Rèmy, cinquant'anni, divorziato, si trova all'ospedale. L'ex moglie Louise, chiama il figlio Sébastien a Londra per convincerlo a tornare a casa in questo momento. Sébastien prima esita, poi parte per Montreal per aiutare la madre e sostenere il padre.
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Lo ritengo uno dei migliori film usciti in questi ultimi anni. Può essere visto ed interpretato secondo innumerevoli chiavi, ogni volta che lo rivedo mi sorprende. Lo ritengo ad elevato contenuto metaforico: il titolo descrive appieno il signifiato del film, dove la caduta dell'impero romano non è stata causata dalla potenza dei barbari, ma dalla corruzione e dalla caduta degli ideali dello stesso impero. Nella narrazione cinematografica si affacciano molteplici figure che interpretano le differenti umanità e psicologie. L'ammalato, il protagonista, non è altro che lo specchio della passata generazione (la stessa del regista) che malgrado ingenua e inconcludente ha una fede (non certo in Dio), una fiducia ed un'etica di vita, a confronto con la rampante violenza, spregiudicatezza e determinazione dei nuovi Principi (il figlio), la porta verso il nuovo medioevo culturale dell’occidente.