Due studentesse rumene, Otilia e Gabita, dividono la stessa stanza in un dormitorio per studenti universitari, durante gli ultimi anni di comunismo in Romania. Un giorno Gabita scopre di essere incinta...
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Paragonando questo film ai trailer visti sullo schermo immediatamente prima della sua proiezione, in particolare di alcuni film italiani che sembrano mediocri sceneggiati per la prima serata domenicale di raiuno, ho meglio compreso il coraggio della giuria di Cannes di premiare un film come questo, pulsante e vero, umanissimo e ricco di voglia e impossibilità di vita, pieno di morte reale e interiore. Attori straordinari e dialoghi buonissimi attraversano ambientazioni e scene convincenti, dove i quasi unici piani sequenza ci permettono una calatura reale nelle vicende di questa giornata di ordinaria follia comunista. Molto bello, a tratti d'insostenibile crudezza, è un film sui buoni sentimenti, sui duri sentimenti, su una voglia di bellezza e di purezza quando tuttattorno è decadenza. Peccato per la svista della segreteria di produzione, che fa entrare il medico con la giacca e lo fa uscire con un maglione. Mi sentirei di consigliarlo particolarmente al pubblico filo-CEI per ricordare la disumanità degli aborti clandestini.