E' stata soprannominata 'Ruggine' per il colore fulvo della sua chioma, ed ha fatto sognare una vita avventurosa e passionale ad una moltitudine di uomini.
E' stata soprannominata "L'atomica" per le curve sinuose del suo corpo, ed ha fatto impazzire milioni di uomini che hanno tappezzato le pareti con i ritratti di quella donna da sogno.
Il suo nome non può che evocare il periodo aureo della storia del cinema, quando Hollywood era il regno di star quasi sovrumani e divo era sinonimo di mito.
E come tutti i grandi miti il suo si nutriva di pochi, piccoli gesti: un guanto nero sfilato con estenuante e sensuale lentezza; le mani tra i capelli a scompigliare quella magnifica cascata rosso fuoco.
Spesso nei suoi film, Rita Hayworth diventava corpo, semplice corpo languido e sensuale, esibito nella danza per il puro piacere di catturare lo sguardo e i sensi del suo pubblico.
Che fossero i balli sudamericani dei suoi primi film, o il ballo strip-teas di "GILDA", oppure il ballo gitano di "CARMEN" o, infine, il ballo dei sette veli di "SALOME'"; Rita è la femmina tentatrice per antonomasia del cinema americano degli anni '40.
Femmina focosa e seducente, fatale e sensuale, ma al tempo stesso donna forte e fragile insieme, e provocante anche al di là della sua volontà.
Nata a New York, il 17 ottobre 1918, Margarita Carmen Cansino era figlia primogenita di Volga Haworth, olandese, ballerina di Zigfield e di Eduardo Cansino, maestro di ballo di origine spagnola.
Precoce bambina prodigio, a quattro anni i suoi genitori la inseriscono nel loro spettacolo, "The Dancing Cansinos" con cui si esibiscono, riscuotendo grande successo, nei locali della east coast degli Stati Uniti.
A dodici anni è già una bravissima ballerina, tanto da insegnare i passi di flamenco, fandango e tip tap agli allievi della scuola di ballo di suo padre, a Los Angeles.
Tra di loro c'è un giovane, di nome James Cagney, che diventerà attore, e con cui, più tardi, Rita reciterà in uno dei suoi primi film di successo.
Il suo debutto artistico avviene a tredici anni, sui palcoscenici dei night club di ambiente messicano, dove si esibisce come ballerina di ritmi latino-americani.
Nel 1935 firma un contratto con la Fox, dopo che un produttore l'ha vista ballare in un night di Agua Caliente, ed appare, non accreditata, nel film "IL SEGNO DI ROBIN HOOD"; e con il nome di Rita Cansino, in "LA NAVE DI SATANA", di Harry Lachman, in cui la si vede per pochi minuti, con la chioma nera raccolta in un nodo, ballare sulla pista di una nave bisca, di proprietà di Spencer Tracy.
Il cammino verso il successo, però, è difficile e tormentato, e le occasioni per continuare la strada intrapresa le vengono offerte solo dagli immancabili film di serie B, seguiti dalle immancabili delusioni per il successo che non arriva.
Nel 1937, dopo essere stata licenziata dalla Fox, quando la società si fonde con 20th Century, il primo marito, Edward C. Hudson, un uomo che ha il doppio della sua età, rappresentante di automobili che ben presto si trasforma nel suo intraprendente press-agent, le procura un contratto con la Columbia, il cui presidente, Harry Colin le inventa il nome d'arte, facendolo derivare, con l'aggiunta di una y, dal cognome della madre, Haworth.
Nonostante ciò viene confinata ancora in film di scarso rilievo, fino a quando, nel 1939, il regista Howard Hawks non le affida un ruolo in "AVVENTURIERI DELL'ARIA", sulle vicende, ora liete, ora drammatiche, di un gruppo di piloti civili americani in un aeroporto del sudamarica, e in cui un'ancora giovanissima Rita Hayworth si prende una brocca d'acqua in testa dall'ex fidanzato, CARY GRANT.
Con questo film l'attrice si avvia a diventare qualcosa di più di una bella a brava ballerina, anche se, un giorno fa dichiarare a Fred Astaire: "Impara i passi più rapidamente di chiunque io abbia mai conosciuto".
Con lui ballerà in "L'inarrivabile felicità"; e in "Non sei mai stata così bella", due musical dalle trame alquanto improbabili ma con formidabili numeri di ballo, sfolgoranti coreografie e tante bellissime canzoni (con la Hayworth doppiata).
Prima dei musicol però, c'erano stati il buon successo di "PECCATRICI FOLLI", di George Cukor ('40), feroce ritratto del fanatismo religioso, diretto con eleganza da George Cukor e il ruolo dell'ambigua donna accusata di omicidio, in "SEDUZIONE", di Charles Vidor, qui per la prima volta accanto a Glenn Ford.
Seguono i film "ANGELI DEL PECCATO", di L. Garmes e B. Hecht, con a fianco Douglas Fairbanks Jr., in cui impersona una cantante di night club che aiuta un imbroglione a salvare un aspirante suicida; e il già citato "L'INARRIVABILE FELICITA'", di Sidney Lanfield, dove fa la ballerina di varietà che corteggia il suo partner, il quale, per sfuggirla prima si arruola nell'esercito, ma poi quando deve organizzare uno spettacolo per i commilitoni la richiama con sè e scopre di amarla.
C'è poi il primo, vero, grande successo di "BIONDA FRAGOLA", di Raoul Walsh, dove ritrova il suo vecchio amico del tempo della scuola di ballo, James Cagney, e nel quale interpreta la ragazza che un aspirante dentista si vede soffiare da un amico imbroglione, per colpa del quale finisce anche in prigione. Tornato libero scoprirà che è stato fortunato ad aver sposato una donna fedele e comprensiva..
Nel 1941 compare per la prima volta con i famosi capelli color rosso fuoco in "SANGUE E ARENA", di Rouben Mamoulian, con Tyron Power e Linda Darnell.
Seconda trasposizione, dopo quella del 1922 con Rodolfo Valentino, del romanzo di Vicente Blasco Ibanez, nel film di Mamoulian la Hayworth interpreta il ruolo di una seducente avventuriera che fa perdere la testa al torero Tyron Power il quale, sopraffatto dalla passione, abbandona moglie e corride; quando però si accorge di aver sbagliato tutto, torna nell'arena ma la visione della donna, durante la corrida gli sarà fatale.
Spettacolare per lo sfolgorante technicolor e indimenticabile per la prepotente bellezza della Hayworth, che fece letteralmente perdere la testa alle platee maschili di tutto il mondo, "SANGUE E ARENA" ebbe un enorme successo negli USA in guerra, ed oggi viene considerato un monumento alla Hollywood dell'epoca.
Sempre del '41 è la commedia "CON MIA MOGLIE E' UN'ALTRA COSA", di Lloyd Bacon; mentre nel '42 torna a recitare accanto a Fred Astaire nel musicol di William A. Seiter "NON SEI MAI STATA COSI' BELLA".
Nella primavera del 1942 si separa dal marito e intreccia una relazione amorosa con l'attore Victor Mature, suo partner nel film "FOLLIE DI NEW YORK", di Irving Cummings.
Chiude il '42 interpretando "DESTINO" di Julien Duvivier e mettendo fine alla relazione con Victor Mature.
I pettegolezzi si sprecano e le vengono attribuiti diversi altri flirt, ma a sorpresa, il 7 settembre 1943, quando il divorzio dal primo marito diventa esecutivo, sposa il grande Orson Welles, da cui nel 1946 avrà la figlia Rebecca.
Nel 1944 gira "FASCINO", di Charles Vidor, altro bel musicol con Gene Kelly; e nel '45 "STANOTTE E OGNI NOTTE", di Victor Saville, musicol ambientato a Londra, al tempo della guerra durarante i bombardamenti tedeschi, quando un ufficiale dell'esercito inglese si innamora di una ballerina conosciuta in un rifugio antiaereo.
Poi arriva "GILDA", di Charles Vidor, con Glenn Ford: classico triangolo noir e classico personaggio di dark lady mangiauomini, bugiarda a traditrice, ma anche donna bisognosa d'amore e di tenerezza.
Il film le darà notorietà mondiale inimmaginabile e il personaggio le rimarrà attacato addosso come un alter ego che condizionerà non poco le sue future interpretazioni.
GILDA si muove sinuosa e provocante al centro di un pericoloso triangolo, che si salda quando Johnny Farrel accetta di lavorare nella bisca, che in realtà fa da copertura alla attività di ex nazisti, di Ballin Mundson, l'uomo che gli ha salvato la vita. Ma la sua riconoscenza viene messa in crisi quando scopre che la moglie di costui non è altro che GILDA, la donna che ha amato appassionatamente e che l'ha profondamente deluso al punto da renderlo misogino.
Carico di simbolismi, le valenze del film sono molte: l'amore distruttivo (quello di GILDA per Johnny), il rapporto filiale (di Johnny per Ballin), la gelosia che diventa odio (di Ballin per Johnny), tutti temi che i film noir hanno sempre sfiorato ma mai trattato con tanta fascinazione.
Ma GILDA è soprattutto lei, Rita Hayworth, dark lady irraggiungibile, perfetta nel suo primo ruolo drammatico, trionfo della femminilità quando si toglie i lunghi guanti neri; desiderio irrefrenabile quando languidamente sussurra, 'Amado mio, love me forever and let forever begin tonight' o, seduta sul bancone del bar, canta (doppiata) 'Put the Blame on Mame'.
Il ciclone GILDA fu talmente forte che pochi mesi dopo l'uscita della pellicola, la foto della Hayworth e il nome GILDA vennero incollati sulla bomba atomica sganciata nel 1946 sull'atollo di Bikini.
Dopo "GILDA" Rita interpreta "BELLEZZE IN CIELO o GIU' SULLA TERRA" di Alexander Hall ; poi, il 1 dicembre 1948, finisce anche il suo matrimonio con Orson Welles.
Nonostante ciò i due restano amici ma, sadicamente e, forse anche volutamente, lui comincia a distruggerne l'immagine, quando dirigendola in "LA SIGNORA DI SHANGAI", scandalosamente le fa tagliare corti i capelli e tingerli di biondo platino.
Il film, un bel thriller di eccezionale forza visiva, racconta di un marinaio che salva la moglie di un avvocato da un'aggressione e come ricompensa viene imbarcato sullo yacht del marito; qui viene coinvolto sentimentalmente dalla donna, e convinto dal marito ad aiutarlo in un finto tentativo di suicidio. Rischierà la sedia elettrica prima di accorgersi di essere stato usato da entrambi.
Il film, però, non ha il successo sperato e la nuova immagine di Rita non piace al pubblico, tanto che i produttori aspettano le ricrescano i capelli prima di farle girare "GLI AMORI DI CARMEN", di Charles Vidor, ancora con Glenn Ford.
Tratto dall'opera di Georges Bizet, la pellicola narra dell'amore di una bella zingara per un caporale dei dragoni, il quale, su istigazione di lei, uccide un superiore; poi, vistosi tradito, uccide anche lei.
Nel frattempo, in Costa Azzurra, conosce il principe Ali Khan, figlio dell'Aga Khan, uno dei capi spirituali dell'Islam, e con una fastosa cerimonia, il 27 maggio 1949, lo sposa in Francia.
Le nozze furono avversate dal 'Club delle donne americane', che propose di boicottare i suoi film; e condannate dal Vaticano, che arrivò a scomunicarla per il suo comportamento, definito scandaloso.
Lo stesso anno nasce la sua seconda figlia, Yasmine, e intanto Hollywood dimentica la diva.
Lei che era stata la pin up più amata d'America, l'Atomica fotografata su 'Life' durante la guerra, che si prodigava a firmare autografi negli ospedali e nelle caserme, una delle attrici meno capricciose e più disponibili dello star system hollywoodiano.
Rita Hayworth , dal canto suo, non fa nulla per riconquistare il suo pubblico, continua a vivere al di là dell'Atlantico, e per due anni fa solo la moglie e la madre amorevole, finchè, nei primi anni cinquanta, dopo la rottura con Ali Khan, avvenuta il 26 gennaio 1953, torna in America e riprende a lavorare con la Columbia.
In "TRINIDAD", di Vincent Sherman, la Hayworth e Glenn Ford continuano ad amarsi e a farsi del male, ma la sua carica sensuale, anche se un po' sbiadita c'è ancora.
Poi c'è "SALOME'", di William Dieterle e la celeberrima scena della danza dei sette veli a rinverdirne gli allori.
Sorretto dall'alcool che le brucia dentro, il declino è già cominciato, ma Rita sullo schermo continua a dare il meglio di sè, come in "PIOGGIA" di Curtis Bernhardt, tratto da un racconto di W. Somerset Maugham.
Quì interpreta il ruolo di una ballerina che, arrivata in un'isola del sud, si innamora, ricambiata, di un ufficiale; ma il responsabile la missione, innamorato respinto, minaccia di rivelarne i burrascosi trascorsi.
Indimenticabile la scena, in tridimensionale, in cui la Hayworth si avvicina al ventilatore e, aprendosi la camicetta, si rinfresca il seno; e bellissime le numerose canzoni cantate dalla diva (doppiata come sempre).
Altrettanta bravura la dimostra nello struggente "PAL JOE", di George Sidney, dove supera brillantemente il confronto con la più giovane Kim Novak e duetta con Frank Sinatra, interpretando il ruolo di una vedova miliardaria che soccombe al fascino di un cantante squattrinato, permettendogli di aprire un locale tutto suo, per poi vedersi tradire per una più giovane ballerina di fila. Grande colonna sonora, con Frank Sinatra che si esibisce in alcuni dei suoi più grandi successi
Spettacolare anche il melodramma "FUOCO NELLA STIVA", di Robert Parrish, dove il fascino della Hayworth colpisce due contrabbandieri che si innamorano di lei. Sceglierà il sensuale e volgare ROBERT MITCHUM, disilluso come lei, a scapito del romantico Jack Lemmon, scatenando così il suo odio.
Dopo la fine del suo quarto matrimonio con l'attore cantante Dick Haymes (24/09/1953 - 12/12/1955), che contribuisce ad accrescere le sue numerose delusioni, gira "TAVOLE SEPARATE", di Delbert Mann, in cui è lei la piacente divorziata per cui Burt Lancaster perde la testa, smettendo, così, di corteggiare la direttrice della pensione del villaggio turistico di cui è ospite.
Il 2 febbraio 1958 arriva il quinto matrimonio con James Hill, anche questo destinato a finire con un divorzio tre anni dopo, nel settembre del 1961.
Nel cinema però, la sua classe valorizza anche un modesto melò giudiziario come "INCHIESTA IN PRIMA PAGINA", di Clifford Odets; mentre, dello stesso anno ('59) è "CORDURA", di Robert Rossen, un western ambientato al tempo di Pancho Villa, in cui la sua prorompente sensualità riesce ancora a creare tensione tra gli uomini di Gary Cooper, a cui è affidata una pericolosa missione contro il rivoluzionario messicano.
Lavora poi a fianco di Rex Harrison in "FURTO SU MISURA", di George Marshall, dove compare anche sua figlia, Yasmine Khan.
Successivamente è accanto a John Wayne in "IL CIRCO E LA SUA GRANDE AVVENTURA", di Henry Hathaway, con il quale ottenne l'unico, importante, riconoscimento della sua prestigiosa carriera: la nomitation ai Golden Globe.
Poi Glenn Ford, Joseph Cotten ed Elke Sommer la affiancano nel melò poliziesco "LA TRAPPOLA MORTALE", di Burt Kennedy.
Intanto l'alcol continua, lento ma inesorabile, a corrodere il fisico di colei che un tempo venne definita 'Il corpo'; ma, nonostante ciò, la ritroviamo ancora accanto ad Anthony Quinn in "L'AVVENTURIERO", di Terence Young; poi, strano ma vero, in un film di Duccio Tessari, "I BASTARDI".
Nel '71 e '72 le sue ultime apparizioni al cinema con "QUANDO IL SOLE SCOTTA", di George Lautner; e "LA COLLERA DI DIO", di Ralph Nelson, accanto a ROBERT MITCHUM.
Stanca e spersa, in una Hollywood che non appare più interessata a lei, delusa e amareggiata per la fine del suo quinto matrimonio, la 'Dea dell'amore' si ritira tristemente dalle scene.
Appena compiuti i sessant'anni viene colpita da una terribile malattia, il morbo di Alzheimer.
Scompare a sessantanove anni, il 14 maggio 1987, all'Albert Einstein College and Hospital di New York, assistita amorevolmente dalla figlia Yasmine.
Malgrado la scomunica di quaranta anni prima, è stata seppellita nel cimitero cattolico di Culver City.
Usciva così di scena colei che fu una tra i grandi comunicatori di sogni che solo la magia del cinema ci sa regalare.
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Biografia a cura di Mimmot - ultimo aggiornamento 21/01/2006
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