repulsion regia di Roman Polanski Gran Bretagna 1965
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repulsion (1965)

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locandina del film REPULSION

Titolo Originale: REPULSION

RegiaRoman Polanski

InterpretiCatherine Deneuve, Ian Hendry, John Fraser, Yvonne Furneaux, Patrick Wymark, Renée Houston, Valerie Taylor, James Villiers, Helen Fraser, Monica Merlin, Hugh Futcher, Imogen Graham, Mike Pratt, Roman Polanski

Durata: h 1.45
NazionalitàGran Bretagna 1965
Generethriller
Al cinema nel Settembre 1965

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Trama del film Repulsion

La lenta discesa di Carol Ledoux (C. Deneuve), manicure belga a Londra, verso la dissociazione psichica. Lasciata sola in casa dalla sorella (Y. Furneaux), è vittima di incubi, allucinazioni sessuofobiche, deliri. Quando due uomini un corteggiatore e il proprietario di casa penetrano nell'appartamento, vengono uccisi.

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Voto Visitatori:   8,06 / 10 (86 voti)8,06Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Repulsion, 86 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

DogDayAfternoon  @  26/10/2015 13:52:12
   6½ / 10
Un ottimo soggetto non sfruttato pienamente. Molto interessante il personaggio di Carol (straordinaria Catherine Deneuve), imprevedibile nella sua complessità, ma non adeguatamente supportato nei contenuti, abbastanza poveri a mio avviso: soprattutto nella prima ora, al di là di approfondire piano piano la personalità della protagonista, non succede molto altro. La seconda parte è sicuramente migliore, la tensione molto alta e si seguono gli avvenimenti con crescente trepidazione. Particolare nota di merito anche al sonoro molto particolare e accentuato.

Le premesse per un ottimo film ci sono tutte, con un po' più di "movimento" l'avrei apprezzato maggiormente.

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Ultima risposta 26/10/2015 14.33.57
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hghgg  @  09/09/2014 20:52:34
   8 / 10
Roman Polanski è sempre stato uno dei grandi maestri del cinema europeo, fin dai suoi brillanti esordi, da intendere come i suoi primi tre lungometraggi, diretti tra il 1963 e il 1966. "Repulsion" è il suo secondo film e rappresenta il prodotto più riuscito del primo Polanski, oltre a donarci una meravigliosa, giovanissima Catherine Deneuve qui al suo primo ruolo di grande rilievo.

In "Repulsion" Polanski esplora mirabilmente quell'abisso nero che è la mente umana, nel caso specifico con una particolare attenzione verso una mente femminile disturbata, insicura e fragile come quella della protagonista Carol, molto ben interpretata da una Catherine Deneuve costantemente fuori-fase, allucinata, alienata sempre di più dal mondo che la circonda, terrorizzata dalla solitudine (elemento che scatenerà definitivamente una follia a stento controllata) e ancora di più dall'universo maschile, un mondo con cui la giovane non riesce a rapportarsi.

Insicurezza, fragilità, alienazione, paura, follia, morte. Sono elementi chiave in questo gioiello nero di Polanski che dirige il tutto con la sua regia tipicamente attenta a metafore e dettagli, ai silenzi e ad un' inquietante e riflessiva lentezza pronta a sfociare nelle sue riconoscibilissime e spietate accelerazioni finali che nel caso di "Repulsion" sono un concentrato di ormai inarrestabili manifestazioni di orrore e paranoia che siano reali (gli omicidi commessi da Carol, il suo perdersi nella completa alienazione senza nemmeno più nutrirsi) o scaturiti dalla mente ormai perduta nell'abisso della ragazza (le mani, mani maschili che escono dalle mura per ghermirla, sempre di più man mano che il finale si avvicina; e le crepe, quelle crepe che distruggono i muri della casa e spezzano la mente della ragazza, reali o metaforiche crepe della sua sanità mentale che perseguitano lei e lo spettatore fin dalle prime battute della narrazione).

Il ritmo regolato dalla regia e dalle inquadrature mai banali e spesso eccezionali di Polanski è lento, come l'orrore più sibillino che striscia nascosto pronto ad esplodere, l'orrore della follia. Ma man mano che il film va avanti l'attenzione è sempre più preda dello schermo e le sequenze forti e memorabili, comunque disseminate per tutto il film, si fanno sempre più numerose, rette benissimo dal giovane talento della Deneuve davvero in stato di grazia (credo resti una delle sue migliori interpretazioni e dire che di buone cose ne ha fatte molte).

La strepitose sequenze, due in tutto il film, perché l'orrore puro qui è dosatissimo, delle braccia che spuntano dalle mura (vent'anni dopo qualcuno avrebbe potuto far notare che quelle braccia uscivano dalle fottùte pareti) sono indimenticabili e assolutamente angoscianti, tra i momenti che preferisco dell'intero cinema Polanskiano, riprese anche da Sclavi nel capolavoro dylandoghiano "Storia di Nessuno". Ma le scene e le inquadrature che il perverso occhio del polacco ci regalano in questo film sono numerose. Già solo l'inquadratura strettissima sull'occhio destro della Deneuve che apre il film varrebbe il prezzo del biglietto, così come la sequenza finale con la camera che stringe sempre di più su una certa fotografia... E poi ovviamente Carol che se ne va in giro con la testa del coniglio nella borsetta, la sequenza del suo primo omicidio (il secondo è un po' più telefonato mentre nel primo il ritmo sonnolento ti trae ancora in inganno). La regia di Polanski immerge perfettamente nell'atmosfera del film e lo spettatore è presto partecipe della deriva psicologica e mentale della ragazza.

Film dai pochi mezzi ma dai grandi talenti, si avvale anche di una sceneggiatura solida, scritta intelligentemente, ben dosata nei suoi elementi e perfetta quando è il momento di accelerare; il tutto anche caratterizzando perfettamente il personaggio di Carol sul quale è stato costruito un One-Woman-Show attorno a cui gira un ristretto numero di comprimari; tra questi vorrei ricordare Yvonne Furneaux attrice francese autrice di una prova memorabile 5 anni prima ne "La Dolce Vita" nei panni dell'instabile Emma, fidanzata di Marcello; Polanski, con la cartolina che il personaggio della Furneaux spedisce alla sorella Carol, regala anche una probabile e volontaria citazione del capolavoro felliniano ("non fare troppa Dolce Vita" c'è scritto sulla cartolina).

Polanski lo sappiamo sa sfruttare magnificamente la pochezza di mezzi, come pochi altri, e anzi di solito quand'è così le cose gli riescono anche meglio. Ristrette ed essenziali sono anche ambientazioni e scenografie: gli esterni o altri ambienti (l'istituto di bellezza dove lavora Carol) non mancano ma gran parte delle sequenze e certamente tutte quelle più importanti si svolgono solo e soltanto nell'appartamento della protagonista, un solo ambiente principale che diventa un mondo infinito, sfruttato mirabilmente dalla regia di Polanski che si impone con quella che diverrà una sua specialità, i film "d'appartamento" ("Rosemary's Baby" "L'Inquilino del Terzo Piano" "Carnage" ma direi anche "La Morte e la fanciulla") dove tutto o molto si svolge in un unico luogo, in un unico appartamento che Polanski sa trasformare nel teatro degli orrori più terribili scaturiti dall'uomo, o da altro.

In conclusione "Repulsion" è il miglior film del primo Polanski e certamente uno dei suoi capitoli più riusciti, giusto un gradino al di sotto dei suoi capolavori assoluti; meriti in più quelli di aver consacrato un grandissimo regista e di aver lanciato un'attrice che sarà poi definitivamente consacrata dall'infinito maestro Bunuel.

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Ultima risposta 01/05/2015 14.17.48
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david briar  @  04/09/2011 20:13:11
   6½ / 10
Quinto film che vedo di Polanski e prima volta che mi lascia un po' deluso.

"Repulsion"è un film lento con poco ritmo,e non riesce a far paura,solo a inquietare e angosciare in maniera leggera.
Forse il problema è che si ha l'impressione che non succeda niente per tutta la durata,e quindi si visiona con difficoltà entrando in un torpore da cui è difficile uscire.C'e solo una scena che riesce a sorprendere davvero,ma purtroppo è isolata e le successive scene interessanti arrivano solo verso l'ultima mezz'ora.
Il finale,che di solito con Roman è incredibile,stavolta non riesce a sconvolgere al pari dei suoi capolavori,ma rimane un ottimo finale che conclude in modo intelligente l'opera.
La regia di Polanski è sempre di alto livello,ma mi è sembrato meno sicuro e esperto nella composizione dell'inquadratura.

In conclusione "Repulsion" per me è una delusione,ma forse erano le mie aspettative ad essere troppo elevate,viste le altre sue opere da me viste.E forse non aiuta neanche il fatto che il film abbia più di 40 anni.
Ma comunque ha caratteristiche interessanti e merita almeno la sufficienza,anche se,mi dispiace dirlo,stavolta non condivido l'entusiasmo generale.

P.S. Dimenticavo,la Deneuve è molto brava e affascinante,e il 6 e mezzo che ho dato dipende anche da lei e dalla sua bravura.

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Ultima risposta 27/11/2016 00.36.35
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76eric  @  16/11/2010 21:02:27
   9½ / 10
Secondo lungometraggio per Roman Polanski per quel film che inaugura la cosidetta trilogia dell' appartamento ( Rosemary's baby e The tenant), ed è già Capolavoro.
Quale sia il migliore dei tre è difficile dirlo, ( personalmente metto The tenant a fatica però, al terzo posto e poi fra i rimanenti due non saprei quale preferire), ed in questo episodio si assiste all' inesorabile e progressiva discesa psichica dell' attrice protagonista, tanto cresciuta quanto attraente, che è affetta da un vero e proprio senso di repulsione e di odio nei confronti degli uomini. Le cose peggioreranno in modo netto una volta lasciata sola dall' amata sorella maggiore, che partirà con l' amante per un viaggio in Italia.
Ciò porterà Carol ad isolarsi, a non uscire più di casa, a non andare al posto di lavoro a non occuparsi delle faccende domestiche anche se ciò non lo faceva nemmeno prima, sostanzialmente a delirare

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Non mancano inoltre, e questa è la cosa più importante, quell' ulteriore "quid in più" che porterà Carol a commettere efferatezze, orribili incubi e visioni distorte con tanto di crepe immaginarie ai muri dell' appartamento, che minano la "protezione" data dal sicuro luogo.
Non si capisce o comunque non vi è certezza se essa è stata vittima di maltrattamenti paterni o da cosa sia data questa grave "patologia sociale",
fatto stà che Carol è cresciuta, è donna, è desiderata, ma ripudia gli uomini come in età pre-adolescienziale.
Polanski è un genio, persino i momenti fuorvianti la vicenda ( la banda della strada ad es.), hanno un loro perchè.
Le musiche ed il sonoro sono impeccabili ed utilizzate nei momenti clou, che tendono ad aumentare la tensione delle scene e per ultimo, come non menzionare la prova "mastodontica" della ipermeravigliosa Deneuve con quella sua bellezza ( mozzafiato) molto acqua e sapone e quel lieve "strabismo di venere" che non può non attirare l' attenzione dei giovani maschietti. Di una bellezza sconvolgente, davvero poche colleghe possono reggere il confronto. Una dea.

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Ultima risposta 24/02/2012 19.04.09
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  02/01/2010 12:49:19
   9 / 10
Ritratto magnifico della follia.

L'appartamento visto come l'unico luogo in cui la Deneuve riesce a comunicare con sè stessa, quel mondo esterno che è inconciliabile con i suoi stati d'animo, i rumori secchi e ripetitivi come sfondo nella sua mente.
Registicamente coinvolgente il secondo lavoro di Polanski è forse ancora più incisivo e maturo dei successivi.

Lo sguardo in quella foto è più inquietante di qualsiasi efferato omicidio.

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Ultima risposta 05/01/2010 11.59.31
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  30/11/2009 10:06:17
   9 / 10
Pellicola altamente disturbante, degente e degenerata, dominata da un crescendo d'angoscia in cui tutti gli elementi concorrono; prima della cosiddetta "trilogia dell'appartamento", rimane una delle migliori opere del regista, e tra le più profonde indagini sui disturbi mentali mai intraprese in ambito cinematografico.

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Ultima risposta 30/11/2009 11.50.21
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  18/02/2008 15:22:03
   8 / 10
Polanski’s School.

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Ultima risposta 10/07/2009 13.22.35
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norah  @  11/12/2007 12:08:24
   8 / 10
Repulsion brilla come un magnifico diamante nero all'interno della" trilogia degli appartamenti"del grande cineasta polacco.
Si tratta di un thriller opprimentissimo e ossessivo,caratterizzato da scelte registiche mozzafiato;purtroppo l'eccessiva lentezza gli impedisce di eguagliare il successivo capolavoro Rosemary's Baby.
Protagonista assoluto di questo splendido film, a parte un'acerba Catherine Deneuve(per quanto mi riguarda ancora leggermente monoespresiva) é il suono:in primis il trillo glaciale del telefono,da brividi.
Da notare la cartolina che raffigura la torre di Pisa, dall'evidente struttura fallica che rimanda perfettamente all'ossessione della bella protagonista.

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Ultima risposta 01/03/2010 02.56.01
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  08/09/2007 23:44:03
   6½ / 10
a me ha dato un po fastidio la lentezza con cui procede la storia!ritmo lentissimo(il regista sembra essere di origine russa)per tutto il film...
abbastanza inquietante ma non originale...

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Ultima risposta 16/03/2009 23.40.54
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benzo24  @  19/06/2005 20:12:37
   10 / 10
Chi ha visto questo film potrà capire la mia delusione per tutti gli altri film che hanno trattato questo tema (la schizofrenia). Insuperabile.

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Ultima risposta 16/03/2009 11.57.20
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Raskolnikov  @  14/10/2004 23:06:48
   10 / 10
Il cinema è l'unica arte che può accedere alle percezioni immediate, quelle che precedono tutto e sono il sostegno necessario di qualsiasi elaborazione cosciente. Non c'è quadro, romanzo o musica che sia in grado di ricostruire (e non semplicemente evocare, tramite simboli e retroazioni) il complesso universo della coscienza percettiva.
Quando poi ci sono in gioco due menti così interessanti, quella schizofrenica (della protagonista) e quella psicanalitica (del regista) il risultato è un film imperdibile. Tutta la potenza del cinema imbrigliata da un grande regista, dotato di eccezionale intelligenza emotiva e di ottima capacità riproduttiva.
Polanski non ama la simbologia; non c'è nulla di oscuro o indiretto. C'è solo la cinica, perfetta, fedele ricostruzione di uno stato mentale, di una notevole manifestazione autodistruttiva dell'oggetto più complesso dell'universo. E basta.


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Ultima risposta 13/09/2007 16.53.57
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