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Dopo aver realizzato tre autentici capolavori ("Chi ha paura di Virginia Woolf", "Il laureato" e "Comma 22"), alla sua quarta regia Mike Nichols si conferma un acuto e coraggioso osservatore dei costumi e dell'organizzazione (e delle storture) della società americana. Ma anche un perfetto conoscitore della vasta gamma dei comportamenti umani di fronte alla totale incapacità delle giovani generazioni di relazionarsi tra loro e, soprattutto, con l'altro sesso, che nel maschio si traduce nella perdita assoluta delle proprie sicurezze e delle proprie capacità di amare.
Senza dubbio sconcerta vedere in "Conoscenza carnale" una generazione di maschi che nasconde, dietro l'apparente spregiudicatezza dell'esibizionismo sessuale e del numero di prede femminili conquistate, un profondo senso di smarrimento e di fragilità; come sconcerta vedere la vulnerabilità delle donne, che ancora non chiedono altro che di essere espugnate dalla potenza del maschio dominante.
"Conoscenza carnale" rimane così un esempio concreto e lungimirante della crisi morale e sociale che di lì a poco avrebbe coinvolto l'intera società americana dell'epoca, ma anche uno sguardo pessimista e cinico, seppur mitigato dall'ironia di fondo che pervade l'intera opera, della desertificazione delle emozioni, in un universo in cui il sesso domina sui sentimenti e la precarietà ideologica trionfa sulla concretezza dei rapporti duraturi e stabili.
È in questo dualismo introspettivo e sociologico che si sviluppa l'intero film e la sua morale distruttiva, che la nostra esperienza presume certa e incrollabile.
La società, l'amicizia, la coppia, i sentimenti, tutti i miti che contraddistinguono la società americana, fatti a pezzi, distrutti in un attimo; le nevrosi e i drammi esistenziali, le lacerazioni interiori, le menzogne deliberate rinchiuse nella crisi morale della ricerca della ragione.
"Conoscenza carnale" come metafora della confusione totale del maschio medio americano, mediamente benestante, vagamente liberale, sessualmente represso, in costante ricerca di un equilibrio che tarda ad arrivare e viene surrogato dal continuo rincorrere avventure erotico/sessuali, in un universo in cui esiste solo ed esclusivamente il sesso e tutto ciò che gli sta attorno: bugie, sotterfugi, possessioni, tradimenti, successi, fallimenti.
Seguiamo così lo svolgersi, nel corso di un ventennio, della vita di due amici, Sandy e Jonathan, dalle prime esperienze del tempo del college a quelle deludenti e frustranti della mezza età.
Sandy è più ingenuo, timido e sentimentale; Jonathan, invece, è anticonvenzionale, strafottente e carognetta.
Coabitanti nella stessa cameretta della residenza universitaria, i due amici amano confrontarsi con l'esibizionismo e la precarietà delle loro esperienze sessuali a tutto campo, che comunque resteranno per sempre al centro della loro vita.
Finché un giorno Sandy rivela all'amico di avere una relazione con una ragazza, Susan, conosciuta durante una festa studentesca; nella sua mascalzonaggine Jonathan, tradendo la fiducia dell'amico, appena se ne presenta l'occasione non si fa scrupoli a portarsi a letto la ragazza, in barba a qualsivoglia codice etico e morale.
Successivamente, però, Sandy, fingendo di non aver scoperto l'offesa dell'amico, sposerà Susan, mentre Jonathan continuerà per anni a vivere la sua vita di scapolo incallito, passando da una relazione all'altra, fino a quando non conoscerà una diva della pubblicità, la spregiudicata Bobbie.
Andrà a vivere insieme alla ragazza, dando vita ad un burrascoso menage, che sfocerà in un tentativo di suicidio da parte di Bobbie per costringere il riluttante Jonathan a sposarla.
Quando le due unioni entrano in crisi, lo spregiudicato Jonathan non esita a proporre all'amico uno scambio delle rispettive compagne.
Alla fine, dopo essersi concessi, l'uno e l'altro, molte avventure, li vediamo ritrovarsi, ormai quarantenni, l'uno medico l'altro commercialista, entrambi svuotati e delusi, fare squallidamente un bilancio fallimentare delle loro vite e dei loro effimeri trionfi.
Sandy ha divorziato da Susan e si è risposato, ma non ha ancora trovato l'equilibrio giusto; Jonathan ha continuato a divertirsi con le donne, andando incontro ad un lento ma inesorabile declino sessuale, e ora si ritrova a ricorrere alle "cure" di una prostituta, nella speranza di ritrovare, a pagamento, una virilità forse perduta per sempre.
Classico film sessantottino, prodotto della new Hollywood di allora, "Conoscenza carnale" ritrae il breve periodo in cui l'America scoprì il sesso e lo usò per scardinare e riformare comportamenti e morale di una classe borghese (la tipica middle-class americana) che esprimeva un profondo senso di insoddisfazione nei confronti di una società incapace di trasmettere un qualsiasi valore che non fossero quelli incrollabili della famiglia, del benessere e del perbenismo. Solo che, in questo caso, la rivoluzione sessuale la fanno due individui immaturi, per i quali esiste solo il sesso fine a se stesso, la prevaricazione sessuale, l'eccitazione sessuale.
Ne viene fuori un ritratto ironico e un po' amaro (e solo apparentemente libertino) di una generazione di giovani che scopre la libertà in fatto di sesso e ne fa bandiera di emancipazione; ma scopre anche che la "conoscenza carnale" non è il sale della vita e non dà il carisma di possedere il prossimo e ancor meno se stessi.
Sandy e Jonathan sono due giovani del loro tempo (oggi appaiono un po' sorpassati e fuori moda, ma non per questo meno autentici) che, nella loro ideologia pansessuale, verbale e pratica, annaspano alla ricerca continua di un equilibrio interiore che si infrange nell'incapacità assoluta di intrattenere rapporti paritari e duraturi con le donne.
Donne viste come oggetti sessuali e prede da conquistare, da strapazzare e poi buttare, incapaci di avere un loro progetto, assolutamente proprietà del maschio prevaricatore nella sua gaudente immaturità.
Il film ha un'ottica assolutamente al maschile, ma delinea perfettamente tre ritratti di donne, molto aderenti, forse parchè tratteggiati dall'immaginario dell'uomo contemporaneo.
Troviamo così la borghese Susan, intelligente ma inquadrata; la moderna Bobbie, volgaruccia ma dolcissima, che vuole vivere la libertà e non ha paura d'amare anche la persona sbagliata; e infine la mantide Jenny, capacissima di tenere testa all'uomo e perfettamente in grado di venir fuori dai fallimenti sentimentali.
Quando uscì (1971) il film fece scalpore per il linguaggio apertamente audace, per le situazioni estremamente spregiudicate e per le abbondanti scene di nudo, decisamente poco convenzionali e assolutamente fuori dagli schemi consueti per l'epoca; anche se fu subito chiaro l'intento provocatorio di Nichols e il progetto ambizioso (iniziato con il precedente "Il laureato" e proseguito in altre sua opere, fino al più recente "Closer") di rappresentare la condizione umana contemporanea, anche nei suoi significati più profondi ed esistenziali.
Molto interessante appaiono la scelta figurativa dell'uso del fuori campo, che rende bene l'idea di estraneità del personaggio, che si scopre avulso dalle scelte in cui sono coinvolti gli altri, e la soluzione simbolica e fotografica (del nostro Rotunno) dell'oscurità di molte scene, che rende metaforico il gioco dell'identità e claustrofobico l'alternarsi e il susseguirsi dei vari personaggi nelle diverse circostanze.
Inoltre molto singolare e originalissima risulta la rappresentazione della costruzione temporale, sottolineata non dall'invecchiamento fisico dei personaggi, ma dall'eco delle musiche dell'epoca e dai pochi squarci d'ambiente in cui abbonda il simbolismo lirico della bianca figura della pattinatrice sul ghiaccio, che sfiora l'intraducibilità.
Di chiara impostazione teatrale, senza averne però l'appesantimento lessicale, il film offre un elemento di curiosità nella presenza di Art Garfunkel (il musicista pop che in coppia con Paul Simon aveva contribuito a rendere di culto la colonna sonora di Il laureato), che in quegli anni aveva intrapreso la carriera cinematografica, senza peraltro raggiungere lo stesso successo che aveva riscosso come cantante, ma che, in questa occasione, offre un saggio di ottima recitazione e dà un'interpretazione estremamente riuscita del ruolo di Sandy, che rappresenta l'anello più vulnerabile del lungo sodalizio con l'amico Jonathan, interpretato da un giovanissimo Jack Nicholson, che allora era ancora un divo emergente, ma già capace di dare prova del suo istrionismo e delle sue eccezionali capacità recitative e di immedesimazione nel ruolo della carognetta apparentemente sicuro di sé.
Nei ruoli delle donne, vittime sacrificali del machismo rampante dei due amici, si fanno notare l'avvenente svedese Anne Margret nel ruolo di Bobbie, affiancata dalla fascinosa Candice Bergen (eroina del "Soldato Blu") in quello di Susan e da Cynthia O'Neil in quello di Cindy.
Di culto il ruolo di Rita Moreno, la prostituta, eccezionale nell'accompagnare con l'espressione corporea il suo tentativo, inginocchiata ai piedi del guerriero stanco, di risvegliare i sensi sopiti di uno svigorito Jonathan.
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Recensione a cura di Mimmot - aggiornata al 27/04/2010
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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