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La cinematografia inglese degli ultimi anni sta cercando, a fatica, di trovare un anello di congiunzione fra la tradizione cinematografica americana e quella europea; i risultati possono essere del tutto soddisfacenti come nel caso de "I figli degli uomini" o assolutamente al di sotto delle aspettative, come in "Sunshine".
A Danny Boyle va riconosciuto il coraggio di essersi cimentato in un genere che attualmente non gode di ottima salute: la fantascienza.
A causa del ritorno in auge del fantasy il genere fantascientifico si è eclissato pur potendo annoverare alcuni dei titoli più significativi della storia del cinema. Detto ciò i pregi tendono a finire qui, un po' perché comprensibilmente è difficile trovare un soggetto davvero originale in un genere che ha raccontato ormai di tutto e, in secondo luogo, perchè la regia ambiziosa e la sceneggiatura labile non riescono a tenere insieme le trame di un racconto che resta sfilacciato e banale.
Da diversi anni ormai non si attende più un film di Danny Boyle con ansia e i motivi vanno ricercati in un lento e inesorabile abbassamento del livello qualitativo delle sue opere; la speranza di un nuovo "Transpotting" è sempre viva ma la delusione si ripresenta puntuale dopo la visione di ogni suo nuovo film.
"Sunshine" rappresenta la summa del cinema di questo regista, in cui si uniscono i suoi pregi (senso estetico, ambientazioni suggestive e colonne sonore appropriate) con i cronici difetti che sono rappresentati dall'incapacità di saper raccontare storie in modo chiaro e approfondito.
Già dalla trama sarebbe possibile intuire che "Sunshine" non sia proprio un capolavoro: anno 2057, il Sole sta lentamente perdendo la sua energia e sulla Terra viene istituita una missione spaziale con il compito di lanciare un ipotetico congegno nucleare tale da riattivare la stella morente... Ma qualcosa va storto.
Emerge chiaramente che la sceneggiatura non brilla per genialità e intelligenza: ora, non è necessario essere fisici nucleari o astronomi per capire che l'ipotesi raccontata, è altamente improbabile, e ancor di più lo è pensare che una bomba costruita dall'uomo possa riattivare un colosso di potenza inimmaginabile come il Sole.
Anche se Boyle ha dichiarato che la sua è un'opera di scienza (quale?), fondata su reali ipotesi scientifiche, nel corso dell'intero film non spiega mai come ciò sia possibile, lasciando ancor di più un senso di incompiutezza al suo lavoro.
Va detto, inoltre, che lo stesso Boyle è perfettamente consapevole della debolezza della sceneggiatura, cercando così di arricchirla con una serie di avvenimenti che non fanno altro che dilungare eccessivamente il film creando una confusione di fondo presente soprattutto nella parte finale.
Inizialmente l'assetto ricorda quello di "Apollo13", con relative disavventure dell'equipaggio; poi improvvisamente con l'arrivo dell'intruso si vira verso un l'horror che cita "Alien", per poi arrivare a un finale religioso-filosofico che francamente fa sorridere per la banalità con cui si risolvono le tematiche trattate.
Il tutto poi è raccontato in modo confuso e disorganico, con tutti i clichè del genere; alcuni avvenimenti poi forzano decisamente la trama e la veridicità del racconto sembra essere l'ultimo dei pensieri dei realizzatori.
Vanno salvate le interpretazioni degli attori, anche se va detto che la scelta da parte di Boyle del proprio attore feticcio Cillian Murphy lascia perplessi a partire proprio dalla sue caratteristiche fisiche, poco adatte al ruolo.
"Sunshine", pur con tutti i suoi difetti, riesce a intrattenere lo spettatore, grazie alla presenza di una buona fotografia, effetti speciali all'altezza e sicuramente per una regia che, nonostante tutto, sa come muovere la macchina da presa.
Uscito prima in Europa che negli States, i risultati al botteghino sono già deludenti; l'uscita negli USA è prevista per le prossime settimane, ma con queste premesse sarà ben difficile per "Sunshine" non essere un completo flop commerciale.
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Recensione a cura di Paolo Ferretti De Luca aka ferro84 - aggiornata al 26/04/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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