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Curioso e allo stesso tempo abbastanza sconosciuto cortometraggio italiano di Gabriele Albanesi (durata sette minuti) che vede come protagonista un bambino emblema, metafora della psiche umana che nasconde orrori, paure dipinte nella propria "armonia" quale la stanza ornata da disegni e giochi che nella notte "mutano"...
"L'armadio" è dunque una piccolissima "bomboniera" Horror con una scenografia molto apprezzabile, insomma i primissimi minuti sono davvero ben costruiti con inquadrature di tutto rispetto, l'epilogo finale è abbastanza scadente, ma temporaneamente molto "cattivo" e suggestivo.
Poco celebrato ed acclamato "L'armadio" per i cinefili Horror deve esser visionato, perchè..? Perchè ripropone le atmosfere di Dario Argento, e inoltre è "armonioso" con un sonoro buono e con musichette dignitose.
Magari non è realizzato in maniera perfetta ma ci è piaciuto...Viene resa bene la paura del bambino, anche se poi...l'incoerenza. Ci piacerebbe sapere l'interpretazione che voleva dare il regista. Comunque valido.
Bambino bastardo! Questo corto rispetto a MUMMIE è oro colato. Almeno qua si cerca di infondere una minima dose di tensione e il finale risulta alquanto inaspettato. Sufficientemente valido.
!!!!! 7 minuti pregni di angoscia che mi hanno coinvolto forse eccessivamente, ma le motivazioni sono tante: il ragazzino mi ha ricordato me stesso quand'ero piccolo (per la fobia del buio e degli strani rumori nella notte, intendiamoci (-: Anch'io mi coprivo terrorizzato fino a su), ergo si tratta di una rappresentazione fedele alla realtà; l'atmosfera è ricercata e assai valida per essere un corto, il regista si concentra su quelli che sono gli unici due personaggi per rendere altresì la loro caratterizzazione più realistica, dettagliata e coinvolgente possibile e cercando anche di rimanere in quelli che sono i limiti di tempo, senza uscire di straforo.
Un bambino che all'inizio ispira quasi tenerezza e che all'ultimo si rivela essere quello che è..dovrebbe far riflettere, ai genitori in primis. Io penso che questo corto sia essenzialmente da consigliare e da far vedere a loro perchè qualcosa la insegna dopotutto.
Certo, taluni potranno obbiettare sullo scorrere apparentemente sgangherato, e cioé (non svelo il finale):
Il bambino va a letto per poi dimenticare del tutto quello che ha fatto prima e risvegliarsi non riconoscendo i ruomori che sente da dentro l'armadio. Perciò è spaventato da essi.
Tutto ciò non si chiama nemmeno espediente narrativo, ma...realtà. Per quanto improbabile sia la messa in scena per alcuni, quante volte preferiamo dimenticare ciò che abbiamo fatto di turpe e disonesto per restare in pace con noi stessi?? E riusciamo a farlo in un modo o nell'altro, o perchè preferiamo che non fosse mai successo e quindi ci prude, o perchè per noi quello di osceno che abbiamo fatto è normale routine che non ci tocca minimamente. Tutto ciò a prescindere dall'età del soggetto disturbato. Il regista voleva puntare a quello.
In sintesi: un corto a dir poco e interessante, senza presunzione alcuna ma alla cui base vi sono una marea di idee e dietro a cui si cela una miriade di significati (nemmeno io di sicuro li ho colti tutti). Ce ne fossero molti, per me è stato un pugno nello stomaco.
Buio ed armadi sono stati per molti di noi causa di parecchie angosce notturne risalenti all’infanzia.Albanesi,qui alle prese con una delle sue prime opere,un corto prodotto dai Manetti Bros e da Luca Bigazzi,tenta di creare inquietudine mediante l’utilizzo di queste paure sepolte da tempo nel nostro inconscio.Il risultato finale non è disprezzabile,grazie soprattutto all’uso di un insistito e sinistro sonoro,oltre che di inquietanti inquadrature su pupazzi e bambole decisamente poco rassicuranti.Il finale sorprende,anche se a mente fredda appare poco riconducibile al terrorizzato atteggiamento del piccolo protagonista.Elogiabile il comparto tecnico,mentre sono evidenti alcune influenze derivanti dai primi lavori di Dario Argento,autore molto ammirato dal giovane regista.
Non ho ancora visto il primo lungometraggio di Albanesi, ma già in questo suo corto del 2002 si capisce chiaramente che questo regista ha talento nel campo horror. Sette minuti fatti veramente bene, imbottiti di rumori e suoni inquietanti, il finale poi, una chicca direi.