Da sempre introversa e insicura del proprio aspetto fisico, Renée (Amy Schumer) si risveglia dopo una caduta convinta di essere sexy, spiritosa e irresistibile. Per magia la sua vita cambia completamente e si trasforma in quella che aveva sempre sognato: una donna sicura di sé e di grande successo a New York. Ma cosa accadrà quando si renderà conto che il suo aspetto fisico in realtà non è mai cambiato?
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Dio santo ma possibile che esistano ancora ste monnezze. Ci sono dei dialoghi da prendere a bastonate lo sceneggiatore con la mazza di Negan. Amy Schumer non diventi bella, mi spiace, e non me ne frega una ceppa se sei promiscua come la DC sotto Andreotti.
Una "roba" avvilente. Situazioni, dialoghi, interpretazioni, tutto stupido, banale e insignificante, da recita parrocchiale. La recitazione della protagonista? Infame.
Un film dalle grandi potenzialità con uno script interessante ma un pò meno la messa in scena. Durante la visione pensi cosa sarebbe potuto succedere se come protagonista se invece della scialba Amy Schumer ci fosse stata un'attrice maggiormente carismatica come Melissa Ann McCarthy,probabilmente sarebbe stata tutto un'altra storia.
Io l'ho trovato piacevole quanto basta per una visione serale senza impegno, riesce a strappare qualche risata e Amy Schumer se la cava piuttosto bene. E' un ibrido tra "Big" e "Amore a prima svista", un soggetto stravisto al Cinema e rimescolato in varie salse ma che alla fine funziona quasi sempre. Ovviamente gli immancabili moralismi e critiche sull'autostima e i modelli imposti dalla società piovono da ogni lato ma non inficiano troppo sul risultato finale.
Sicuramente i valori espressi dalla commedia in questione sono condivisibili, purtroppo la messa in scena è banale. La protagonista non diverte troppo. I dialoghi sono prevedibili.
Forse, visivamente parlando, COME TI DIVENTO BELLA è destinato più verso il pubblico femminile, ma gli argomenti che tratta non sono nuovi e riguardano un po' tutti. Il vecchio messaggio del non farsi condizionare dall'aspetto estetico, ma anche e soprattutto dalle opinioni e dai commenti altrui (anche per quanto riguarda la bontà del film in questione) sono ampiamente condivisibili da tutti, uomini e donne, perciò il film di Silverstein è aperto e propositivo verso chiunque voglia passare un po' di tempo in leggerezza, relax e nel conforto dei sentimenti positivi. Bene il cast, discreti i dialoghi, buono il ritmo e simpatiche le scene che strappano anche sorrisi sinceri, nonostante un plot alla base poco originale. Discreto passatempo con morale annessa.
Una commedia coinvolgente ideale per una serata senza pensieri, senza però brillare per originalità.
Brava Amy Schumer (che non conoscevo prima della visione) nei panni della protagonista dal duplice animo, e mi ha colpito anche Michelle Williams nel personaggio stereotipato da ambiente di moda.
Nulla di imperdibile, sia chiaro, però pensavo molto peggio.
L'orribile traduzione italiana del titolo originale non rende giustizia a questa commedia frizzante tutt'altro che banale, incentrata essenzialmente su due antipodi (bellezza / benessere esteriore ed interiore) e soprattutto su come l'estetica e la stima di sé ballino un continuo valzer all'interno della personalità di tutti noi. Il ritmo del film non presenta nulla di particolarmente originale: la protagonista Reneè (Amy Schumer, brava e "sul pezzo"), insicura di sé a causa del suo aspetto apparentemente non all'altezza delle aspettative sue e degli altri, lavora paradossalmente nel reparto informatico di una casa di moda dal nome altisonante e gestita da personaggi tanto eterei da essere impalpabili e lontani dalla realtà del consumatore medio cui vorrebbero rivolgersi per aprire il mercato. La fatica bestiale che fa la protagonista per dimagrire non è ricompensata da risultati visibili, sennonché l'espediente narrativo abusatissimo della botta in testa accende la miccia della svolta: la strampalata Reneè, specchiandosi, non vede più la realtà dell'immagine riflessa ma la "filtra" e le arriva la rappresentazione di sé che ha sempre sognato: magra, proporzionata, bellissima. L'overdose di autostima che ne consegue la porta in pochissimo tempo a rivoluzionare la sua vita, ed è qui che il film si fa interessante: questo folletto che saltella e si crede improvvisamente il padrone del mondo non solo trova aperte un sacco di porte e di opportunità, ma trova la forza di aprirle lei stessa perdendo gradualmente il contatto con la realtà e mettendo a nudo le insicurezze di tutti i personaggi che la circondano, dal neo fidanzato che non si sente mascolino, alla svampita erede al trono della catena di cosmetici (bravissima Michelle Williams), la quale si sente la persona sbagliata nel posto sbagliato ma che risulta sorprendentemente l'autrice della miglior decisione di tutto il film. Il bel finale mette a nudo l'annosa questione di dove riposi l'autostima di ognuno di noi. Il ritmo è alto, divertente, sorprendente e possiede anche i suoi bei momenti quasi commoventi. Consigliato
La Schumer è un tornado e qualche scena spassosa il film la regala ma in sé è poca cosa, anche perché parte da un soggetto semplice ma azzeccato, ribaltando un cliché stravisto, per poi svilupparlo nella maniera più prevedibile dall'inizio alla fine, spremendo in maniera forsennata e improbabile un incipit che avrebbe avuto bisogno di qualche avvicendamento un tantino più sofisticato del classico schema che ormai chiunque abbia visto più di una decina di film americani del genere conosce.
Se ci mettiamo anche una bella raccolta di chiacchiere tra acide 40enni di periferia dalla propria parrucchiera a fare da paradigma per buona parte dei dialoghi del film, con sparute e telefonatissime problematiche relazionali dallo spessore di un foglio di velina, il quadro che ne esce è quello di un prodotto televisivo creato ad hoc per un pubblico dal "pelo specifico" basso.