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Ottima commedia dell'assurdo, appena drammatica ma fondamentalmente giocosa ed ottimista. Decisamente diversa, per linearità narrativa, immediatezza e positività di fondo, dai precedenti lavori di Jodorowsky che forse, invecchiando, perde un po di mordente. Qui, per fortuna, niente stragi di animali, immagini particolarmente violente, o pindarici voli di fantasia delirante, piuttosto una storia romanticamente grottesca di vite ed amicizie ai margini, della società e della ragione; il tutto raccontato con estrema originalità senza sconfinare nel cosìddetto manierismo. Un barbone dichiarato ed uno latente condividono un'improbabile esistenza da emarginati in attesa di un benefico evento economicamente risolutore. Più sobrio del solito ma non meno efficace dal punto di vista visivo in termini di ambientazioni, scenografie e personaggi caratteristici: indimenticabile l'alloggio sotterraneo dei due protagonisti abitanti delle fogne, diviso a metà dal corridoio d'acqua che gli scorre in mezzo ma ingegneristicamente arredato ai lati con mobilio semovibile, regolato in altezza da un sistema di carrucole in base al livello dell'acqua. L'ambientazione circoscritta, umida e malsana dei cunicoli del sottosuolo e la luce giallognola e soffusa delle lanterne della rete fognaria trasmettono allo spettatore un sentore dal sapore vagamente gotico e disturbante. Altrettanto efficaci musiche, fotografie e recitazione. Eccezionale il personaggio dello Zio Rudolf interpretato da Christopher Lee, oltre ai due bravi protagonisti O'Toole e Sharif.