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Nata nel 1908, Adaline (Blake Lively) smette di invecchiare all'età di ventinove anni, dopo esser stata colpita da un fulmine. Impossibilitata a nascondere a lungo l'incredibile segreto, Adaline decide infine di nascondersi, per proteggere la propria incolumità e quella di sua figlia, rinnovando periodicamente la sua identità e fuggendo qualunque legame sentimentale. Ai giorni nostri, la comparsa del giovane e affascinante Ellis (Michiel Huisman) sconvolge tutti i piani di Adaline, che sembra cedere finalmente all'amore, ma c'è ben altro ad ostacolare il lieto fine...
Nonostante l'intrigante premessa, "Adaline" di Lee Toland Krieger non convince pienamente. La versione rosa di "Highlander" riduce l'elemento fantastico dell'eterna giovinezza (pur spiegato con dovizia di dettagli scientifici nel film da un'onnisciente narratore à là Amelie) al mero "ostacolo" che separa i due amanti nei film di questo genere, e non si riesce neppure a fuggire l'abusato inseguimento finale, prodromo di ogni happy ending da commedia romantica. Una regia priva di idee mortifica delle interpretazioni convincenti: Blake Lively è credibile e sufficientemente sicura di sé nell'interpretazione di un'ultracentenaria nel corpo perfetto di una modella, Harrison Ford in versione stralunato professore di astronomia è un'aggiunta interessante al mix e Ellen Burstyn è garanzia di gravitas e qualità.
Il prevedibilissimo colpo di scena riguardante il personaggio di William (Harrison Ford) poteva certamente essere gestito meglio, perché così come si è scelto di presentarlo, si sfiora (e forse si supera) il limite del ridicolo e dell'accettabile (siamo dalle parti del bacio tra Marty McFly e sua madre in "Ritorno al Futuro"... qualunque sia la prospettiva, c'è qualcosa di molto, molto sbagliato). C'erano altri modi: William poteva essere il mentore di Ellis, invece che il padre, ad esempio e non sarebbe cambiato nulla; anzi, si sarebbe evitato di dare alle scene tra William e la moglie un peso che la sceneggiatura non sostiene affatto. Le storie di William e Adaline sono ovviamente confrontate: uno ha costruito una carriera e una famiglia, senza perdere tempo, l'altra non ha fatto nulla, pur avendo tutto il tempo del mondo. Lo stesso capita con Ellis che racconta ad Adaline di essere divenuto un filantropo per poter, seppur in piccola parte, cambiare il mondo: Adaline risponde "I own a dog" ("Possiedo un cane") ed è tutto quello che, tragicamente, la definisce. Il tema del valore della vita davanti al passare del tempo è suggerito, ma mai affrontato, perché la scelta è chiaramente di raccontare una storia d'amore all'apparenza impossibile e complicata da un'inattesa e spiacevole coincidenza.
I pochi flashback sul passato di Adaline fanno rimpiangere che non si sia costruita una storia più interessante, articolata e vissuta su diversi piani temporali (ad esempio per dare maggior peso al dramma di William). I ricordi di Adaline sono funzionali all'inizio a spiegare come sia giunta alla necessità di restare nascosta per decenni e nella seconda parte del film invece per complicare la storia con Ellis.
Adaline è una discreta variazione sul tema del film romantico, e piacerà agli amanti del genere, ma non può non essere giudicato anche per le potenzialità inespresse e per quello che avrebbe potuto essere con un po' di impegno e coraggio in più in fase di scrittura.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 25/05/2015 16.03.00
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