La complicata relazione che si è formata tra l'analista dell'FBI Bill Hagmaier e il serial killer Ted Bundy durante gli ultimi anni di Bundy nel braccio della morte
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Non pretendevo qualcosa al livello di "Capote" (Miller 2005), ma neppure un film ridotto a dialogo interminabile fra comari che di "profiler" e "serial killer" non hanno sostanzialmente nulla. Le performance recitative girano a vuoto.
Film che tralascia completamente l'aspetto spettacolare ( e morboso) della storia del serial killer Bundy a discapito della guerra psicologica tra lui e il giovane profiler. Ne esce un prodotto che interessante ma molto, troppo celebrale il che alla lunga appesantisce e stanca. Niente male come produzione e buone le recitazioni ma la staticità generale e una certa ripetitività delle scene zavorrano il risultato finale che è sufficente ma nulla più.
In No Man of God sicuramente la buona alchimia fra i due attori, Kirby e Wood, che la una solida base di un film comunque di impostazione teatrale. NOn c'è un vero e proprio gioco di manipolazione reciproca quanto la necessità di comprendere altrettanto reciprocamente le esigenze dell'altro. Capire il perchè un uomo sano di mente possa fare certe azioni. Il succo del film è che i ruoli potrebbero essere invertiti fra chi interroga e l'interrogato. I confini con la mente di un serial killer sono labili specie se raffrontati con il concetto di normalità. Che si lascia andare ai propri impulsi e chi si frena. Ben sviluppati i dialoghi, Una regia che cerca di essere il meno statica possibile per un film che ha la pecca di aggiungere poco sull'argomento, ma non male come costruzione sviluppo.