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Il brodo primordiale da cui si sono originati sia Easy Rider sia tutta la contestazione che avrebbe reso grande la New Hollywood. Su sceneggiatura di un giovanissimo Jack Nicholson (esile per non dire praticamente inesistente), Roger Corman si riconferma maestro del basso costo e regala un'esperienza lisergica più unica che rara: i fotogrammi vengono spezzettate e ottengono consistenza allucinogena da luci stroboscopiche, cambi di frame-rate, effetti ottici vari e velocizzazioni cinetiche del montaggio. Si formano così affeschi caleidoscopici di figure astratte e distorte, intangibili e concrete insieme, nei quali si smarrisce evanescente l'esame dell'uso coscienzioso delle sostante stupefacenti. Certo, alcune digressioni esistenzialiste da filosofia hippie fanno sorridere per quanto oramai datate e il ritmo va detto è a tratti ondivago (ma d'altronde questo non vale per ogni vero trip?), ma tra le immagini visionarie indimenticabili dall'andamento subliminale sorge inattesa la riflessione nichilista (e quasi profetica) sulla fragilità estrema del sogno sessantottino, come se si avvertisse l'esaurirsi di ciò che può ispirare la vita. Imperfetto e retrò, ma molto affascinante.
Una pellicola figlia del suo tempo,curiosa e visivamente molto interessante con le sue esplosioni di luce e colori che compensano uno script esilissimo ( per usare un eufemismo). Regia di mestiere, sceneggiatura di Nicholson e cast di un certo livello con Fonda,Dern e la Strasberg. Oggigiorno un lavoro del genere sarebbe inconcepibile, Corman si riconferma abilissimo nel tirare fuori il miglior risultato possibile con budget molto limitati.
Corman è un regista conosciuto prettamente per i suoi horror gotici con Vincent Price , ma nella sua lunga carriera ha affrontato numerosi generi cinematografici. Con The trip il cineasta affronta il dramma psicologico , genere inusuale visti i temi tipici del cinema cormaniano ma non per questo da trascurare. La pellicola ,scritta da Jack Nicholson e interpretata da Dennis Hopper e Peter Fonda (il trio che ha dato vita al leggendario Easy Rider) , narra della prima esperienza con l'LSD di un regista pubblicitario e la storia è tutta incentrata sul viaggio psichedelico di quest'ultimo. Malgrado qualche acciacco dovuto al tempo e allo scarso budget , la potenza visionaria di quest'opera resta invariata. La trama è molto esile , non ci sono approfondimenti psicologici o sociali (siamo nel 68 hippie)ma al regista tutto questo palesemente non interessa ed infatti tutta l'attenzione è posta sugli effetti lisergici dell'esperienza allucinogena. Le visioni caleidoscopiche del protagonista , il turbinio di colori e immagini che rasentano l'illogico riescono a rendere tangibile lo stato alterato che vive il giovane regista; anche noi spettatori saremo inglobai in questo flusso surreale e la visione risulterà piacevole nonostante le lacune. Dunque un film che punta tutto sull'estetica e sulle sensazioni , che meriterebbe una pubblicazione in blu -ray con restauro annesso vista la forza espressiva delle immagini.
Non mi ha fatto impazzire ma ne lodo originalità, coraggio e stile visionario.
Bene lo script di Nicholson, un pò di confusione in narrativa e logica, bel gruppo di attori; è un dramma con elementi documentaristici e weird, dove la logica non conta tanto.
Imho non ha retto esageratamente bene alla prova del tempo, ma ha anche valore come documento d'epoca.
A distanza di quarant'anni mi dà la netta impressione di essere un film piuttosto datato, però visivamente ancora molto interessante e dal lato commerciale non si può negare il fiuto di Corman di allestire un film con alla base un argomento molto in voga all'epoca. Da notare che oltre alla sceneggiatura curata da Jack Nicholson, c'è la presenza di Peter Fonda e Dennis Hopper come attori, ovvero il trio di Easy rider.
E' il boom degli anni '60 e l'accoppiata Roger Corman (regia) - Jack Nicholson (sceneggiatura) allestisce un puro divertissement sugli effetti dell'LSD: dopo averne "studiato" le reazioni, Corman è in grado di mettere in scena un trip lungo un'ora, costellato di fantasiose figure multicolori, allucinazioni al limite del gotico e variegati giochi di luce. La trasposizione su schermo è inevitabilmente datata, ma nel complesso diverte e il meraviglioso montaggio, unito alle musiche, rende gli ultimi 10 minuti qualcosa da ricordare. Trama minimalissima, attori visibilmente a loro agio. E' il brodo primordiale di Easy Rider.
Fuori dal suo genere,R.Corman in uno dei suoi film più personali e ambiziosi. Scritto a quanto pare da J.Nicholson questo The Trip(notare il solito storpiamento del titolo dei produttori italiani) è un viaggio allucinogeno mistico e colorato. Purtroppo più di tanto non riesco ad approfondire poichè l'ho dovuto vedere in lingua originale e non sono riuscito a captare tutto. Nel cast troviamo anche D.Hopper ma svetta uno splendido P.Fonda. Consigliato.