transamerica regia di Duncan Tucker USA 2005
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transamerica (2005)

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locandina del film TRANSAMERICA

Titolo Originale: TRANSAMERICA

RegiaDuncan Tucker

InterpretiFelicity Huffman, Kevin Zegers, Fionnula Flanagan, Graham Greene, Burt Young, Elizabeth Peña

Durata: h 1.43
NazionalitàUSA 2005
Generecommedia
Al cinema nel Febbraio 2006

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Trama del film Transamerica

Un transessuale che vive a Los Angeles, Bree, sta risparmiando i soldi per fare l'ultimo intervento, quello che lo renderà definitivamente donna, quando riceve la chiamata di un ragazzo di New York in cerca del padre che non ha mai conosciuto. In quel momento Bree capisce di essere il padre del ragazzo, nato da un rapporto eterosessuale, quando ancora uomo...

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Voto Visitatori:   7,38 / 10 (123 voti)7,38Grafico
Miglior attrice in un film drammatico (Felicity Huffman)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attrice in un film drammatico (Felicity Huffman)
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Voti e commenti su Transamerica, 123 opinioni inserite

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valeriap4ever  @  06/03/2006 16:23:17
   7 / 10
"vorrei essere rispettata..vorrei che le persone quando mi guardassero vedrebbero semplicemente me!"
la transessualità...essere trans..una via di mezzo tra quello che sei e quello che vorresti che fossi...tra quello che ti senti urlare dentro....essere "non dichiarata.." nascondersi nella folla...per essere una xsona comune..uandelle tante..una donna normale.....poi emerge l''anima che urla..quella parte di donna dentro che vuole farsi vedere vuole sottolinearsi piu'' e piu'' volte....attraverso trucchi e vestiti esuberanti..."sono donna ***** donna!!!"sembrano urlare...


vorrei qui chiarire tutti i dubbi che ho visto sorgere in certi commenti ignoranti..sia qui che in altri film a tematica gay...queste condizioni NON sono patologiche e oltre alle tante interessanti storie culturali e antropologiche in cui popolazioni classificavano 3 sessi e veneravano i trans..vi spiego X METTERE LUCE sulle menti bigotte..xchè queste sono condizioni..ripeto NON patologiche:

Un''obiezione che si potrebbe portare alle ultime considerazioni è che in natura non nascono solo "minoranze" omosessuali o transessuali, ma molte altre variazioni sono presenti, molte delle quali considerate patologiche e da curare. Perché non considerare patologiche anche le "devianze" omosessuali e transessuali? Nascono persone strabiche, mutilate, con ogni sorta di "differenza" dalla norma e nessuno si sogna di non considerare queste "varianti" come situazioni a cui porre rimedio. Perché interveniamo operando un bambino strabico, perché curiamo alcuni comportamenti devianti quali la paranoia, la schizofrenia e non omosessualità e transessualità? Per carità, storicamente orribili pagine della scienza e della "psicologia" - alcune delle quali scritte nei lager nazisti - ci hanno pure provato a curare gay, lesbiche e trans, fallendo sempre. L''unico sistema che sembra abbia dato qualche risultato è la lobotomia frontale eseguita dal dott. Goebbels con l''effetto collaterale di una demenza totale e inguaribile.
Cosa contraddistingue, quindi, una differenza "patologica" da una "non patologica"? La sofferenza che provoca, la mutilazione che comporta o, peggio, l''incompatibilità con la sopravvivenza. Se nessuno di questi parametri è presente, nessuna "differenza" dovrebbe essere considerata patologica e quindi curata.
Le sofferenze di chi si scopre gay o lesbica, derivano tutte dalla non accettazione culturale, dall''omofobia. La prova di questa affermazione è nella storia dell''umanità che, in alcuni periodi ed in alcune zone geografiche, ha considerato l''omosessualità come una possibile variante comportamentale (o addirittura un dono). Ebbene in queste culture non risulta che gli omosessuali abbiano avuto a che soffrire della loro differenza. E'' vero che anche la pedofilia è stata in certi periodi storici considerata naturale e oggi invece la consideriamo un comportamento criminale, deviato, malato. In realtà ciò che rende la pedofilia ai nostri occhi inaccettabile è la coscienza che un bambino non sia né fisicamente, né psicologicamente pronto all''attività sessuale ed è in funzione della protezione dei minori che la pedofilia risulta inacettabile, non per altro.
Infine anche in questo caso, fra gli estremi dell''antica Grecia (spesso mistificati) e l''isterismo che vorrebbe morto ogni pedofilo a prescindere dal fatto che abbia o meno esercitato la sua pulsione, anche in questo caso la natura potrebbe offrirci la sua benevola indicazione: chiara, netta e difficilmente equivocabile. Ogni essere umano dovrebbe aver diritto ad esercitare liberamente la propria sessualità dopo il "marker" che la natura ci mostra e con molta evidenza: la prima polluzione, la prima mestruazione. Questi eventi ci dicono che la natura rende pronti gli esseri umani al diritto alla sessualità. Se così non fosse, dovremmo mettere in carcere quasi un intero continente, l''Africa, dove l''età media dell''inizio delle attività sessuali di uomini e donne è appena superiore all''età media dell''avvio della pubertà. Che poi vi siano limitazioni dell''esercizio della sessualità fra chi ha più di 18 anni e chi ne ha di meno, questo è un puro fatto arbitrario - e come tale opinabile -della nostra cultura.
Chiarito l''equivoco che viene costantemente "tirato in ballo" dagli omofobici quando si parla di "orientamento sessuale", ovvero che se si legittima l''omosessualità come orientamento sessuale, allora si dovrebbe essere costretti a dichiarare lecita anche la pedofilia, facendo una incredibile confusione fra lecito ed illecito (non sofferenza/sofferenza delle parti in causa), abusando di parallelismi che dimenticano da una parte la natura e il diritto del minore postpuberale alla sessualità, dall''altra, all''opposto, il dovere di proteggere il minore prebuberale da esperienze per cui la natura non l''ha ancora maturato, cosa del tutto assente nell''omosessualità consensuale adulta (o comunque post-puberale); chiarito ed affrontato per evitare di fare analisi volutamente "censurate", passiamo alla questione della transessualità.

Al contrario dell''omosessuale o della lesbica, la persona che si scopre difforme psicologicamente dal proprio sesso, non conosce solo sofferenze derivanti dalla transfobia della società. Scoprire di avere un corpo che non si desidera causa una sofferenza sua propria. Anche in questo caso però la Storia ci aiuta ad inquadrare meglio quanto sia determinante la sofferenza indotta rispetto a quella intrinseca, per l''armonioso sviluppo di una personalità. Già perché in civiltà, epoche e culture diverse dalla nostra, la condizione di distonia fra sesso e genere non subiva alcuna discriminazione. In molte tribù degli indiani d''america, ad esempio, questo tipo di persona veniva assolutamente accettata ed in alcune di esse, veniva persino considerata una necessità. Al punto che attraverso l''interpretazione di alcuni sogni, chi li faceva "doveva" vivere come donna se nato uomo o viceversa. Fra i sioux i/le "Winkte" (ovvero le persone transessuali, sia da maschio a femmina sia da femmina a maschio) erano profondamente rispettate. Molte Winkte erano considerate ottime mogli, ad altre veniva assegnato il ruolo di "giudice di pace" per tutte le questioni riguardanti le dispute fra uomini e donne, perché considerate persone "super partes". "Two spirits", "Due spiriti"... anche questo era un nome per le transessuali. E'' riportato dai libri di storia (pochi ovviamente) che uno dei guerrieri che si contraddistinse per capacità e determinazione nella battaglia di "Little Big Horn" fra i Sioux era proprio un "Winkte", un uomo nato donna, un transessuale.
In un ambiente favorevole, la sofferenza intima di essere nate o nati di un sesso opposto alla propria identità, veniva ampiamente compensata dalla possibilità che la società offriva loro di esprimersi con pienezza nel proprio genere sentito.
E le proto-transessuali di allora non avevano a disposizione nulla, se non la castrazione, per femminilizzarsi o per mascolinizzarsi, per adeguare anche il proprio corpo alla propria identità e ruolo di genere. Ciononostante vivevano complessivamente una vita più onorevole di quanto possa permettersi una persona transessuale nell''avanzato occidente di oggi.
Sembra pertanto facilmente dimostrabile che la sofferenza intrinseca alla propria condizione distonica fra sesso e gender possa trasformarsi in un dono, in una ricchezza, se le condizioni sociali consentono la piena espressione di sé, senza discriminazioni e umiliazioni derivanti dalla transfobia. La natura spesso se toglie da una parte, dà dall''altra. Il prezzo della distonia fra corpo e psiche riguardo la propria identità di genere - in una società aperta - sarebbe ampiamente compensato dal fatto di avere il dono di essere rare persone dotate dei "due spiriti"...
Oggi la scienza, ipocritamente ma pietisticamente, sembra aver voluto inserire fra le patologie psichiatriche il transessualismo più per consentire alle persone transgender l''accesso gratuito alle terapie oggi disponibili per armonizzare anche il proprio corpo alla propria identità, che non per vera convinzione.


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Ultima risposta 19/07/2006 20.34.18
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