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Tutti i post di Gianluca Pari aka VincentVega1

Kaze Tachinu, il nuovo film di Miyazaki

Pubblicato il 25/07/2013 14:12:10 da Gianluca Pari aka VincentVega1
Notizia di oggi (giovedì 25 luglio 2013): il nuovo film di Hayao Miyazaki parteciperà in concorso al prossimo Festival del Cinema di Venezia. Manna dal cielo per noi italiani che probabilmente riusciremo a vederlo in tempi non troppo lunghi, visto l'affetto che la casa di distribuzione Lucky Red ha dimostrato in questi anni verso il maestro giapponese dell'anime.

"Kaze Tachinu" (questo il titolo originale del film, in italiano "Si alza il vento") parla della storia vera di Jiro Horikoshi, ingegnere aereonautico progettista dell'aereo da guerra Zero Fighter, utilizzato dai nipponici durante il secondo conflitto mondiale.

Ritorneranno i temi tanto cari a Miyazaki, in un film poco consigliato ai più piccini (a differenza di "Ponyo"). Di seguito il trailer in giapponese del film:



In Giappone "Kaze Tachinu" è uscito lo scorso 20 luglio registrando un incasso record di 9,6 milioni di dollari nei primi due giorni di programmazione e recensioni più che entusiastiche da parte dei critici nipponici e non.

Non ci resta che aspettare dunque, ne varrà la pena.

Categorie: Festival Venezia, Generi animazione, Cinema in uscita, Cinema news

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Dylan Dog - Vittima degli eventi

Pubblicato il 07/06/2013 13:12:06 da Gianluca Pari aka VincentVega1
Vi presentiamo un nuovo progetto no profit tutto italiano su Dylan Dog. Una produzione dal basso sostenuta dal metodo del crowd funding (un finanziamento sostenuto direttamente dagli utenti finali), così da poter aiutare lo sviluppo di un progetto senza paletti produttivi né ostacoli di alcun genere. Di seguito troverete un video di presentazione e parte del comunicato pubblicato sul sito Indiegogo.





COS'E' DYLAN DOG - VITTIMA DEGLI EVENTI?

Il progetto nasce fondamentalmente dalla voglia di giocare con gli strumenti e le competenze tecniche che si sono in qualche modo messe via finora. Giocare cercando di conferire dignità ad un personaggio che per il nostro paese definire generazionale è decisamente un eufemismo, perché Dylan è stato e sarà negli anni a venire, più che trasversale; un autentico leitmotiv culturale Italiano. Abbiamo deciso di fare questo gioco direttamente con chi ne fruirà, ed è per questo che abbiamo scelto i finanziamenti da basso, evitando intermediari, produzioni e distribuzioni. Portando avanti il progetto, dal punto di vista dell'adattamento audiovisivo, ci ha fatto rendere conto dei meccanismi narrativi del fumetto e ci ha fatto comprendere la vera natura del personaggio di Dylan e del suo mondo. Dylan non è un personaggio a tutti gli effetti; non possiede un'autentica evoluzione. Egli è portato drammaticamente a ripercorrere le stesse dinamiche e ad assumere gli stessi identici atteggiamenti in una sorta di moto perpetuo.

Quello che abbiamo fatto è cercare di rendere Dylan un maniaco del suo lavoro. Un lavoro che albo dei professionisti non ha. Dylan ha a che fare con storie più grandi di lui, ed ha paura. Ma non può farne a meno, perché la curiosità e l'intuizione sembrano sempre trascinarlo in faccende ultraterrene. Spesso al confine con la realtà, e molto spesso anche oltre... Ed è lì che abbiamo avuto un'intuizione. Perché non prendere Dylan e non farlo indagare sui misteri e le leggende insolute della capitale? Potrebbe essere divertente! E, perché no, potrebbe essere interessante! La personalità che abbiamo donato alla nostra versione di Dylan vogliamo resti intatta. Il ragazzo della porta accanto con una smodata passione per l'occulto. Una passione che è decisamente più di un lavoro: è uno stile di vita. Ciò non toglie che i tratti, i comportamenti e le dinamiche con il suo bislacco assistente Groucho verranno conservati e, in alcuni casi, addirittura aggiornati…


IL VOSTRO CONTRIBUTO E' FONDAMENTALE PER IL PROGETTO

Voi siete la parte fondamentale di questo progetto. Infatti il vostro contributo renderà possibile realizzare il film. Tutti i soldi che riusciremo a investire grazie a voi in questo progetto verranno interamente usati per la produzione e la realizzazione, non ci saranno guadagni da parte dei creatori del progetto, essendo un progetto no-profit. Quindi l'unica cosa che dovete sapere è questa: voi donate, ricevete un premio (in relazione alla donazione) e rendete possibile Dylan Dog - Vittima degli eventi. What else? :)


Se volete continuare nella lettura in questo link troverete il sito ufficiale di Indiegogo con tutte le informazioni in merito.

Categorie: Cinema news

Commenti: 4, ultimo il 07/06/2013 alle 17.52.26 - Inserisci un commento

Oscar 2013: nomination e bookmakers

Pubblicato il 10/01/2013 19:25:36 da Gianluca Pari aka VincentVega1
Oggi (10 gennaio 2013) sono state ufficializzate dall'Academy le nomination all'Oscar per l'anno 2012. Non mancano le sorprese, come l'esclusione da Miglior film e Miglior regia per The Master, mentre Amour di Michael Haneke riceve eccezionalmente 5 nomination fra cui quella di Miglior film straniero e Miglior film (cosa più unica che rara).
Com'era prevedibile invece sono state tante le nomination per Lincoln di Steven Spielberg e Les Misérables di Tom Hooper. Fra gli altri, buoni risultati per Django Unchained di Quentin Tarantino (che però ancora una volta è stato escluso come regista) e Moonrise Kingdom di Wes Anderson. Di seguito le nomination più importanti:


MIGLIOR FILM
Zero Dark Thirty
Amour
Vita di Pi
Lincoln
Django Unchained
Argo
Beasts of the Southern Wild
Silver Linings Playbook
Les Misérables

MIGLIOR REGIA
Michael Haneke per Amour
Benh Zeitlin per Beasts of Southern Wild
Ang Lee per Vita di Pi
Steven Spielberg per Lincoln
David O. Russell per Silver Linings Playbook

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Bradley Cooper per Silver Linings Playbook
Joaquin Phoenix per The Master
Daniel Day-Lewis per Lincoln
Denzel Washington per Flight
Hugh Jackmanper Les Misérables



MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Jessica Chastain per Zero Dark Thirty
Quvenzhané Wallis per Beasts of the Southern Wild
Jennifer Lawrence per Silver Linings Playbook
Naomi Watts per The Impossible
Emmanuelle Riva per Amour

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Alan Arkin per Argo
Robert De Niro per Silver Linings Playbook
Philip Seymour Hoffman per The Master
Tommy Lee Jones per Lincoln
Christoph Waltz per Django Unchained

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Amy Adams per The Master
Sally Field per Lincoln
Anne Hathaway per Les Misérables
Helen Hunt per The Sessions
Jacki Weaver per Silver Linings Playbook

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Zero Dark Thirty
Amour
Django Unchained
Flight
Moonrise Kingdom



MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Vita di Pi
Lincoln
Argo
Beasts of the Southern Wild
Silver Linings Playbook

MIGLIOR FILM STRANIERO
Amour (Austria)
Kon-Tiki (Norvegia)
No (Cile)
A Royal Affair (Danimarca)
War Witch (Canada)



MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
The Pirates! Band of Misfits
Frankenweenie
Brave – Ribelle
ParaNorman
Ralph Spaccatutto

MIGLIOR COLONNA SONORA
Anna Karenina
Argo
Vita di Pi
Lincoln
Skyfall

MIGLIOR DOCUMENTARIO
5 Broken Cameras
The Gatekeepers
How to Survive a Plague
The Invisible War
Searching for Sugar Man

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Asad
Buzkashi Boys
Curfew
Death of a Shadow (Dood van een Schaduw)
Henry

E intanto i bookmakers hanno già rilasciato le prime quote: il super favorito è Lincoln che con la quota di 1,53 e quella di 1,36, rispettivamente per Miglior film e Miglior regia (Steven Spielberg), sbaraglia gli avversari. Les Misérables segue con una quota di 5,00 mentre per la regia il secondo favorito è Ang Lee con il suo Vita di Pi (4,50).
Fra gli attori si prospetta la terza statuetta per Daniel Day-Lewis (sarebbe l'unico a riceverne 3 come miglior attore) a soli 1,20, mentre Hugh Jackman e Phoenix si devono accontentare della seconda e terza posizione (rispettivamente 7,00 e 9,00). E' sfida all'ultimo voto invece fra gli attori non protagonisti: Tommy Lee Jones a 1,20 contro l'1,25 di Philip Seymour Hoffman.

Categorie: Festival Academy Awards, Cinema news

Commenti: 8, ultimo il 11/01/2013 alle 22.06.54 - Inserisci un commento

Il cinema di David Cronenberg

Pubblicato il 13/11/2012 08:42:10 da Gianluca Pari aka VincentVega1
Nicholas Tudor si guarda allo specchio. Il suo volto è paralizzato, il sudore bagna la sua fronte, l'orrore urla imprigionato dentro ai suoi occhi. La telecamera si abbassa e mostra il suo addome. Escrescenze si muovono sulla pelle, la disperazione si è fatta carne: maternità viscerale che cova nel corpo di un uomo.
Max Renn gestisce un'emittente televisiva, dà in pasto alla gente una realtà di plastica, la sua merce è l'immagine. Lui stesso diventerà vittima delle proprie illusioni, allucinazioni come ultimo appiglio alla realtà: “Gloria e vita alla nuova carne!”.
Seth Brundle ha superato i limiti della scienza, la sua condanna è la metamorfosi. Sperimenta una fusione molecolare-genetica con una mosca, insetto extraterrestre: peli ispidi sulla schiena, forza sovrumana, voracità sessuale, bisogno incontrollabile di morire.
Claire Niveau morde il feticcio di carne che tiene uniti due gemelli, ne strappa gli organi, i muscoli, i tessuti cellulari. Sangue di fratelli che diventa lacrima: inseparabili dalla nascita, soli nella morte. Cinema implosivo che indaga l'interno del corpo.
James Ballard si fonde con la meccanica della sua automobile. Metamorfosi compulsiva: la leva del cambio si accorpa ai tendini del braccio destro, il volante si avvinghia ai legamenti del braccio sinistro. Le sue gambe fungono da catalizzatore del proprio destino: quando vivere/accelerare o quando morire/frenare. Parola onomatopeica dello schianto: Crashhhhh!



Con il passare del tempo le immagini viste in un film si fanno sempre più confuse nella nostra mente. Inevitabilmente però piccoli ricordi rimangono vivi nel nostro immaginario, come una panoramica sfuocata o un frame perpetuo ricco di particolari più o meno significativi. Il cervello difficilmente abbandona le sensazioni che ci hanno scosso nell'inconscio, anche se queste hanno agito per un brevissimo lasso di tempo. Il cinema di David Cronenberg vive di queste sensazioni: guardare una sua pellicola significa portarsi dietro per sempre un tassello del suo pensiero, un respiro della sua arte, una breve sequenza del suo cinema. Egli mescola finzione e realtà senza possibilità di distinzione, ci insinua il sospetto ma non ce lo rivela, fa dell'illusione la disillusione e viceversa. È stilisticamente distante da cineasti come Fellini, Lynch, Buñuel o Bergman: non mostra immagini oniriche ma vive nell'onirismo e nel surreale. Crea film con intrecci lineari in un montaggio fluido e invisibile che consacra la fiducia dello spettatore in ciò che vede. Distrugge l'organismo contaminato dell'illusione del cinema fondendo la realtà e mostrandola nel video.

Nato a Toronto il 15 marzo del 1943 in una famiglia ebrea, Cronenberg viene ispirato e influenzato sin dai primi studi da geni della letteratura e del teatro quali Burroghs, Nabokov, Henry Miller e Beckett. Laureatosi in letteratura inglese inizia a girare i primi corti e mediometraggi spinto dalla estrema efficacia dello strumento cinematografico. I suoi primi lavori già sottolineano il tema centrale che accompagnerà poi tutti i suoi film futuri. In “Stereo” (1969) e “Crimes of the future” (1970) la mente umana razionale viene spiata dallo sguardo animale con cui dobbiamo fare i conti tutti i giorni. Lo sguardo di Cronenberg si concentra sull'uomo, ma soprattutto sul tema centrale già citato poche righe addietro ma non ancora rivelato: il corpo.



Per me, all'inizio c'è il corpo. È ciò che siamo, ciò che abbiamo. Siamo tutti come degli attori che si agitano sulla scena della vita e la prima cosa che abbiamo sono i nostri corpi fisici, la nostra esistenza fisica. Nei miei film il corpo è sempre al centro. Gli giro attorno come fa un pianeta col sole, non me ne allontano mai. E se ciò accade, più me ne allontano, meno mi sento sicuro di me. Come se diminuisse la gravità.

I cinema d'essai canadesi rifiutano di proiettare i primi film del regista perché in bianco e nero, privi di dialoghi e senza suono in presa diretta, così Cronenberg si vede costretto a conformare il suo stile. Il suo primo film commerciale si intitola “Shivers” (da noi tradotto come “Il demone sotto la pelle”), pellicola che nel 1975 gli porterà finalmente la popolarità. Esso è ambientato in un condominio dove uno strano virus si diffonde fra i suoi abitanti sino a scatenare l'anarchia totale. Non si tratta di uno dei soliti film sul contagio, ma di una profonda riflessione sulla repressione degli istinti umani. Conosciuto ormai anche negli Stati Uniti (paese che detesta, non ha mai girato una sola scena sul suolo americano) , Cronenberg con i suoi film seguenti diventa il rappresentante del body horror (da “The Brood” a “Scanners”, passando per “Rabid”) fino a girare il suo film ad oggi più importante e baluardo di un'epoca che ancora deve finire: “Videodrome” (1983). L'idea del film nasce dall'interesse che Cronenberg nutriva nei confronti di coloro che “si chiudono soli in casa per guardare videocassette porno” (sue testuali parole) ed è un saggio teorico sul mondo dei mass-media e sull'ambigua fascinazione e repulsione che l'occhio umano prova di fronte ai propri sogni e ai propri incubi. Angosce e allucinazioni del protagonista del film sono proprie di quella magnifica letteratura iniziata da Burroghs e Kafka, grandi ispiratori e maestri di vita del regista.



Ginecologo dell'incubo e dell'orrore, ostetrico della mutazione visiva, Cronenberg, dopo il suo film simbolo, gira su commissione il suo prodotto più commerciale, “La zona morta” (1983), senza però abbandonare il suo status di autore. Diventato ormai famoso in tutto il mondo, si dedica al remake di un datato film hollywoodiano con protagonista il mitico Vincent Price, “L'esperimento del dottor K.” (1958), stravolgendone la trama a favore di una maggiore introspezione del protagonista e di una mutazione splatter visivamente disturbante. Nel film Seth Brundle costruisce una macchina del teletrasporto composta da due capsule. Egli, provandola, incrocerà erroneamente il suo codice genetico con quello di una mosca ed inizierà una lenta mutazione in un insetto gigante. Esso prende il titolo di “The fly” (1986) ed è un'amara meditazione sul destino che obbliga i corpi all'immobilità per non perdere la reciproca attrazione che li unisce.

Diventato il suo più celebre film di cassetta, dopo “La mosca” Cronenberg realizza l'opera che segna una svolta importante nel suo stile: “Inseparabili” (1988). Il film racconta il rapporto malato e ossessivo di due gemelli ginecologi messo a rischio dall'incontro con una donna dall'utero triforcuto (ennesima alterazione, questa volta invisibile). Per la prima volta le mutazioni esposte da Cronenberg diventano interne, delle viscere, degli organi: scompaiono le scene forti e disturbanti e i personaggi manifestano il metaforico bisogno di rivoltarsi la pelle per mostrare la totale bellezza del corpo umano. Il regista canadese si spinge oltre al corpo, diventato irrappresentabile proprio per il volerne mostrare l'interno, e penetra nella mente dei suoi protagonisti. Mette in scena l'orrore del guardarsi dentro.



Agli inizi degli anni novanta Cronenberg realizza il suo progetto più importante, la traduzione cinematografica delle opere e della vita di William Burroghs, suo scrittore di riferimento nonché caro amico, dandogli il titolo di uno dei suoi libri più famosi: “Il pasto nudo”. Rimanendo in ambito letterario egli poi gira “Crash”, film basato sul libro omonimo di James G. Ballard, il primo romanzo pornografico eretto sulla tecnologia. Cinematograficamente è una rivoluzione: il film presenta le azioni dei suoi protagonisti per accumulo, senza una vera e propria trama di fondo, utilizzando la stessa struttura ossessiva e ripetitiva del porno. L'opera è una lucida riflessione sull'uomo e sulle sue mutazioni psicofisiche indotte da un sempre più stretto rapporto con le tecnologie, in questo caso le automobili.

Abbiamo ormai incorporato l'automobile nella nostra comprensione del tempo, dello spazio, della distanza e della sessualità. Voler immergersi in tutto ciò in modo letteralmente fisico mi pare una buona metafora. C'è un desiderio di fondersi con la tecnologia.”

L'ultima metamorfosi della filmografia cronenberghiana, sviluppatasi negli ultimi vent'anni, ha reso il suo stile narrativo più fluido e la sua poetica più incisiva. È nato così “A history of violence” (2005), uno dei film più affascinanti del cinema moderno. Esso è un'efferata critica alla società, costruita sulla volubilità dei valori familiari e sulla perdita dell'identità.
In più di quarant'anni di carriera David Cronenberg è riuscito a trattare una serie innumerevole di temi, che ritornano ciclicamente in ogni suo film, come se fossero crimini del futuro: l'origine e la nascita, le paure e i desideri dell'infanzia, il corpo, la sessualità e la sessuologia, la mente con le sue allucinazioni e illusioni, la malformazione, la morte.
Il suo cinema è freddo e medico, ironico e crudele; esso però non evita di sedurci e ammaliarci: bisogna lasciarsi andare, come raramente avviene durante uno spettacolo cinematografico, alla allucinazione e alla finzione, e con esse tradurre in problema vero tutto ciò che il cinema presenta come reale.



E con il suo ultimo film, "Cosmopolis" (tratto da un racconto di De Lillo), Cronenberg aggiorna e approfondisce la sua intera filmografia, riuscendo a trattare i temi a lui più cari in maniera forse definitiva. Dopo non ci sarà più nulla, solo malattia e morte.


(Il pezzo è presente anche sul sito Il Bufalo.it)

Categorie: Cinema registi, Cinema approfondimenti

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Consigli per gli "acquisti"

Pubblicato il 26/10/2012 08:36:27 da Gianluca Pari aka VincentVega1
Con l'arrivo dell'autunno il cinefilo italiano va in fibrillazione e inizia a consultare riviste e siti di cinema per programmare la propria stagione davanti al grande schermo.
Di seguito vi proponiamo un breve elenco di alcuni tra i film più interessanti in uscita nei prossimi mesi (cliccando sulla data verrete reindirizzati al trailer), sperando che la crisi e l'aumento del prezzo del biglietto (nonché di cibarie e bevande varie) non funga da deterrente per tenervi lontani dai tanto amati cinema.

Iniziamo parlando di Amour di Michael Haneke, in uscita nelle sale proprio da questo week end. Vincitore dell'ultima edizione del Festival di Cannes, il regista austriaco ci parla dell'amore fra due colte persone ultraottantenni (interpretati da Jean-Louis Trintignant e Emmanuelle Riva). Amore che viene messo alla prova dopo che un ictus colpisce la donna, e che deve fare i conti con il dolore per la malattia e l'impotenza nei confronti della morte. Il film ha ricevuto giudizi entusiastici da parte di critica e pubblico e afferma, se mai ce ne fosse bisogno, il talento di un autore reduce da numerosi successi (fra cui Il nastro bianco e Niente da nascondere).


Amour di Michael Haneke


Rimanendo in tema Cannes, nei prossimi due mesi potremo godere di altri 4 film che hanno calcato la kermesse francese.
Il 31 ottobre uscirà Oltre le colline, il nuovo film di Cristian Mungiu (già vincitore del festival nel 2007 con 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni), che si occuperà di fede ed esorcismi seguendo la tragica vicenda di una donna in conflitto con il demonio.
Poi toccherà a Vinterberg (regista del bellissimo Festen e fondatore del Dogma 95 insieme a Von Trier) con il suo Il sospetto (22 novembre), alle prese con una società gretta e crudele pronta a giudicare un uomo accusato di pedofilia ingiustamente.


Mads Mikkelsen ne Il sospetto


A sdrammatizzare le atmosfere sin troppo serie dei tre film sopra citati ci penseranno due autori come Wes Anderson e Ken Loach che presenteranno rispettivamente Moonrise kingdom (5 dicembre) e La parte degli angeli (13 dicembre). In entrambi i film la natura sarà lo sfondo di sogni, amori e speranze.

Passando da un festival ad un altro non possiamo non menzionare i film di Venezia 69.
Dopo che la sua data di uscita è stata spostata un paio di volte (prima il 14 dicembre poi il 20 dello stesso mese) la nuova fatica di Terrence Malick ha perso una data ufficiale e probabilmente verrà posticipato al prossimo anno. To the wonder, che parla delle difficoltà di una coppia nel portare avanti un rapporto, dovrà dunque aspettare chissà quanto per essere visto dai fan del regista.
Malick, che dopo The new world e The tree of life sembra aver trovato nuovi stimoli, è già al lavoro su altri tre progetti: due film interpretati da Christian Bale e un documentario sulle origini dell'universo; peccato però che To the wonder non abbia troppo impressionato gli addetti ai lavori (e anche il pubblico della Laguna) rivelandosi come uno dei film meno riusciti del regista. Ad ogni modo un nome così altisonante non può essere escluso da questa lista.


Olga Kurylenko e Ben Affleck in To the wonder


Dopo i già distribuiti Reality, E' stato il figlio e Pieta, Venezia 69 ci proporrà poi un film di Robert Redford (The company you keep20 dicembre), un thriller incentrato sulla ricerca della verità, e Love is all you need (21 dicembre), il nuovo film di Susan Bier, la bravissima regista danese vincitrice dell'oscar 2010 con In a better world, qui alle prese con una storia d'amore estrema.

Allontanandoci dalle atmosfere festivaliere non vediamo l'ora di ammirare nuovamente Clint Eastwood impegnato come attore, questa volta in un film sul baseball, dove interpreterà uno scopritore di talenti con qualche problema di vista: Di nuovo in gioco (questo il titolo italiano della pellicola) uscirà da noi il 29 novembre, qui potrete pregustarne il trailer.


Clint Eastwood recita insieme a Justin Timberlake in Di nuovo in gioco


Da tenere d'occhio anche La collina dei papaveri, il secondo film di Goro Miyazaki (figlio del più famoso Hayao), che uscirà in Italia per un solo giorno, il 6 novembre, per poi essere distribuito direttamente in homevideo. Il nuovo film d'animazione dello studio Ghibli affronterà il tema della guerra tanto caro al Giappone, così come fecero Una tomba per le lucciole e Porco Rosso.

A dicembre ci sarà spazio anche per il tanto atteso Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, diretto da Peter Jackson, che i fan dei mondi creati da Tolkien aspettano da troppo tempo.
Da un altro romanzo sarà tratto Vita di Pi (20 dicembre), che Ang Lee dirige dopo che il progetto è passato nelle mani di Shyamalan, poi di Alfonso Cuaron e infine di Jean-Pierre Jeunet. Il film si rifà all'omonimo testo di Yann Martel e segue le avventure di un ragazzo disperso nel mare su una scialuppa di salvataggio insieme a un orango, una iena, una zebra e una temibile tigre del Bengala.


Leonardo Di Caprio per la prima volta diretto da Tarantino in Django unchained


Poi, visto che a Natale i nostri cari distributori italiani preferiscono lasciar spazio alle “vacanze di qua e di là” con i vari Christian De Sica e Massimo Boldi, dovremo aspettare un mesetto prima che da noi riesca finalmente ad arrivare il nuovo film di Quentin Tarantino: Django unchained (17 gennaio).

Preparate il portafogli, buona visione.

Categorie: Cinema in uscita, Cinema news

Commenti: 15, ultimo il 29/10/2012 alle 08.57.06 - Inserisci un commento

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