A Città del Messico, Jaibo è il leader di una banda di giovani teppisti appena uscito dal riformatorio. Pedro è un teppista come lui, ma con qualche voglia di riscatto.
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Un capolavoro di Luis Bunuel, il "Sciuscià" e il "I 400 colpi" bunueliani. Dolente come la verità, è una disperata denuncia di vittime inconsapevoli di un amore non ricevuto, i ragazzini, e di assassini di un amore negato, i grandi, una società che si guarda in giro e vede con gli occhi di un cieco. Ecco l' aspetto surrealista e l' importanza metaforica delle tante riprese in notturna del direttore della fotografia Gabriel Figueroa. Questo mondo di Bunuel non lascia scampo, in questo mondo di Bunuel non ci sono contatti esterni, la gente che si incontra è sempre quella del giro e la sceneggiatura rende bene questa sensazione perchè tantissime sono le vicende e i personaggi che ci si intersecano. E tantissimi gli elementi surrealisti, in particolar modo l' incubo di Pedro, che sembrerebbe un omaggio intero a Jean Vigo (piume-montaggio a ralenti-spirito/madre/sposa in bianco). Salutare come una doccia ghiacciata.