Il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto. Quando il fratello George porta la nuova moglie e il figlio di lei a vivere al ranch di famiglia, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.
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Peccato per questo film, che sotto alcuni aspetti è senz'altro magnifico (soprattutto grazie alla regia della Campion, qui nel suo elemento naturale) ed è interpretato benissimo da un Cumberbatch al massimo della forma, ma sotto altri sembra proprio incompiuto: la storia si dipana lentamente ma senza andare veramente da nessuna parte: ogni volta che sembra stia per sorgere un conflitto, accade qualcosa che lo smorza. E così, ad esempio, molte delle azioni dei personaggi principali restano un po' smorzate, incompiute:
non è chiaro fino in fondo quali siano le reali intenzioni di Phil verso Pete, e perché di colpo cambi atteggiamento nei suoi confronti; non è chiaro fino in fondo cosa pensasse lo stesso Pete di Phil nel corso del film, né se il suo gesto finale fosse realmente premeditato e, se sì, da quanto tempo; non è nemmeno chiaro se Rose amasse veramente George o se veramente volesse solo i suoi soldi, né se George si curasse veramente della moglie, dal momento che sembra del tutto indifferente all'alcolismo di lei.
Tutti questi zoppichii di sceneggiatura alla fine restituiscono un film senz'altro bellissimo esteticamente e che probabilmente porterà a casa qualche statuetta per carenza di avversari validi, ma di cui tempo 2 anni non si ricorderà più nessuno.