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In "The Fatal Mallet" troviamo il gran capo burattinaio, Mack Sennett, come sceneggiatore, regista, produttore (come sempre), montatore (credo) e pure attore, mettendo in campo insieme a lui le sue stelle più grandi, Chaplin-Charlot in primis e una Mabel Normand particolarmente scatenata, senza dimenticare i baffoni e l'imponenza indimenticabile di Mack Swain. Si tratta di uno dei pochi film Keystone, a partire dal suo debutto alla regia, nel quale Chaplin non risulta accreditato come autore e partecipa solo come attore, ma ormai anche Sennett sa come esaltare un personaggio ben definito come Charlot e lascia la giusta libertà a Chaplin. Si vede, anche in questo corto non diretto da Chaplin, una maggior maturità e consapevolezza da parte degli artisti Keystone e la qualità complessiva dei corti migliora rispetto a quelli girati ad inizio anno (ah, questi fulminei tempi produttivi e realizzativi, cortometraggi sparati fuori uno a settimana, si imparava e migliorava come razzi, andando anche a tentativi). E niente, il canovaccio è come sempre basilare: tre uomini si contendono le attenzioni di una donna ben felice di essere attenzionata, al punto da tirare lei i fili degli scontri, e alla fine ne resterà in piedi (e asciutto) soltanto uno. Niente, il film funziona, le gag sono sempre più convincenti, è bellissimo vedere questi personaggi di gomma che si pigliano varie mattonata in pieno viso e rimangono illesi, Mabel compresa che le prende e le da come un fabbro, a mattonate in faccia tutto il film.
Tra i migliori del periodo Keystone. Tre uomini si accapigliano per l'amore di una donna, Charlot si unisce ad un altro spasimante per mettere fuori gioco il terzo, poi "tradisce" l'amico con una martellata in testa e quando sembra averla vinta... Insomma, tra i due litiganti il terzo gode. Molto carino, specie il finale oggi prevedibilissimo ma ancora simpatico e ben costruito.
Fra i due litiganti il terzo gode. Ognuno dei tre protagonisti maschili applica questa massima per arrivare a corteggiare la donzella di turno, togliendo di mezzo i rivali.
uno dei pochi corti di Chaplin che ha subito il passaggio del tempo...le gag sono abbastanza ripetitive(qualcosa che arriva in testa ad un altro)e l'inventiva scarseggia... lui rimane mitico!