In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Non sono uno di quei 'nolaniani' che dice che i film del regista britannico sono a prescindere dei capolavori ("The Dark Knight Rises" lo reputo un film mediocre e mi è piaciuto ben poco), ma in questo caso 'diamo a Cesare quel che è di Cesare'. Christopher Nolan osa parecchio e confeziona un blockbuster meno commerciale di quel che si possa pensare, forse anche per questo ha diviso le critiche. Certo ci sono molti clichè tipici dell'americanata DOC, ma il film fa ragionare lo spettatore più del previsto, constringendo a mantener acceso il cervello per tutta la durata. Un uso sapiente della CGI senza mai esagerare, del resto si sa che Nolan ama di più utilizzare effetti artigianali. Grandissime le musiche di Hans Zimmer, con quei passaggi di organo che ben trasmettono la sensazione dell'ignoto e del viaggio spaziale. Visivamente suggestivo, mi ha lasciato addosso tante di quelle emozioni che, nonostante la durata di 3 ore, avrei voluto rientrare subito in sala e vederlo una seconda volta...magari lo farò!