Voto Visitatori: | 6,42 / 10 (30 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 7,50 / 10 | ||
Opera prima di Susanna Nicchiarelli, morettiana d'estrazione, "Cosmonauta" tratta con tono leggero dell'educazione sentimentale di Luciana, una ragazzina ribelle decisamente "in avanti" rispetto al modo di pensare piccolo borghese della sua epoca.
Già dai titoli di testa la giovanissima Luciana è protagonista di un atto di ribellione: fugge dalla chiesa e rifiuta la prima comunione perché comunista. È il 1957, e la cagnetta Laika è mandata dai sovietici sullo spazio.
Le imprese dell'Unione Sovietica e del partito comunista sono i leit motif della vicenda. Luciana è orfana di un sincero militante e diventa di sinistra per portarne avanti la memoria ma anche per opposizione alla madre (Claudia Pandolfi), una donna dalle vedute ristrette che accetta di sposare un meschino ingegnere (Sergio Rubini) solo per elevarsi socialmente.
L'altro cruccio della ragazzina è rappresentato dal fratello maggiore, innamorato dei cosmonauti, malato di epilessia e un po' fuori di testa.
Tra scene tratte dai telegiornali dell'epoca e canzoni di fine anni Sessanta (la scelta della colonna sonora dell'epoca hippie vuole enfatizzare il comportamento da contestatrice ante litteram della protagonista) con un leggero salto temporale si ritrova Luciana quindicenne, giovanissima frequentatrice della FIGC alle prese con i primi battiti di cuore (emblematica a tale proposito la scelta della canzone "Cuore matto").
La prima parte del film con la protagonista bambina è senza dubbio innovativa nell'ambientazione e nelle tematiche, mentre la seconda rischia di sfociare nel classico film giovanilistico; gli elementi ci sono tutti: la conflittualità con i genitori, la compagna di scuola carina che fa invaghire inevitabilmente il bello della sezione, il primo bacio dato però al ragazzo sbagliato. Di diverso c'è un forte e genuino attaccamento all'ideologia, un attaccamento confuso, così come può essere per un'adolescente problematica e che genera una serie di guai.
Luciana sbaglia e talvolta lo fa pesantemente, perché incapace di gestire le sue sensazioni, ma lo sguardo dello spettatore guidato sapientemente dalla regista è inevitabilmente benevolo perché si segue la giovane protagonista dall'inizio alla fine della vicenda, assistendo ai suoi piccoli drammi e facendo il tifo per lei quando il ragazzo dei sogni sembra preferire lei goffa ragazzina nascosta da vestiti larghi e fuori moda piuttosto che la più bella della scuola.
Affresco minimo del nostro passato prossimo (molti eventi di quel periodo vengono saltati a bella posta), quando si era tutti più ingenui e bastava poco per essere contenti, e quando le ideologie avevano un senso persino nelle definizioni: "cosmonauta" sovietico, "astronauta" statunitense.
Brava la giovane interprete Miriana Raschillà, sulla scena per gran parte della storia; validi i comprimari, dal simpatico Angelo Orlando nel ruolo dell'ottuso burocrate di sezione a Claudia Pandolfi nel ruolo della madre, donna d'altri tempi mite e succube, ma decisamente antipatica al "fascistoide" patrigno Rubini sempre caustico e mai accettato.
Da vedere assolutamente.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 09/11/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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