David Mann, commesso viaggiatore, sorpassa con la sua auto un'enorme autocisterna. Sarà l'inizio di un incubo, con il misterioso conducente di questa intenzionato a dargli la caccia e ad ucciderlo.
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In un viaggio di lavoro tra i tanti, è un sorpasso come chissà quanti altri, il movente di un duello assurdo. Grosso, rugginoso, scorbutico, il rivale misterioso sembra rappresentare il mondo proletario, un mondo di fatica e polvere; fuma come un vecchio operaio, ha voce prepotente, è collega del treno merci il cui fischio gli risponde. Un mondo pericoloso come dimostra la scritta "infiammabile" (quasi un tatuaggio) che reca sul retro, maschio, anche delinquente. Eppure sembra, nel suo agire rozzo senza ragionamento, l'autocisterna avere un codice proprio: aiuta il bus dei bambini o libera gli animali ingabbiati. Ma chi sia veramente rimane un enigma. E' un demone senza identità come per Spielberg sarà poi lo squalo, un mostro metallico dalla velocità e potenza inaspettate. Di sicuro, rappresenta tutto ciò che non è il protagonista, l'omino banale e benestante partito dalla città con la sua macchinina e entrato in una giungla sabbiosa e assolata. L'autocisterna lo dileggia e umilia in tutti i modi, vuole ucciderlo ma divertendosi; il film si pone anche come una satira alle paranoie del cittadino e marito comune di fronte al fatto estraneo, ad un inconveniente ingigantito dalla mente dell'uomo che ne destabilizza la routine, ora alieno e non più comodo in una realtà sconosciuta e allucinante, preso da pensieri morbosi.
Le grandi strade desertiche, torride del Texas offrono uno scenario perfetto. Eppure penso che l'inquietudine di cui il film si caratterizza non sia un accordo nelle corde di Spielberg; non s'avverte fino in fondo, almeno per me; il racconto sfiora talvolta il ridicolo (volontario o involontario?), ma resta notevole nella suspense, di cui il regista è già maestro al suo esordio.
L'immagine migliore è forse quella dei cow boy seduti in fila al bancone, quasi a suggerire che l'identità del camionista oscuro si nasconde non dietro un singolo individuo, ma a un popolo intero, diversamente conformato da quello dell'uomo borghese e a lui ostile. Bella anche la discesa finale del mostro nel suo inferno di polvere.