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Il film di Robert Benton è tratto dal romanzo omonimo di Edgar L. Doctorow (1988) e narra la storia di un ragazzo di origine irlandese di nome Billy (Loren Dean) che vive in una strada del Bronx chiamata Bathgate.
Da sempre un grande ammiratore del boss malavitoso Arthur Flegenhoimer, detto Dutch Schulz (Dustin Hoffman), Billy desidera fortemente entrare nella sua banda, disposto a ricoprire qualunque ruolo e mansione. Con una buona dose di fortuna e casualità, riesce nella sua missione e in breve tempo, diventa il vero pupillo del boss.
Il ragazzo entra in contatto con un mondo spietato e violento, fatto di uccisioni e modi più disparati per depistare la giustizia e far apparire l'organizzazione di Schultz (l'assoluzione del boss presso un tribunale di una piccola cittadina) non assolutamente malavitosa, ma bersaglio degli accanimenti senza motivazioni del governo.
In particolare, a Billy, sarà affidato il compito di proteggere e seguire come un'ombra Drew (una giovanissima ma altamente sensuale Nicole Kidman), la pupa di Schultz; tra i due nascerà una forte attrazione che scaturirà in un innamoramento che tuttavia, non avrà alcun seguito.
La scena finale, nella quale si compie lo sterminio nel bar della banda del boss per mano degli uomini di Lucky Luciano, è considerata una delle migliori del film per l'accuratezza dei dettagli dei fatti e delle ambientazioni.
Il film, in alcuni punti, riesce a rappresentare efficacemente le tipiche situazioni gangsteristiche e criminose degli anni '30, e questo è sicuramente un pregio.
Tuttavia, tranne che per l'ottima interpretazione di Hoffman (la sua gestualità ed espressioni valgono di più di molti dialoghi o monologhi) e di Steven Hill (attore troppo sottovalutato, molto più impegnato in televisione piuttosto che sul grande schermo), la prova degli altri interpreti (fra cui Bruce Willis e un giovane Steve Buscemi) è come se subisse la storia, adattandosi ad essa e non viceversa.
Quello che emerge è un film nel quale la raffigurazione visiva delle atmosfere ed appunto delle situazioni possiede un ruolo maggiore rispetto al lavoro recitativo.
Questo discorso vale sia per Nicole Kidman, che quando girò questo film, era approdata ad Hollywood da solo un anno ("Giorni di Tuono" del '90) e quindi ancora acerba - l'attrice australiana offre una recitazione tendente ad esaltare soprattutto la sua fisicità (appare completamente nuda in un paio di scene) e di fémme fatale ma poco incline a mettere in risalto una varietà espressiva - sia per Loren Dean che interpreta il giovane Billy - la performance offerta dall'attore è abbastanza convincente quando si tratta di rappresentare la goffaggine e la forte timidezza tipica del ragazzo, ma è come se quell'attitudine dovesse essere obbligatoriamente presente in tutte le situazioni del film, anche in quelle più drammatiche apparendo, in questo modo, troppo monocorde.
Dean, nel corso del tempo, si è un po' perso, "Billy Bathgate" avrebbe dovuto essere il film attraverso il quale imporsi al grande pubblico, ma a causa degli scarsi incassi al botteghino e della stroncatura della critica, l'attore passò abbastanza inosservato. Successivamente al film di Benton, girò solamente tre importanti film di cui due come comprimario, ossia, "Gattaca", "Mumford" (il bel film di Robert Altman) ed "Enemy of the State" ("Nemico pubblico").
Una curiosità: fu Hoffman, grande amico di Tom Cruise, a volere a tutti i costi la Kidman per il ruolo di Drew.
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Recensione a cura di Luca.Prete - aggiornata al 20/04/2006
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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