Italia, XIX secolo. Un giovane poeta di origini aristocratiche vive con la famiglia in una grande e remota magione, maledetta da un antico anatema che causa eventi terrificanti e misteriosi.
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La paura, emozione ancestrale, primordiale ed irrazionale che cresce gradualmente in tutti i personaggi rendendoli altrettanto gradualmente simili fra loro. I riferimenti ai personaggi sono ovvi e palesi ed il contesto è ben ricostruito. La Principato gioca molto su questo aspetto e gioca con le aspettative dello spettatore. L'irrazionale prende piede fede e scienza segnano il passo e ciò che è irrazionale viene combattuto con la superstizione ed il folklore di leggende antiche. Un horror gotico ben fatto ed interessante, segno che il cinema italiano può ritornare ad un genere che ha percorso bene e con continuità nel passato e discontinuo nel presente sia come quantità che come qualità. La presenza di Korovkin suggerisce non so se consciamente o meno con un altro horror gotico come The Nest, solo che quest'ultimo aveva uno scarto finale migliore e più d'effetto rispetto alla coerenza e linearità di Hai mai avuto paura? E' comuqnue un film degno di attenzione e considerazione.
Un finale che rovina tutto quello che c'era di potenzialmente valido, in un tentativo piuttosto goffo di sparigliare le carte che portavano sfacciatamente verso una direzione. Nel suo complesso appare sufficiente, soprattutto a livello visivo e per l'ambientazione ricreata, dove anche il cast sembra cavarsela abbastanza dignitosamente, purtroppo è carente dal punto di vista dell'atmosfera tensiva e narrativamente non appare fluidissimo. Poteva essere più curato nella sceneggiatura.
Un interessante horror gotico nostrano, per le location e quasi tutti gli interpreti, specialmente un Mirko Frezza luciferino e carismatico che non si dimentica, con un volto che sembra una pantomima Italiana di Rob Zombie.Un film che segue parecchie tematiche, forse troppe per un prodotto comunque artigianale. Il tema del divario tra Scienza e Religione (o dell'utopia e impotenza al Male di quest'ultima) è forse quello che è reso in maniera meno interessante. È un peccato che alla forza visiva di certe immagini cfr. La festa del Villaggio per es. Si frapponga una sceneggiatura piuttosto esile. Comunque un prodotto dignitoso e ben recitato, cosa quest'ultima piuttosto rara nel cinema di genere di casa nostra