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Quest'anno, dopo il divorzio scenico tra De Sica e Boldi, ai previsti due "cinepanettoni" proprio sotto le feste, a sorpresa, si è affiancato "Commediasexi", il terzo incomodo che proporrebbe un'alternativa "intelligente".
Le premesse per un buon successo al botteghino c'erano davvero tutte. In primis il regista Alessandro D'Alatri, partito con film di un certo impegno ("Senza Pelle", con un ottimo Kim Rossi Stuart), poi passato a tematiche più leggere con "Casomai" o "La Febbre", ma sempre con l'intenzione di fare un'analisi sulla società italiana; poi i comprimari Sergio Rubini e Margherita Buy, sempre validi nel cinema leggero come in quello impegnato; infine il debutto da protagonista del popolare conduttore televisivo Paolo Bonolis.
Questi ingredienti di per sè già sarebbero per lo spettatore garanzia di un buon prodotto, e invece...
Partiamo con la storiella: l'onorevole di area cattolica, diviso tra il suo buon nome di politico, nonché uomo felicemente sposato e padre amorevole, e la relazione clandestina con l'esigente e capricciosa amante starlette televisiva (una Elena Santarelli che dimostra tutto sommato di essere in grado di imparare una parte a memoria dignitosamente).
Il regista è partito da lontano (prevalentemente dalle pellicole della commedia all'italiana anni Sessanta) per poi approdare alla recente pochade francese "Una top model nel mio letto", da cui ha preso più di uno spunto, senza però riuscire a imprimere forza all'intreccio iniziale, che sembra arrancare affidandosi piuttosto alla bravura degli attori e alla loro forza dialettica.
Di valido supporto i simpatici Rocco Papaleo e Massimo Wertmüller. Bonolis trasferisce molto efficacemente al grande schermo la sua verve televisiva: ripropone Alberto Sordi imitandolo in pensieri, parole ed ammiccamenti, ci riesce assai bene, ed è sicuramente la vera forza del film.
Insieme a lui, un comprimario di lusso, Michele Placido, prestato ad una parte comica (uno chef decisamente monomaniaco, che non nasconde poco platoniche mire sulla algida consorte del protagonista, una "eterea" Stefania Rocca), eseguita con grande spigliatezza.
Rubini (pur interprete di un personaggio chiave) e la Buy, ormai abbonata al ruolo di moglie ipocondriaca, insoddisfatta, gelosa (qui con qualche variante) non risultano al contrario di grande forza.
Le trovate della storia, sulla carta di sicura ilarità, si rivelano, insomma, complessivamente rese in modo alquanto esile anche se la seconda parte del film è sicuramente più accattivante.
Peccato! Lo spettatore, partito con l'idea di ridere bene, si ritrova a concedere solo qualche sorriso stiracchiato, rimpiangendo il pepe delle commedie interpretate dal vero Alberto Sordi.
Con una maggiore incisività, questo prodotto "alternativo" avrebbe ottenuto un ottimo piazzamento nella "gara" dei film di Natale.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 09/01/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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