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Film del 2012, uscito a maggio 2013, diretto da Salvatore Mereu, regista sardo con all'attivo alcuni lavori poco visti tutti ambientati nella sua Sardegna, "Bellas mariposas" è tratto dal romanzo postumo di Sergio Atzeni ed è ambientato principalmente nella periferia degradata di Cagliari.
Il film può essere inserito in una sorta di nuovo genere cinematografico che vede perlopiù come protagonisti degli adolescenti appartenenti a una realtà degradata, caratterizzato da dialoghi nello stretto dialetto locale (principalmente centro meridionale) e da interpreti alle prime armi o non professionisti.
La storia, tutta girata seguendo le tre unità aristoteliche di luogo, azione e cronologia, si svolge in una sola giornata dalle prime luci dell'alba fino alla tarda serata nella calura asfissiante dei primi di agosto, resa ancora più asfissiante dalle condizioni di vita ai limiti del sopportabile. Protagonista e voce narrante è Caterina detta Cate, undici anni, sveglia e intelligente ma, come accade in una famiglia dal numero imprecisato di figli mandati su solo dalle pensioni di invalidità e dai lavoretti a nero svolti dalla mamma, è trascurata ed ha quindi imparato a crescere da sola. Cate, come la sua migliore amica Luna, sono figlie di quel degrado urbano comune a tutte le periferie del mondo anche se nel suo quartiere ci sono ancora quasi solamente indigeni.
La piccola protagonista racconta la sua vicenda (fedelmente tratta dal racconto di Atzeni, costituito dal monologo di Cate) guardando fisso la telecamera e colloquiando con chi è al di là dello schermo. L'espediente si rifà ai tanti reality show e ai docufictions tanto in auge in questi anni.
Tra ironia e una punta di grottesco si racconta la formazione di tanti adolescenti usi a bighellonare tra terrazzi e scantinati dei loro casermoni brulicanti di varia umanità e tutti uguali come alveari tristi, e nello stesso tempo si colpevolizza il mondo degli adulti costituito da uomini affamati di sesso al punto da godere delle prestazioni occasionali di una ragazzina affatto avvenente e nello stesso tempo totalmente irresponsabili e negati al lavoro. Il mondo del film di Mereu e del romanzo di Atzeni è sulle spalle delle donne che si arrangiano per mantenere sé stesse, prole e quegli sfaticati dei loro uomini, sanno guidare a forte velocità (come la bella signora della spiaggia) e rivelano il futuro (il cameo di Micaela Ramazzotti che interpreta un po' goffamente una fattucchiera).
Una Sardegna diversa dall'immagine da cartolina che le vacanze vippare le hanno donato e tantomeno da quella bucolica e arretrata dell'entroterra pastorale, ma sicuramente più vitale e vicina a molta Italia, a molta Europa, a molto mondo.
"Bellas mariposas" è un film raro che sa far ridere, piangere e riflettere al tempo stesso regalandoci due bravissime piccole interpreti (Sara Podda "Caterina" e Maya Mulas "Luna"). Bello il finale, aperto e pieno di speranza e soprattutto pienamente corrispondente al titolo. Così, citando De Andrè se "dal letame nascono i fiori", anche dal degrado nascono le belle farfalle.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 29/08/2013 17.26.00
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