "socialmente" connessi.
Un po' meno avanguardistica, ma sempre benvenuta, l'immagine di un'umanità che non riesce a smettere di guardare, anche – e soprattutto – quando va in scena lo scandalo o l'agghiacciante, che non si trattiene dal giudicare cose per le quali non vorrebbe essere giudicata e che si accontenta di deificare e mandare alla gogna, con le sue turbe morali isteriche, il governatore di turno.
Il colpo di grazia finale è riconoscere il responsabile in Carlton Bloom, distrattamente presentato nel film come artista del Tate, e riconsiderare quello che era parso l'atto di un esaltato come opera d'arte in fieri, perché per una società dai problemi sempre più complessi serve un'arte altrettanto complessa, che in quattro dimensioni, sfruttando i fenomeni di massa ormai facilmente manipolabili, restituisce allo spettatore, o meglio al partecipante, l'immagine e l'interpretazione della società.
Come in quasi tutti gli episodi di Black Mirror, per me c'una voluta doppia opzione di lettura:
una, più alla lettera, ci permette di vedere questo pilot come un brillante esempio di nera satira inglese con poche e studiate esasperazioni; l'altra, metaforica, suggerisce che il tanfo è già nell'aria e che dovremmo osservarci intorno con più attenzione. L'era del web non concede privacy né segretezze, sbatte la tua vita privata in pubblico e con il tuo consenso, ed è adesso.

15 milioni di celebrità: voto 9,5
In realtà il titolo originale fa riferimento ai 15 milioni di meriti, ossia i punti necessari per comprare la speranza di una vita meno degradante. L'incubo del secondo episodio è costituito dal fatto di essere visivamente così lontano ma profondamente così vicino.
Gli uomini vivono rinchiusi in scatole fatte di schermi, pedalano tutti i giorni per raccogliere punti con i quali comprare sciocchezze ed hanno, come unica possibilità di scalata sociale, la costosissima lotteria di un talent show, che però non è una reale uscita dal tunnel, bensì una via più comoda che continua a reinserirli nel sistema, fondato sull'intrattenimento e sulla finzione.
Se non siamo ancora arrivati al punto da farci sostituire con avatar da vestire e truccare, è vero anche che abbiamo riempito la nostra vita di gadgets e futilità, alle quali qualcuno dall'alto ci ha saputo far assuefare rendendole, di fatto, indispensabili. La deriva dell'essere umano non può essere avvertita perchè nel frattempo le armi di distrazione di massa ci dicono che tutto va bene e ci fanno stare sereni.
E così, quand'anche un individuo provi a ribellarsi alla cosa, viene subito inglobato da un sistema che è più solido e intelligente di lui, finendo, come Bing, a lavorare per esso in cambio di una condizione più dignitosa.
E' il più distopico e cupo della serie, ma anche il più intenso da un punto di vista emozionale perchè il gesto umano appare una piacevole sopravvivenza in un mondo in cui i led sostituiscono la luce naturale e in cui il bene collettivo è rimandato ad oltranza in luogo di un bene personale e temporaneo.

Ricordi pericolosi: voto 9
Alla base dell'ultimo capitolo della prima stagione c'è un'innovazione per fortuna ancora lontana sia tecnologicamente sia eticamente: un chip sottocutaneo che registra la nostra intera vita.
Pro e contro di questa novità sono presto svelati: si può vedere e rivedere quel momento focale da cui dipende la nostra carriera lavorativa per interpretare meglio l'accaduto e si può analizzare al dettaglio la propria relazione sentimentale fino a livelli ossessivi e paranoici per vedere se qualcosa non va; nel frattempo, mentre i ricordi scorrono proiettati sulla retina, il mondo là fuori si muove e va avanti.
Non penso che gli odierni mezzi multimediali per intrappolare i ricordi siano un campanello d'allarme, penso che a livello metaforico questo sia un racconto d'amore comunque valido: quando l'autenticità del rapporto si spegne, non rimane che "accontentarsi" del suo ricordo. Struggente la scena di Liam mentre rivede la Ffion del passato muoversi per casa.
Fondamentali le interpretazioni attoriali per capire l'intimità dei personaggi.

Prima stagione di livello altissimo, difficile trovare un aspetto mal curato o banalizzato, una visione irrinunciabile, pur nella sua tragicità.

4 risposte al commento
Ultima risposta 13/10/2014 17.17.10
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  10/04/2014 21:04:09
   9 / 10
Dove stiamo andando?
A quali derive ci sta portando la tecnologia?
Siamo ancora gli uomini che eravamo?
Perchè ogni volta che ci immaginiamo il futuro, nemmeno troppo lontano poi, lo vediamo sempre come terribile, spersonalizzante, freddo, quanto più lontano dall'umanità possa essere?
Black Mirror analizza tutto questo.
Analizza ciò che siamo, quello che stiamo per diventare e quello che saremo.
E accanto a visioni un tantino esagerate ce ne sono alcune che non solo ci appaiono possibili ma persino molto probabili.
Invito tutti a sentire Marzo 3039 di Daniele Silvestri.
Rimpiangere l'aria che respiravamo, il sale del mare che ci bruciava le labbra, e le piccole e stupide cose della vita.
Stiamo andando verso questo?
Black Mirror è una miniserie inglese di livello impressionante.
E' stato amore a prima vista anche se non nascondo un sensibile calo nella seconda stagione.
Quello che sorprende è la genialità del tutto, l'originalità dei soggetti, il livello degli episodi che pur diversi uno dall'altro mantengono uno standard comune altissimo e un "filo" che di solito hanno, e non sempre, solo le serie classiche, non queste raccolte di cose diverse.
Il livello cinematografico è altissimo, gli script perlopiù formidabili, ma soprattutto il livello attoriale, in una serie che racconta un disgregamento dell'uomo a favore della macchina e del progresso, è di livello portentoso.
Non sempre si parla di visioni distopiche lontane da noi, anzi, almeno un episodio, se non due, sono plausibili già nella nostra società odierna.
Se dovessimo dare una cronologia a Black Mirror avremmo (a mio parere):

- Messaggio al Primo Ministro: assolutamente compatibile con l'oggi
- Vota Waldo!: tecnologia leggermente avanzata (e anche leggermente esagerato l'imbarbarimento delle nostre coscienze, forse ancora non siamo a quel punto) ma siamo sempre nei nostri tempi
- Orso Bianco: tecnicamente e tecnologicamente possibile sin da subito ma molto lontano eticamente, irrealizzabile nei nostri tempi
- 15 milioni di celebrità: sembra quello più lontano dal nostro mondo, il più futuristico. In realtà benchè impossibile quello che racconta è tecnicamente realizzabile già da adesso
- Ricordi Pericolosi: il chip usato è al momento utopico.
- Torna da me: almeno la seconda parte, con lo "scioglimento" del corpo criogenizzato che torna in vita è assolutamente impensabile. Ed anche la prima parte, quella solo di chat, molto lontana.

Sempre, sempre, in tutti gli episodi la tecnologia è vista come peggioramento delle nostre condizioni. E anche negli episodi dove apparentemente può offrire dei vantaggi (Ricordi Pericolosi, Torna da me) poi tali vantaggi si rivelano come vere e proprie torture.
Perchè l'uomo checchesenedica ama ancora sè stesso. Non c'è niente di più bello di noi, niente di più autentico. La tecnologia ci fa divertire, ci aiuta, ci può anche salvare ma alla fine chi vive solo di quella e del progresso che dona è destinato ad una vita infelice.
Perchè solo noi possiamo dare la vera felicità a noi.

ma partiamo, stagione per stagione, episodio per episodio

SPOILER SU TUTTI I COMMENTI, LEGGA SOLO CHI HA VISTO I VARI EPISODI

a proposito, per iniziare potete farlo sul tubo

http://www.youtube.com/watch?v=hPPrQK-GA9k

STAGIONE 1

Messaggio al primo Ministro.

Formidabile Pilot. E anche coraggioso perchè se doveva "presentare" una serie che parlasse delle derive ed evoluzioni della tecnologia e dei media, partire con un episodio "verosimile", il più vicino a noi, era un rischio.
Io lo reputo uno degli episodi migliori, specie per un epilogo che molti avranno "saltato" o al quale non avranno prestato la dovuta attenzione perso com'era tra i titoli di coda ma che dà senso al tutto e mette i brividi.
La richiesta al tempo stesso terribile e grottesca fatta al primo ministro è solo un pretesto.
Solo un pretesto da parte del "rapitore" per dimostrare all'umanità quello che ormai è diventata. Se c'è una cosa alla tv, più trash e disgustosa meglio è, tutti si fissano su quella, perdendo del tutto il senso della realtà e di quello che li circonda.
E così la principessa può essere liberata mezz'ora prima, lasciata in mezzo alla città, perchè tutti saranno davanti gli schermi a vedere l'atto sessuale del ministro.
L'artista compie un'opera d'arte in fieri e di cui tutti siamo protagonisti.
Le dinamiche politiche (tutto quasi in tempo reale, 6,7 ore) sono raccontate alla grande, e stupendo è il momento in cui tutti passano dall'esser bramosi e divertiti da quello che stanno vedendo alla tv all'esserne disgustati, quasi imbarazzati, forse sotto sotto pure pentiti e con un pizzico di vergogna nel cuore.
Ma il richiamo era troppo grande. E la principessa era là fuori. E il primo ministro è un uomo che non sarà più. Formidabile.

15 Milioni di celebrità

Altro grandissimo episodio, forse troppo particolare e assurdo per essere apprezzato come dovrebbe.
Io l'ho trovato di gran lunga il più terribile, quello che mi ha più inquietato.
In un futuro chissà quanto lontano l'umanità pedala in bicicletta per ottenere punti.
Non esiste altro nella propria vita, si pedala e si acquisiscono punti per vivere. Alcuni ti danno quel minimo di necessità (10 in meno per lavarsi, 20 per mangiare etc...) ma soprattutto servono per pagarsi quei 7,8 programmi TV prestabiliti che ti mostrano negli schermi. Schermi che sono presenti dapertutto, mentre pedali, nella tua stanza, nei bagni. L'unico obbiettivo che si può avere semmai (oltre al mero sopravvivere e godere dei programmi) è raggiungere 15 milioni di punti per fare che? Per entrare tu stesso dentro quei programmi. Una giuria alla x factor deciderà se e in quale programma finisci. Insomma, un circolo chiuso da cui non puoi uscire, o pedali a vita o entri (come una specie di schiavo narcotizzato) in tv.
Non c'è più umanità, non c'è più dialogo,non c'è più interazione, non c'è più sentimento, non c'è più niente. Abbiamo solo la nostra bicicletta e i nostri programmi. L'atmosfera è freddissima ma forse è l'episodio umanamente più intenso, quello che racchiude nella sua glacialità il fuoco più grande. Mi ha ricordato per sensazioni provate lo splendido Non Lasciarmi.
C'è una cura ai dettagli pazzesca. Ad esempio non molti la penseranno come me ma il viso dell'algida giudice donna nasconde tantissimo. Io le ho visto gli occhi lucidi mentre diceva alla ragazza cantante (splendida) di pensarla come gli altri due giudici, che doveva finire nel canale porno.
E almeno in due inquadrature e in due momenti diversi. Mi è sembrato un personaggio molto minore ma che racchiudesse negli occhi una vergogna e una malinconia di un mondo che non c'è più. Si vergognava di quello che stava facendo. E' un dettaglio che magari ho visto solo io ma almeno a me ha colpito tantissimo.
Poi arriva un momento che lì per lì non mi è piaciuto. La critica del ragazzo di colore a quella vita, al sistema, a tutto. L'episodio era riuscito lo stesso implicitamente a denunciare tutto ciò e quello spiegone (a me non piacque nemmeno il discorso di Hynkel ne Il Dittatore, figuriamoci) l'ho trovato davvero pesante. Ma anche qua c'era un perchè. Quel sistema, quella società vince sempre. E quei discorsi contro di esso gli daranno solo più forza. Geniale.

Ricordi Pericolosi

Ebbene sì, lo ammetto. Nella prima stagione mi sono esaltato per tutti gli episodi, arriverei a un voto vicino al 10. Anche qua il livello è sontuoso. E il soggetto più futuristico e che sulla carta regalava più ampio respiro di tutti alla fine viene svolto in una maniera intima, famigliare, circoscritta.
Anche qua la cura del dettaglio è tanto, quasi tutto.
Anzi, l'analizzare il dettaglio è l'anima del film. Le persone grazie a un chip possono registrare la loro intera vita, tutti i loro ricordi, tutto quello che hanno visto e sentito. Devono solo usare un telecomando per mandare indietro e avanti i ricordi, fermarli, "ingrandirli" volendo, rallentarli. E così ogni nostro singolo gesto, ogni parola può essere analizzata, verificata.
La cena è un capolavoro di regia. Un gioco di sguardi impressionante, e che poi sarà vivisezionato tutto nella seconda parte. Poter rivedere tutta la nostra vita è una tortura, per noi e per gli altri. Abbiamo per forza qualcosa di sbagliato dentro, abbiamo per forza detto una bugia o fatto un gesto di cui ci siamo pentiti. Come l'episodio analizza queste dinamiche è pazzesco. Lui è straordinario (non a caso è l'attore che interpretava il fratello più piccolo nell'indimenticabile Dead Man Shoe's), lei non da meno. Il loro lento sprofondare all'inferno, tra rabbia, vergogna, disperazione e sospetto è portato avanti da dio.
Finale affrettato e pleonastico. Ma episodio che per certi versi dà i brividi.

SECONDA STAGIONE

Torna da me

La seconda stagione comincia con un episodio più debole dei tre della prima, forse il più debole in generale.
Intanto è doveroso e onesto premettere una cosa. Ho esaltato lo script di Her ma è innegabile come la prima parte di Torna da me sia quasi la stessa identica cosa. Ed è stato realizzato prima di Her, quasi a far pensare che quest'ultimo sia lungometraggio che abbia preso spunto da questi 20 minuti.
Episodio più debole perchè quello meno coinvolgente. Non nelle singole scene probabilmente, ce ne sono di ottime, ma dallo "scioglimento" del corpo in poi (di per sè sequenza ottima e geniale comunque) davvero si fa fatica ad andare avanti. Io ho perso l'empatia, quel personaggio "mezzo uomo mezzo che ne so" con tutta la sua ubbidienza quasi fastidiosa non mi ha detto nulla. E il sottotesto non so quanto esplicito che lei lo tenga solo per il sesso l'ho trovato disgustoso vedendo con che premesse era stato sviluppato il soggetto. E lui attore, boh. Ma siamo sempre ad alti livelli, la prima chat, lui fermo fuori sulla soglia, la scena bellissima (e per me il finale migliore) sulla scogliera valgono il prezzo del biglietto. Quasi improponibile il vero finale.

Orso Bianco

Il migliore della seconda stagione, stesso livello dei primi 3 a mio parere.
Probabilmente è il più cinematografico e l'unico che punta molto sul colpo di scena. Il più di genere insomma.
Tantissimi i punti di forza.
Innanzitutto, mi ripeto lo so, l'originalità dello script.
E l'idea di circolarità, di reiterazione, quasi una visione 2.0 del mito di Sisifo funziona alla grande. Ma se Sisifo conosceva la sua condanna la protagonista di Orso Bianco non sa nulla. Anzi, insieme alla fatica fisica deve sottostare ad una ancora più terribile psicologica, al lento riaffiorare dei ricordi, a un'umiliazione impressionante e, nel momento in cui in qualche modo sembra tutto finito, un riazzeramento del tutto, via i ricordi, si ricomincia con il calvario. E l'idea che la gente "partecipi" e paghi il biglietto per filmare è perfetta, un contrappasso dantesco che rende ancora più terribile e inumana la sofferenza della ragazza.
L'episodio eticamente più forte, importante perchè oltre alla deriva tecnologica (tutti vogliamo filmare tutto, specie le disgrazie) ne presenta una ancora più marcata, quella delle coscienze, quella di una giustizia ancora più cinica e cattiva del delitto che combatte.
E quel titolo, Orso Bianco, quella stazione da raggiungere è l'ennesima cattiveria verso la condannata, una beffarda e cinica metafora del terribile delitto che ha commesso. Nel momento che raggiungo l'Orso Bianco, la mia salvezza, in realtà vengo a sapere cosa è l'orso bianco, la mia condanna.
E' l'episodio forse più controverso, quello dove è più difficile capire da che parte stare.
Terribile.

Vota Waldo!

Secondo me perde il confronto con il suo corrispettivo nella prima stagione, Messaggio al primo Ministro.
Ma di poco.
Film che ha il suo messaggio direttamente nel suo contenuto e nel suo script.
Waldo è un personaggio animato a cui dà voce e movimenti un comico. Insomma, una specie di ventriloquo tecnologico. Waldo è sprezzante, volgare, cinico, cattivo, mette i brividi sentire che sia un idolo dei bambini.
Prende per il cùlo tutti. Piano piano però prendendo per il sedere i politici l'entourage intorno a Waldo inizia ad avere un'idea. Visto che le parole di Waldo sono quelle della maggior parte dell'opinione comune, perchè non candidarlo?
Non lo so, la metafora è potentissima, ma forse il soggetto andava ambientato in un futuro più lontano. Vedere la massa che vota per un cartone animato al posto dei politici fantocci è un'idea ottima, ma che è francamente irrealizzabile (oltre che ridicola) ai giorni nostri. Se Waldo non avesse avuto un successo "reale" di voti ma fosse stato solo la voce di un'insurrezione, di un malcontento, di una rivoluzione, sarebbe stato perfetto ma fargli scalare la politica, farselo amico della Cia e dargli (nell'epilogo) un successo mondiale, lo trovo abbastanza zoppicante come cosa.
Forse il non voto del Saggio sulla Lucidità di Saramago era più incisivo al riguardo...
Che poi anche qua, come in Orso Bianco, decidere da che parte stare non è facile.
Troppo comodo stare dalla parte di Waldo, io l'ho trovato davvero fastidioso e molto più scorretto dei veri politici. Episodio molto delicato, interessante. E che da noi richiama moltissimo la vicenda Grillo.
C'è un piccolo aspetto molto minore ma che ho molto apprezzato.
La tristezza e la solitudine del Comico.
Magari vista e rivista ma fa sempre un certo effetto.

Insomma, una grande serie, con molti pregi e pochi difetti.
Guardatela.
E magari riguardiamola tra 10 anni.
Potrebbe darci i brividi.

8 risposte al commento
Ultima risposta 08/10/2014 13.49.47
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