Un istruttore bisbetico di una scuola privata del New England è costretto a rimanere nel campus durante le vacanze di Natale per fare da babysitter a una manciata di studenti che non hanno un posto dove andare. Alla fine, stringe un improbabile legame con uno di loro - un problematico cervellone danneggiato - e con il capo cuoco della scuola, che ha appena perso un figlio in Vietnam.
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VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR: Miglior attrice non protagonista (Da'Vine Joy Randolph)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior attore in un film commedia o musicale (Paul Giamatti), Miglior attrice non protagonista (Da'Vine Joy Randolph)
Emarginazione, solitudine, esistenze tormentate, problematiche, abbandoniche ambientate come se si stesse all'"Overlook Hotel": rarefazione di ritmo, cast, dialoghi, eventi. Lasciando da parte l'esilarante "Downsizing", girato nel 2017 quando l'inverno demografico era già cronaca quotidiana, questo è lo stile di Payne che i manuali d'estetica definiscono "manierismo/accademismo" e quelli di cinema "nostalgia della New Hollywood", però quant'è tenero, delicato, sensibile, agrodolce, sommesso, umbratile, un nuovo "Christmas movie" post-frankcapriano. M'ha insegnato la trimetilaminuria (TMAU) e che "punire" deriva da "punico".