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Gigantesco spottone turistico dell'incantevole isola di Paros, protagonista a pieno titolo e inquadrata nei suoi angoli caratteristici "Immaturi - il viaggio", naturale continuazione di uno dei più grandi successi al botteghino della stagione 2010-2011, riprende con la realizzazione del sogno dei sette amiconi: un viaggio in Grecia tutti insieme.
Ormai maturi per la burocrazia scolastica, gli amici devono raggiungere la maturità più importante e che spesso non si raggiunge mai: quella della vita.
Ognuno dei protagonisti ha un fantasma da affrontare: le tentazioni che possono distruggere un legame serio e duraturo, la presenza ingombrante di genitori affettuosi e iperprotettivi, la scelta di iniziare un rapporto sentimentale non mascherato da bugie, la malattia da sconfiggere.
Se nel precedente film il personaggio interpretato da Raoul Bova era il trait-d'union e la voce narrante dell'intera storia, qui ha uno spazio più ridotto anche se insieme a Ricky Memphis è protagonista di gustosi siparietti mentre personaggi che avevano un ruolo marginale, come Kessisoglu e Anita Caprioli, acquistano uno spazio decisamente importante.
Maurizio Mattioli, caratterista di razza dallo scilinguagnolo sapido proprio del romano d'altri tempi, regala una delle frasi da ricordare del film e dei momenti decisamente spassosi.
Ambra Angiolini (Francesca) è in questa pellicola il filo rosso della vicenda: "parcheggiato" il fidanzato a Roma, il suo intento è quello di fermare la macchina del tempo per ritrovare la goliardia e il cameratismo di venti anni prima, ma purtroppo il suo entusiasmo è piegato dal crescente individualismo tipico di chi è ormai adulto e alle prese con problemi personali ritenuti superiori allo spirito di corpo presente negli adolescenti.
La pecca del sequel di "Immaturi" è quella di lasciare molti personaggi irrisolti. Se nella prima pellicola i protagonisti avevano come scopo comune quello di conseguire la licenza liceale e di ritrovarsi dopo tanti anni, la seconda parte crea tanti piccoli bozzetti autonomi, simpatici ma fini a se stessi e buoni per un' eventuale parte terza.
Il film non può dirsi non riuscito perché con la massima del "minimo sforzo" è in grado di ottenere il "massimo rendimento" al botteghino senza lasciare una particolare impronta nella storia del cinema e non mantenendo le innovative premesse del primo episodio.
Molte risate, una colonna sonora azzeccata e una fotografia ad hoc fatta apposta per esaltare Paros.
Consigliato per passare un paio d'ore spensieratamente.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 10/01/2012 15.26.00
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