la strana avventura di mabel regia di Henry Lehrman, Mack Sennett USA 1914
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la strana avventura di mabel (1914)

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locandina del film LA STRANA AVVENTURA DI MABEL

Titolo Originale: MABEL'S STRANGE PREDICAMENT

RegiaHenry Lehrman, Mack Sennett

InterpretiCharles Chaplin, Mabel Normand

Durata: h 0.17
NazionalitàUSA 1914
Generecorto
Al cinema nel Gennaio 1914

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Trama del film La strana avventura di mabel

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Voti e commenti su La strana avventura di mabel, 7 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Godbluff2  @  26/02/2023 18:45:48
   6½ / 10
E nuovamente, altro cortometraggio storico della Keystone, grande più per la sua importanza che per l'effettiva qualità. "Kid Auto Races..." infatti fu la prima apparizione su schermo di Charlot, cronologicamente parlando, ma in questo titolo c'è la prima vera interpretazione del personaggio da parte di Chaplin, essendo stato girato leggermente prima dell'altro, ma fatto uscire subito dopo. Insomma, il primo vero Charlot sta qui, ed è un film quantomeno più compiuto rispetto a "Kid Auto..."
Cambia anche la regia, perché il film è diretto dalla pri******* Keystone, Mabel Normand (attenzione, sulla scheda è indicata la regia di Lehrman e Sennett ma no, è di Normand, anche se Lehrman è comunque autore e, ovviamente, Sennett produttore, il team quello era) ed è importante anche per questo: è il primo film che vede recitare fianco a fianco la coppia d'oro della Keystone 1914, Chaplin-Normand ed il primo in cui Normand dirige Chaplin.
Il film (a dispetto di alcuni titoli italiani successivi intitolati a Charlot) che si intitola "Mabel's Strange Predicament" è ovviamente pensato per la stella femminile di Sennett, attrice protagonista e regista ma, altrettanto ovviamente, segna la nascita di una stella ancora più grande, capace di catalizzare immediatamente su di se tutta l'attenzione pur essendo, come è naturale che sia, questo Charlot un personaggio ancora incompleto (non esteticamente, lì è già lui), rozzo, mancante della profondità che raggiungerà successivamente; in fondo ancora per varie pellicole non sarà un personaggio completamente nelle mani di Chaplin, prima che questi facesse il passo verso la scrittura e la direzione di film propri e quindi con il controllo assoluto del suo personaggio.
Il corto comunque è carino e gradevole, la coppia Normand-Chaplin diverrà immediatamente molto affiatata nei loro duetti slapstick e Mabel un compare come quello di quel '14 magico non lo troverà mai più, nonostante il suo successo continuerà per qualche anno ancora con la Keystone, fino al declino e purtroppo ad un destino e una vita breve e infamissima per questa figura storica del cinema degli anni '10, proprio la Mabel Normand che fungerà da "base" d'ispirazione per "Sunset Blvd." e Norma(!) Desmond...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  03/12/2011 16:51:45
   6½ / 10
Chaplin lo considerava non a torto il primo film in cui compare per l'appunto la figura di Charlot, poiché il secondo suo film (dove compariva con bombetta e tutto il resto) era stato girato successivamente a questo ma uscito prima.

Molto più scorrevole dei precedenti tre, mostra un Chaplin che già possiede appieno il suo personaggio e inventa sketch gradevoli su una ragazza da lui amata pur se non corrisposto: ne combina di tutti i colori arrivando a distruggere l'equilibrio matrimoniale di ben due coppie. Lieto fine per tutti tranne che per lui, ovviamente scacciato dopo esser stato causa di tanti guai.
Molto più interessante senza dubbio dei de precedenti, migliora la qualità anche se l'eccellenza è lontana.

Vista una versione su youtube con Beethoven in sottofondo (concerto no 5- rondo vivace, uno spettacolo).

dave89  @  11/03/2010 14:03:32
   6½ / 10
cortometraggio simpatico...non certamente straordinario ma godibile

pinhead88  @  04/06/2009 14:06:53
   5 / 10
non molto differente da altri prodotti Keystone.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  08/01/2009 19:23:24
   6 / 10
Potrebbe sembrare una comica classica di Charlot, ma il cortometraggio è molto corale complessivamente. Chaplin da quel pizzico di follia in più senza essere il protagonista assoluto.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  23/09/2008 23:00:30
   6 / 10
Nel 1914 il cinema non aveva ancora 20 anni di vita. La sua apparizione ebbe lo stesso effetto di internet negli anni Novanta: un successo immediato e uno sviluppo impetuoso. In pochissimo tempo si diffuse in tutto il mondo e diventò lo spettacolo preferito dalle masse. Tutti si buttarono a capofitto in questa nuova forma di intrattenimento, che si rivelò molto redditizia. Si filmava di tutto, bastava che attirasse il maggior numero di spettatori. A parte poche eccezioni, si imitava il peggio dello spettacolo teatrale o del romanzo di appendice. Le recitazioni erano enfatiche e le tecniche rudimentali, ma la gente amava questo spettacolo che accendeva la fantasia o toccava forte i sentimenti.

Chi andava al cinema, allora, assisteva ad una serie di 8-10 spezzoni filmati di vario genere, della durata ciascuno di circa 10-15 minuti. Ovviamente non poteva mancare il pezzo comico. Fra quelli che avevano maggiore successo c’erano i cortometraggi diretti da Mack Sennett della Keystone. Aveva avuto la felice intuizione di mettere su una specie di fabbrica di comiche vicino a Los Angeles. Le riprese di un pezzo duravano da 1 a un massimo di 7 giorni. Ogni settimana ne venivano sfornati da 3 a 5. Si cercava insomma di sfruttare al massimo il mercato con la quantità e la velocità di produzione. Le comiche stesse erano piuttosto dozzinali e consistevano più che altro in botte, ruzzoloni e inseguimenti (il cosiddetto stile slapstick). Il montaggio era dir poco convulso. Le scene si susseguivano in maniera frenetica e l’azione era molto spezzettata. Non esisteva una vera storia e i personaggi erano semplici macchiette grottesche. Del resto tutto si basava sull’improvvisazione e sull’estro del regista nel momento in cui girava. Queste comiche ora sono inguardabili, ma allora piacevano e meravigliavano soprattutto per la vivacità, il movimento e la fisicità dei gesti. Da quel poco di società che viene dipinta, ne viene fuori un mondo elementare e cinico. Le corna matrimoniali sono diffusissime, le donne cedono subito al primo arrivato e non si risparmia loro nemmeno le botte.

Questo è il tipo di cinema che vide Chaplin nel Gennaio del 1914, in un polveroso e anonimo quartiere di Los Angeles. Si accorse che il suo modo di recitare non si adattava a questi metodi spicci e superficiali. Non si dette però per vinto e decise di combattere la sua battaglia per dare un’impronta nuova al modo di creare una comica. Dava continui suggerimenti al regista, inventava nuove gag, ma non faceva altro che attirarsi antipatia e le sue invenzioni finivano per essere regolarmente tagliate. La svolta avvenne però dopo poche settimane, quando Sennett gli chiese di inventare qualcosa da inserire in uno sketch ambientato nella hall di un albergo di lusso (Mabel’s Strange Predicament. La strana avventura di Mabel). Fu così che nacque quasi per caso un personaggio destinato all’immortalità come le maschere di Pulcinella, Arlecchino e Pierrot. Ecco che nella hall dell’albergo irrompe un omino ridicolo, malvestito, cencioso ma fiero e baldanzoso. Viene squadrato da una ricca signora, ma lui come se nulla fosse alza il cappello e rotea il bastone. Per nulla intimorito dall’ambiente non in sintonia con il suo abbigliamento, continua imperterrito a combinare pasticci. Lo stile è sempre quello delle comiche frenetiche e movimentate, ma salta subito all’occhio l’invenzione di un personaggio dotato di una personalità e soprattutto ben connotato socialmente.

Nella creazione di questa figura, Chaplin ha senz’altro reso oggettivo il mondo delle periferie povere in cui aveva vissuto fino a pochi anni prima. Questo è stato però il punto di partenza, perché in questo personaggio, col tempo, Chaplin ci ha messo tutte le sue fantasie, le sue idee, le sue visioni della vita e ne ha fatto quasi un alter ego: “.. mi infiammava di idee folli di tutti i generi che non avrei mai avuto se non mi fossi messo il suo costume e la sua truccatura”. Dal punto di vista storico rappresenta la prima entrata da protagonista del “quarto stato” nel cinema. Prima che il neorealismo italiano facesse entrare dalla porta principale la povera gente comune nell’arte cinematografica, Chaplin gli aveva già aperto una porta di servizio. Anche se attraverso la lente deformante del comico e del grottesco, la realtà entra con tutte le sue ingiustizie e le sue storture.
Il pubblico che guardava le comiche di Chaplin era per lo più la grande massa di gente che non nuotava nell’oro. Era naturale che prendesse in simpatia quest’omino in mal arnese, ma che non si vergognava davanti a nessuno e che anzi cercava rispetto. Grazie anche all’ingegno e all’agilità riusciva persino a cavarsela e comunque non si rassegnava mai. In Italia questo personaggio è noto con il nome francese che venne coniato nel 1915, Charlot, in realtà non ha nome, è semplicemente the tramp, “il vagabondo”. Con il suo fare un po’ anarcoide rappresenta appieno lo spirito di tanta gente umile di inizio Novecento, che comincia a prendere coscienza di sé e a far notare la propria presenza.

1 risposta al commento
Ultima risposta 23/09/2008 23.06.23
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  30/11/2007 21:01:04
   5 / 10
Questo è il primo film con Charlot che viene mostrato al pubblico...e lui era in quella sala...
si deve ammettere che non è un granche...anzi non fa proprio ridere e Chaplin non è per giunta nemmeno assoluto protagonista...
insomma lo consiglio solo agli appassionati,ma Chaplin dietro la macchina da presa è proprio un'altra cosa!
e infatti lo disse proprio in faccia al regista(Sennet)che le sue comiche non facevano ridere...la sua risposta?
"io faccio questo mestiere da dieci anni e tu che arrivi adesso mi vuoi dire cosa fa ridere e cosa no?"

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