Dopo la morte di Jung-bae, quello che troviamo all'inizio è però un Gi-hun profondamente diverso. Affranto, sembra aver perso ogni speranza, tanto da arrivare a chiedere di ucciderlo alle tute rosse nel dormitorio. Non ci vuole molto, tuttavia, prima di assistere a una sua nuova trasformazione.
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Certe serie, come certi film, dovrebbero restare unici per non perdere il loro fascino (esempi su tutti: Matrix e questo Squid Game). In questa terza serie ci ho ritrovati, amplificati, i difetti della seconda serie: situazioni trascinate all'inverosimile, contesti e dinamiche sempre più ripetitive, forzature, comportamenti e scelte illogiche, neanche la violenza, sempre efferata, riesce a fare colpo più di tanto, stavo per mollare al secondo/terzo episodio, sono arrivato al sesto giusto per vedere come finiva. Da un lato viene data giustamente più centralità ai giochi, dall'altro le sottotrame si perdono un po', si dilungano inutilmente e si distaccano un po' dal nucleo e l'essenza della storia principale
che ruota intotno a Gi-hun e la neonata... a parte che si intuisce con almeno un paio di episodi di anticipo che la bimba si sarebbe sicuramente salvata