nebraska regia di Alexander Payne USA 2013
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nebraska (2013)

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locandina del film NEBRASKA

Titolo Originale: NEBRASKA

RegiaAlexander Payne

InterpretiBruce Dern, Will Forte, June Squibb, Bob Odenkirk, Stacy Keach, Mary Louise Wilson, Rance Howard, Tim Driscoll, Devin Ratray, Angela McEwan, Glendora Stitt, Elizabeth Moore, Kevin Kunkel, Dennis McCoig, Ronald Vosta, Missy Doty, John Reynolds, Jeffrey Yosten, Neal Freudenberg, Eula Freudenberg, Ray Stevens, Lois Nemec, Francisco Mendez, Catherine Rae Schutz, Jose Muñoz, Terry Kotrous, Dennis McCave, Rachel Lynn Leister, Melinda Simonsen, Noah Matteo, Scott Goodman, Colleen O'Doherty

Durata: h 1.50
NazionalitàUSA 2013
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2014

•  Altri film di Alexander Payne

Trama del film Nebraska

La storia è quella di un uomo con un debole per la bottiglia, in viaggio dal Montana al Nebraska per ritirare il premio di un concorso, assieme al figlio da cui si è da tempo allontanato.

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Voto Visitatori:   7,84 / 10 (64 voti)7,84Grafico
Miglior attore (Bruce Dern)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attore (Bruce Dern)
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Voti e commenti su Nebraska, 64 opinioni inserite

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ferzbox  @  01/12/2016 18:03:40
   8 / 10
Questo film mi ha ricordato in tantissime situazioni il rapporto conflittuale che c'è tra me e mio padre, due individui di generazioni lontanissime, più di 50 anni di differenza, abituati a vedere il mondo da prospettive quasi opposte che hanno portato al manifestarsi di decine e decine di liti.
Ora mi ritrovo a confrontarmi con lo stesso uomo ormai novantenne, testardo, fermo e cementato nelle sue idee, un pò rin********to ma ancora feroce come un leone, tormentato dai suoi cali di forma, dagli acciacchi dell'età, e sopratutto dal fatto che non può più fare quello che faceva un tempo(e mio padre è sempre stato un uomo che faceva del suo lavoro una ragione di vita).
Quello che è riuscito a fare "Nebraska" è stato istruttivo; mi sono trovato ad immedesimarmi nel personaggio del figlio, a capirlo, ad approvare quello che faceva per il padre, a ricordare e pensare al passato di mio padre mentre lui pensava a quello del suo; più di una volta mi sono chiesto se riuscivo a capire quello che avevano vissuto i miei genitori quando erano vivi, chi avevano conosciuto, che esperienze avevano avuto, cosa pensavano di loro le persone che li conoscevano in passato, magari quando erano giovani; penso che sia tremendamente difficile riuscire a capire cosa pensa un uomo quando arriva a 90 anni; credo che tutta la vita vissuta imploda in un onda di stanchezza e saggezza, quasi assopita o cancellata dai cambiamenti che impone il tempo da un epoca all'altra, ed è questo che poi causa incomprensioni tra genitori e figli, sopratutto se i figli vengono addirittura concepiti tardi.....
Il sogno di Woody Grant era quello di comprarsi un furgone ed un nuovo compressore, non tanto ritirare un milione di dollari; il suo sogno era quello di aver un ultima soddisfazione prima di morire, un nuovo stimolo, una nuova meta, e questo sogno alla fine ha portato a qualcosa di ancora più grande secondo me, a qualcosa di molto più prezioso di un milione di dollari.....
Ho affrontato la visione con una piccola stretta al cuore, perchè attraverso questo film sono riuscito a capire di mio padre qualcosa che non avevo mai capito prima; anche se diventiamo adulti e siamo abituati ad affrontare la vita, abbiamo noi esseri umani una visione invincibile dei propri genitori, come se a loro mai possa succedere qualcosa, o se succede loro sanno come affrontarlo, oppure non abbiamo troppo tempo per aiutarli perchè siamo impegnati ad occuparci della NOSTRA di vita......e invece no, siamo proprio noi figli a dover continuare ad alimentare la loro esistenza, più si invecchiano loro e più questo compito si concretizza per noi.....
...e poi c'è la cara, dolce e senza peli sulla lingua, moglie di Woody, che con molta naturalezza e spontaneità, prova e dimostra ancora una volta che le donne quando invecchiano sanno essere più determinate ed aggressive nel difendere la propria famiglia, lamentandosi continuamente di quanto è idiota il marito.....un marito con cui non riuscirebbero a vivere nemmeno un giorno se non ci fosse più....
"Nebraska" è tutto questo......una riflessione totalmente esente dall'essere patinata per dare un senso verosimile ad una "banalità" come lo scorrere della vita......una fotografia del passato, giustamente vista in bianco e nero per trasmettere meglio il messaggio, presente dall'inizio alla fine del film.....
Molto bello....

4 risposte al commento
Ultima risposta 13/12/2016 11.47.41
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fabio57  @  01/02/2016 10:21:51
   7 / 10
Molto impegnativo,in un bianco e nero inquietante, un vecchio in compagnia dei figli cerca di riscuotere una vincita inesistente, ripercorrendo i luoghi del suo passato, Tra demenza senile e tenacia il protagonista si muove stralunato e goffo in mezzo alle strade che lo portano in Nebraska .Il film e' un ambizioso tentativo di raccontare di un uomo alla fine dalla vita che vuole dare un senso alla propria esistenza. In alcuni tratti un po' pesante, però si avvale di una grande interpretazione.

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Ultima risposta 14/08/2016 15.38.29
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slint  @  08/04/2014 10:25:22
   6 / 10
ok,lo spaccato di vita Vera,ok le interpretazioni ottime..ma gli 8 ed i 9 secondo me li meritano film di cui ti ricorderai tra molti anni,questo non credo sara' tra quelli..e non ho votato per abbassare la media altrimenti avrei dato 1.
cioa' uno secondo me prima di votare dovrebbe pensare a cosa si accosta al voto scelto,voglio dire se vi è piaciuto,se ve lo siete goduto gli date 9-10 addirittura,ma ad un film (ad esempio) come il padrino quanto dovete dargli?buone visioni..

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Ultima risposta 08/04/2014 11.12.21
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ilmioparere  @  24/03/2014 01:33:09
   2 / 10
Ragazzi, scusatemi, ma WTF???
Sono un trentenne di buona cultura, adoro i film che lasciano qualcosa e non le mere s.t.r.o.n.z.a.t.e. commerciali ma......

CHE C__ZZO HO VISTO???

2 ore che mi hanno fatto scendere le palle a terra, una noia mortale, un film insulso, inutile, INSIGNIFICANTE!!!

2 ore per dire che la vecchiaia rinc.oglionisce, e che un figlio dovrebbe accontentare un padre quando la fine della sua pista è vicina...complimenti signor regista, davvero un film d'essai.......

se questo film ha come media 8, film come Memento, The Prestige, Shutter Island hanno a questo punto 80!!!!

Vi prego, ditemi che ho visto una versione censurata!!!! In questo film non succede nulla, Nulla, NULLA, NULLAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!

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Ultima risposta 26/03/2014 23.25.57
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  21/02/2014 11:40:28
   7½ / 10
Divertente al punto giusto, garbato e dallo stile quasi indie come il miglior Jarmusch.
In verità non tutto funziona alla perfezione, e pur non colpendoti allo stomaco riesce ad essere una visione leggera con il giusto tocco tra humor e momento di commozione, anche se bisogna ammettere che il film si poggia sulle spalle di un immenso Bruce Dern.
Molto bello il finale... mi aspettavo qualcosina in più però, lo ammetto.
Non il film dell'anno, decisamente, resta una visione interessante e con battute e dialoghi di altissima levatura.
Presente anche Bob Odenkirk, difatti da un momento all'altro mi aspettavo l'arrivo di Walter e Jesse a chiedergli consiglio. Breaking Bad fa male alla salute, altroché.

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Ultima risposta 21/02/2014 12.58.07
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GianniArshavin  @  30/01/2014 17:45:46
   7 / 10
Buon film questo di Alexander Payne anche se non perfetto come molti dicono.
Questa toccante storia che a tratti ricorda "Una storia vera" di David Lynch mi ha colpito molto all'inizio,con quest'uomo che si attacca anche ad una palese truffa pur di dare uno scopo ai suoi ultimi anni di vita e provare a lasciare un qualcosa di utile alla sua famiglia, e nel finale davvero toccante ma non melenso.
Quello che non ho apprezzato è stata la parte centrale,sia per la lentezza (anche se ci può stare visti i protagonisti)che per le scelte narrative fatte che secondo me si concentrano troppo su cose futili e di scarso interesse (l'eccessivo soffermarsi sulla quotidianità dei parenti di Woody,il compressore,la disputa con Ed)tralasciando invece parti salienti della vita del protagonista che potevano coinvolgermi maggiormente. Proprio il coinvolgimento in questa fase è mancato,forse perché non sono riuscito ad entrare in sintonia con le tematiche proposte.
Passando ad altri aspetti positivi ci sono sicuramente Woody (straordinario Bruce Dern) e Kate,due personaggi davvero fortissimi e non scontati,caratterizzati benissimo che rappresentano la marcia in più di Nebraska. Bene anche il bianco e nero scelto dal regista,la fotografia,il cast in generale e alcune scene davvero tenere ed empatiche che riescono a trasmettere benissimo tutto quello che provano i personaggi in scena.
In definitiva quindi Nebraska è un ottimo prodotto con una storia toccante ma non retorica e due personaggi indovinati;purtroppo una parte centrale lenta e poco coinvolgente limitano un po la riuscita finale.

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Ultima risposta 16/02/2014 19.59.13
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  30/01/2014 17:15:09
   8 / 10
Il sogno pervicace di Woody, è ciò che distingue, lui e il figlio, dalla mediocrità claustrofobica di una provincia piatta, piatta, e bianco e nera.
Un racconto, quello del minimalista Payne, affezionato a un cinema agrodolce lontano dalla luce della ribalta, che ricorda in moltissimi tratti (personaggi, situazioni e registro narrativo) la prosa di Raymond Carver. Salvo che nel finale, aperto a quel sogno irredento, contraltare di uno squallore che poi non è tanto esclusivamente "provinciale", ma ci riguarda un po' tutti.
Quanti saprebbero veramente come impiegarlo, quel benedetto milione? Quanti hanno sogni da realizzare?

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Ultima risposta 30/01/2014 18.21.34
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spoonji  @  30/01/2014 11:14:28
   10 / 10
Un piccolo film semplice, delicato, ma grandioso nel modo in cui tratta un tema dove la retorica e il buonismo sono dietro l'angolo. Sguardo lucido e perfetto equilibrio fra umorismo, cinismo e piccoli stralci di vita dura, vissuta in posti che non ti regalano nulla, dove non c'è nulla oltre a quello che hai in casa. Dove a volte basta anche un illusione per avere la scusa di dare una scossa a una vita vissuta a testa bassa e che rischi di finire senza aver mai vinto.
Un vero gioiello di film.

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Ultima risposta 15/01/2017 16.30.25
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  27/01/2014 12:38:40
   8 / 10
Stavolta di strade laterali non ce ne sono perchè non si va dove ti porta il vino, qua e là, ma dove ti manda
precisamente, con tanto di indirizzo, un biglietto vincente.
Nessuna sideways insomma ma solo una lunga via principale, una highway di centinaia di km per andare a ritirare un milione di dollari, quel milione di dollari che tutti noi vinciamo ogni giorno, che se una volta era su un biglietto adesso è un banner che ci appare sul pc da cliccare. Vinciamo sempre, ogni giorno, sempre noi, che cùlo.
Ma Woody è sull'80ina, quel premio da ritirare è molto di più di quello che (non) è, quel premio è una ragione di vita, quel premio è qualcosa cui appigliarsi per sognare ancora, per porsi un obbiettivo un pò più grande di quello di arrivare vivo a letto la sera.
Woody prova a piedi, sono circa 900 miglia (credo), che vuoi che sia.
Lo portano a casa disperati.
Poi riprova a piedi, ancora e ancora.
E allora portiamocelo a Lincoln, pensa suo figlio.
E partono.
Padre e figlio
Payne ci racconta un altro viaggio ma stavolta è un viaggio diverso, forse l'ultimo.
Woody sembra un pò Harold Fry, il suo arrivare a destinazione diventa una missione ma al tempo stesso è pretesto per sentirsi ancora, e forse per una delle ultime volte, vivo.
Non è un viaggio di riscoperta di sè stessi ma semmai del contrario, del far scoprire agli altri chi sei. E come in Still Life capitò a John, stavolta è David, il figlio di Woody a ripercorrere la vita di suo padre, a conoscerlo meglio, nei pregi e nei difetti.
Nebraska non è un classico road movie, alla fine 700 miglia volano in un ellisse e c'è una sola fermata, un solo luogo, quello del paese natale di Woody.
Le sue radici.
E qui Payne si ferma, qui il viaggio si ferma per 4,5 giorni dell'intera settimana dello stesso.
E ci regala delle sequenze di squisita finezza comica, come il primo incontro con la famiglia del fratello di Woody con quei due cugini che guardano fisso David interessati solo (non lo vedono da 30 anni) a quanto ci ha messo ad arrivare fin lì in macchina, la scena, strepitosa, della riunione di famiglia, con quella decina di fratelli che guardano il televisore con una birra in mano e si fanno sincopate domande e risposte,il furto del compressore sbagliato, questo sì momento comico tout court da piegarsi in due (ma attenzione, non gesto banale, ma gesto di unione di due fratelli che a malapena si parlano in onore del padre) battute alla Allen ("sono a fare volontariato in autostrada, cioè, in realtà sono servizi sociali per un'accusa di stupro" "a me piaceva scopàre e lei era cattolica, fai la somma, due figli venivano fuori anche per forza).
L'aria è malinconica ma il tono di commedia brillante non si appassisce mai.
E più che Woody, personaggio tragico che ce n'è uno, spiccano dei personaggi secondari perfetti, come i due sopracitati cugini, grassi e uguali, che guardano sempre nella stessa direzione, la moglie di Woody, vero collante del film, grossolana, sguaiata, maleducata, dura, grezza, ma capace di accarezzare i capelli di Woody e dargli alla fine un bacio di dolcezza infinita, l'ex socio di Woody, vecchio bossetto del luogo, un luogo pieno di vecchi e di ricordi, gonfio di nulla e vuoto (e non è un caso, forse, la scelta del bianco e nero, non solo stilistica ma più vicina alla materia, il ricordo, e ai personaggi presenti).
Woody, come accennato, è invece personaggio tragico, defilato ed in lui va ricercato tutto il senso del film.
Woody che cade, si apre la testa ma va avanti lo stesso.
Woody che durante le riunioni se ne sta sempre da una parte senza parlare. Con la testa altrove.
Woody che al cimitero mentre la moglie e il figlio parlano se ne torna in macchina. Perchè quelli sono sempre i suoi genitori morti, quello il suo fratellino di 2 anni morto, quella la sua sorella di 19 anni morta, e ci si può scherzare quanto volete, ma questo è un dolore per me, un dolore grande, vi aspetto in macchina.
Woody che nel ritorno alla sua prima casa si emoziona ad entrare nella camera da letto dei genitori e torna ancora, l'ennesima volta, in disparte.
Woody che accarezza il biglietto ritrovato.
Woody che nel momento più bello del film incrocia lo sguardo di una ex fiamma di 50 anni prima e chissà quante cose gli sono venute in mente in quel momento. E chissà quante ne sono venute in mente a lei.
Woody è tragedia pura, fa ridere sì, ma non come gli altri.
Perchè lui in quella lettera ci crede davvero e si sente alla fine di tutto perciò rendere credibile un sogno è meglio di aspettare la fine in un divano.
E quello che rappresenta e ha provato Woody non l'ho visto solo dentro il film ma ancor di più fuori.
Esco dal cinema. C'era un bellissimo signore di una 80ina d'anni che avevo notato anche all'entrata, capelli lunghi raccolti in una coda, vestito elegante, un signore distinto che sembrava un ex attore di cinema.
L'ho visto fuori, dopo il film, staccarsi dal suo folto gruppo e andare a piangere a dirotto.
Gli sono passato vicino apposta sperando di incrociarne lo sguardo.
L'ho incrociato.
E Nebraska mi è entrato dentro.
Perchè non puoi avere la malinconia della fine vita se non sei alla fine vita.
Perchè, lo spero, tutti noi arriveremo a quell'età in cui le piccole cose, le cose insensate ci sembrano grandi cose.
Le piccole conquiste ci sembrano grandi conquiste.
Non come da giovani in cui quasi sempre i grandi sogni, le grandi conquiste si rivelavano poi piccole.
Da vecchi sono le piccole che si rivelano grandi.
E tutti noi alla fine ci accorgeremo che ci basta inseguire poco, anche una chimera, per sentirci ancora vivi.
Anche se un milione di dollari diventa poi un brutto cappello con scritto "Vincitore del premio".
Tutti noi avremo un Nebraska, un ultimo luogo, un ultimo desiderio.
E più ci avviciniamo a quel Nebraska, come quel signore fuori dal cinema, più l'intensità dello stesso acquista valore. Acquista bellezza ma anche dolore.
Avrei voluto esser vecchio ieri, molto vecchio.
Perchè solo loro possono capire.

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Ultima risposta 27/01/2014 14.55.47
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/01/2014 23:27:52
   8½ / 10
L'ultimo miraggio di una vita non eccelsa, il bisogno di compensare con il denaro un'aridità affettiva di un nucleo familiare di verità celate e aride compensazioni alcoliche. Woody Grant è l'anti-eroe dei nostri tempi, il volto emaciato e smarrito di Bruce Dern è di quelli che non si dimenticano facilmente, anche se il personaggio darebbe ogni cosa per essere lasciato in pace. Quella faccia da perenne carogna che tanto ci inquietava decenni fa ora lascia il posto a una debole ma umana figura paterna, all'uomo che "crede a quello che gli dicono" e si perde in una menzognera promessa milionaria che reclama poche risorse, magari solo un trapasso finale migliore prima di morire. Lo stile minimalista di Payne non concede tregua anzi probabilmente ne offre in eccesso, è un cinema indipendente che sposta l'asse sul profilo sbandato delle convenzioni familiari mentre il mondo che lo circonda, desolante e meschino, parla di Chiesa eppure conosce tutte le fonti del peccato. Il tutto può anche apparire retorico a tratti, ma a mano a mano che questo loser ci accompagna, vediamo - in una sorta di affascinante manierismo - mostruose solitudini reclamare, come avvoltoi nel deserto, un credito repellente e codardo. Si muovono - in un b/n ora teatrale (Beckettiano perfino) ora documentaristico, volti scavati dal tempo che vivono un'eternità che non ha esaurito una vaghissima, lontana speranza. Ti ricorda Lost Highway di Lynch, ma con una sordida amarezza che invade tutto, anche certi dialoghi spassosi, e quella fissità temporale dove tutto sembra resistere, dalla sopravvivenza alla morte - cfr. fantasmi viventi o defunti risorti dalle ceneri.
E' il capolavoro di Alexander Payne, un film tanto semplice ma di una forza liberatoria e accecante da insidiarsi nel buio di un mondo sempre uguale, diverso solo nei preconcetti comunitari verso un vincitore baciato dall'ennesima, cieca, fortuna

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Ultima risposta 31/01/2014 01.04.50
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