Spartacus e gli altri gladiatori e schiavi della casa di Batiato sono in fuga a seguito della rivolta. Sulle sue tracce c'è Gaio Claudio Glabro, ora divenuto pretore, che ha nella mancata cattura di Spartacus i motivi di un freno alla sua carriera politica a Roma. Giunto con la moglie Ilizia presso la villa di Batiato, scopre che la moglie di questi, Lucrezia, è ancora viva. Spartacus, Crisso e altri tentano la liberazione di Naevia nelle miniere; Naevia viene liberata ma Crisso viene catturato. Anche Enomao, che ha perso tutto quello in cui credeva, viene catturato per mano di Ashur, che offre i suoi servigi a Glabro. Crisso, Enomao e gli altri gladiatori catturati vengono condannati a morire nell'arena; tra i gladiatori selezionati per compiere l'esecuzione vi è anche Gannicus. Spartacus, con un manipolo di uomini, s'infiltra nell'arena dandole fuoco e approfittando della confusione per liberare i compagni. I ribelli fuggono in un tempio greco abbandonato alle pendici del Vesuvio. Da qui conduce alcune azioni, tra cui la liberazione di schiavi nel porto di Napoli.
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