Un giovane fotografo in cerca dei vari aspetti della vita londinese si sofferma su una coppia in vena di effusioni. Evidentemente fotografa qualcosa di piů, perchč una donna gli offre per il rullino qualcosa che non puň rifiutare..
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La fotografia. L'osservazione. L'immaginazione. Questi gli argomenti principali di questo grande capolavoro di Michelangelo Antonioni. La realtà distorta dalla nostra fantasia. Il fotografo è un grande osservatore, è la persona che osserva le cose da un altro punto di vista, le scruta nel profondo, le rende proprie e finisce inesorabilmente per modificarle con l'immaginazione. Secondo il regista è questo che fà l'uomo, sogna, ed'è lo "sceneggiatore" della propria esistenza. La sceneggiatura (e la narrazione) di Antonioni, scritta con Tonino Guerra, è perfetta, scorrevole e affascinante, i dialoghi sono pochi per far spazio alle immagini. L'autore si è ispirato a un racconto di J. Cortázar (La bava del diavolo). "L'amplesso fotografico" iniziale è ammaliante, per le bellissime musiche di Herbie Hancock, e l'efficacissima regia. Da citare anche l'inizio che rimanda a "L'Uscita dalle fabbriche Lumiere". Impossibile dimenticare, inoltre, l'ultima scena dove il regista ci spiega tutto, essa è di una potenza devastante. Mi è piaciuto molto il solitamente mediocre David Hemmings, stupende le attrici femminili da Vanessa Redgrave alla sensualissima Sarah Miles. Grande successo di critica, ha vinto la Palma d'oro e ha avuto due nomination all'Oscar. Questo è Cinema, un film fondamentale.
"La smetta, lei non può fotografare la gente in quel modo!" "E chi lo dice? Io faccio soltanto il mio lavoro! C'è chi fa il torero, il deputato... io faccio il fotografo!"