Sette estranei, ognuno con un passato da seppellire, si incontrano nel fatiscente El Royale, un hotel a Lake Tahoe sul confine tra California e Nevada. Nel corso di una notte, ognuno di loro avrà un'ultima possibilità per redimersi, prima che vada tutto in malora.
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Il film deve chiaramente a Tarantino (ma non solo) e quindi è in se stesso un'opera derivativa: eppure Goddard, che è regista capace, sa come portare a casa un film che ha comunque una sua anima e un motivo d'essere. Perchè nel gioco di inacstri del film, nel suo presentare personaggi apparentamente diversi (in realtà tutti accomunati da problemi esistenziali di non poco conto), a me sembra che Goddard torni a rimuginare con piglio thriller e allo stesso tempo ironico sulla tragedia del Vietnam (che torna ripetutamente nella pellicola) e sulle profonde cicatrici che ha lasciato nel cuore diviso d'America (la linea a separare i due stati). Insomma, pur nella sua chiara derivazione che giustamente fa spesso storcere il naso, l'opera di Goddard mi sembra avere alcuni pregi.