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Riecco l'accoppiata Grøenlandia e Fandango, Rovere e Procacci (manca Sibilia: l'acquisizione nel 2022 da parte della francese Banijay ha provocato qualche dissidio interno?) e ormai è noto a chiunque che prodotto ci si debb'attendere: una confezione internazionale e spumeggiante ma con poche idee da dire e mostrare. Stavolta un true crime di cui non s'avvertiva la necessità se parte come riflessione critica contro sciacallaggio voyeuristico, tv del dolore, circo mediatico per poi contraddirsi rimestando nel morboso quant'una Sciarelli, un Vespa, la pagina quotidiana di cronaca nera. Articoli e programmi che ho sempre dribblato non suscitandomi alcun interesse. Mi chiedo pure quale convenienza abbia avuto la famiglia Scàzzi permettendo che si tornasse a frugare nella sua tragedia. A favore di dualismo farneticante, Sarah è stata angelicata e la cugina Sabrina è stat'abbruttita: https://i.imgur.com/KceWsfw.jpeg vs https://i.imgur.com/Cr2Czkd.png.
Il Delitto di Avetrana, il tragico fatto del 2010, perché purtroppo le jene mediatiche devono, se possibile, avere un delitto estivo ogni anno su cui catapultarsi e stimolare il lato torbido della vicenda. Comincia così una bella miniserie che il delitto non lo mostra mai. Si intravede appena eppure sempre evocato, probabilmente un po' per pudore ed in parte il legittimo dubbio che malgrado sentenze definitive rimane sempre a galla. Quattro episodi per i quattro personaggi della vicenda: Sara S*****, Sabrina Misseri, Michele Misseri e Cosima Serrano nell'ordine. La serie di Mezzapesa si concentra maggiormente sul contesto di un paesino imbevuto di cultura cattolica quasi ancestrale e di tutti i difetti dei piccoli paesi di provincia, quasi grottesco nella sua messa in scena di volti ai limiti del lombrosiano. E' quello che si definisce un true crime e non aggiunge nulla di particolare al genere, ma altrettanto vero che proprio la messa in scena unita alla ottima prova degli attori a renderlo un prodotto di eccellente livello. Vanessa Scalera da applausi, le semi-esordienti Cerulli e Pala, il Michele Misseri di Paolo De Vita Danno il loro meglio con caratterizzazioni ben sfaccettate dei personaggi restituendo spessore all'appiattimento descrittivo delle trasmissioni televisive del tempo. Una piacevole sorpresa.
Guardatelo assolutamente! Uno dei rari casi in cui in Italia si partorisce una miniserie di altissima qualità... Cast eccellente con delle somiglianze incredibili. Il fatto di cronaca è trattato benissimo, senza troppe speculazioni ma visto dal punto di vista (uno in ogni puntata) dei protagonisti. La regia è di altissimo livello con dei virtuosismi inaspettati.