Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Il regista Park Hoon-Jung e il protagonista di Oldboy Choi Min-sik si prestano a un racconto epico, sulla falsariga di Moby Dick, che analizza un rapporto antitetico tra uomo e stato di natura, inquinato dal rancore e comunque pervaso da una forma di atavica reverenza, in cui cacciatore e preda si trovano inaspettatamente accomunati dalla perdita. Sullo sfondo, l'occupazione giapponese della Corea di inizi Novecento, ricreata senza esclusione di dettagli e gusto figurativo, perfetta metafora di un colonialismo che tutto arraffa se non per feroce ingordigia. Il peso di un budget tutto sommato elevato per una produzione coreana si fa sentire nel comparto effetti speciali: la CGI della tigre, per quanto meno raffinata nei campi lunghi, non fa rimpiangere il felino visto in Vita di Pi.
Un racconto ricco ma anche ridondante sul rapporto tra uomo e natura, tra odio e rispetto. Due personaggi principali, il cacciatore e la tigre, uniti da questo rapporto controverso dove la perdita dei propri figli li riduce ad esseri disperati e soli, in fondo già morti nello spirito. Un duello prolungato ed a margine una caccia spietata di un esercito invasore pronto a qualsiasi mezzo per uccidere la preda per pura ambizione personale. Un film dal budget piuttosto consistente, la tigre in CGI che mostra il meglio nei primi piani, mentre in quelli meno ravvicinati meno efficaci anche se le scene d'azione degli attacchi felini sono concitatissime e tese nelle fasi d'attesa. Molta carne al fuoco, con meno arrosto del previsto.