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Terzo film dopo "Il bagno turco" e "Harem Suare" del regista di origine turca Ferzan Ozpetek; si ispira per il suo titolo ad una tela del pittore Magritte (anche se nel film si attribuisce il quadro donato al marito defunto della protagonista ad un fantomatico Joseph Lanti).
Le fate ignoranti sono dei personaggi un po' stravaganti che sono in grado di cambiare la vita di chi incontrano ignorando il peso delle possibili conseguenze.
Una fata ignorante, l'omosessuale Michele (Stefano Accorsi) cambia in maniera definitiva la vita di Antonia (Margherita Buy) altoborghese perfettina prigioniera delle convenzioni e della sua routine costruitasi da sempre.
Antonia ha un lavoro, una bella casa e un marito che ama ma all'improvviso un drammatico incidente che stronca prematuramente la vita del marito le cambia l'esistenza.
Antonia scopre che suo marito aveva un amante da sette anni e che da allora conduceva un'esistenza parallela a lei totalmente sconosciuta.
All'ombra di un gazometro, moderno minareto, in un quartiere popolare di Roma vive in un caseggiato degradato una comunità di diversi rifiutati dal mondo esterno: omosessuali, profughi, travestiti, ninfomani e l'immancabile malato terminale di AIDS (interpretato in maniera mirabile da un noto bello cinematografico Gabriel Garko).
A dispetto della loro condizione di emarginati i membri di questa comune appaiono solidali tra loro e soprattutto felici tanto da spingere Antonia dapprima restìa nei loro confronti a iniziare con loro una amicizia sempre più profonda.
Il film che si conclude con alcune immagini tratte da una parata del Gay pride romano vuole così riportare alla luce una tematica vecchia ma sempre di attualità: il confine tra normalità e diversità inteso anche come accettazione/ non accettazione.
Così Antonia membro della buona società romana finisce col sentirsi estromessa dopo la morte di suo marito e avverte la difficoltà di accettazione quando decide di scoprire l'altra vita del consorte ormai defunto, mentre Michele amante segreto per lunghi anni finisce col sentirsi attratto da Antonia e soprattutto dalla voglia di una vita normale laddove per normalità si intende rapporto eterosessuale accettato e condiviso da tutti.
Mara, un transessuale, desiderosa di rivedere la sua famiglia e l'anziana nonna dopo lunghi anni di silenzio si pone un dilemma: ritornare uomo per compiacere i suoi cari o essere se stessa correndo il rischio di perderli per sempre? E' giusto mentire per amore? Quali sono i limiti tra menzogna e sincerità ad ogni costo?
Tra gli interpreti di questo film senza dubbio consigliabile per chi vuole vedere una pellicola spunto di discussione c'è da segnalare l'interpretazione dell'attrice turca Serra Yilmaz la cui parlata lenta e un po' strascicata unita alla figura rotonda le conferisce un'aura buffa e trasgressiva al tempo stesso (un po' come la figura del buffone nella commedia elisabettiana) mentre invece i due protagonisti principali Stefano Accorsi e Margherita Buy pur professionali tradiscono un leggero imbarazzo e distacco dovuto forse alla tematica forte del film ancora un po' desueta nella cinematografia nostrana.
Buona la colonna sonora dalle musiche orientaleggianti dei titoli di testa fino alla canzone dei titoli di coda hit dei Tiromancino.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 02/08/2004
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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