Voto Visitatori: | 6,54 / 10 (35 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 8,50 / 10 | ||
In una piccola provincia francese, un gruppo di operaie di una fabbrica si ritrova improvvisamente senza lavoro.
Con solo 2000 euro di liquidazione, le signore accolgono la proposta di Louise - ex galeotta con problemi mentali - ossia uccidere il padrone assoldando un killer a pagamento, Michel, un goffo e obeso assassino.
I due si mettono quindi in viaggio alla ricerca del vecchio proprietario in continuo spostamento da una città all'altra.
Nella realtà, Louise Michel era il nome di un'anarchica francese vissuta alla fine del 1800. Si unì al gruppo "I Diritti Delle Donne" e diventa Segretaria Della Società Democratica Di Miglior Morale. Non è quindi un caso che questo film sia, in qualche modo, dedicato a lei.
Questa commedia nera dal taglio surreale percorre per tutta la sua durata un ideale anarchico, sia in termini morali che cinematografici.
"Louise Michel" esce di fatto da qualsiasi tipo di canone stabilito nella cultura della Settima Arte, ma anche da quelli della nostra società. Basta per esempio citare la scena del povero anziano su sedia a rotelle che si ritroverà vittima del potente rinculo di un fucile o lo sporco lavoro effettuato dalla cugina di Michel, l'ultimo della sua vita.
Non è un film per tutti i gusti, certamente. Per generalizzare, si potrebbe anche dire che qualsiasi film della cinematografia francese non è per tutti i gusti e "Louise Michel" è quindi il miglior rappresentante del cinema francese di quest'anno.
La trama del film è ben articolata, solo lo spettatore attento riesce a cogliere tutti i particolari rilasciati lungo il viaggio on the road dei due protagonisti e tante sono le sorprese che vengono rivelate su quei due personaggi che ci troveremo ad amare all'arrivo dei titoli di coda.
Sicuramente questa pellicola non ha peli sulla lingua. La presentazione dei personaggi viene introdotta in maniera garbata, ma decisamente cruda, basta pensare alla introduzione dell'omicidio di Louise, con tanto di testa spappolata che esplode in maniera grottesca, quasi trash.
Il personaggio in questione è interpretato dall'attrice belga Yolande Moreau ("Il favoloso mondo di Amelie", "Paris, je t'aime") opportunamente imbruttita e mascolinizzata per l'ottima interpretazione che ci regala nei 94 minuti di durata del film: rozza, fredda, primitiva e anche un po' infantile ("Il lupo con la parrucca!").
Non è da meno il co-protagonista Bouli Lanners, Michel, che gigioneggia alla grande nelle bizzarie e nella parlantina sciolta del suo personaggio divertendo il pubblico con gusto. Un personaggio appollaiato sul fondo del suo barile, che uccide cani per 20 euro e ingaggia malati terminali per effettuare i lavori sporchi.
Il grottesco è uno degli elementi più difficili da inserire in un film, in quanto tendente a distruggere i moralismi della società contemporanea, e "Louise Michel" non fa assolutamente nulla per cercare di risultare "normale" agli occhi dello spettatore.
In questa pellicola, sono molti i temi che vengono affrontati e altrettanti sono i tabù distrutti; si passa dall'oppressione dei deboli a opera della società e del Padrone, alle tendenze contemporanee New Age (strepitoso il cameo di Mathieu Kassovitz) fino al cuore dell'intera macchina, l'Anarchismo di cui questo film è totale sostenitore anche in termini registici.
La regia di De Kervern e Delèpine è particolarmente originale. Telecamera perennemente fissa, ma al tempo stesso dinamica, sposata al movimento della scena e alle circostanze delle ambientazioni, che tende a far aspettare allo spettatore la transizione all'inquadratura successiva e allo sviluppo della trama.
Finale con sorpresa inaspettata, ma che lo spettatore più attento può prevedere fin da metà pellicola.
La sceneggiatura è maneggiata e scritta con una certa cura, dialoghi perfetti e sequenze genuinamente divertenti, ma fallisce nel tentativo di essere distensiva e al tempo stesso scorrevole e a tratti può risultare anche un po' confusionaria per i disattenti, in quanto alcune scene rivelano dettagli essenziali in poche righe di dialogo.
In sostanza siamo davanti a un parto della cinematografia semi-Essai che centra in pieno l'obiettivo di essere un gioiello di commedia nera, ma sostiene qualche problema di scorrevolezza e non si sforza (per fortuna) di farsi amare dal pubblico mainstream, ma solo da chi lo merita.
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Recensione a cura di maxpayne230 - aggiornata al 23/09/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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