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La contaminazione tra genere poliziesco e comico non è nuova nella cinematografia in particolare a stelle e strisce, infatti già negli anni settanta Walter Matthau si cimentava in una storia a metà tra la commedia e il thriller ("L'Ispettore Martin Ha Teso la Trappola") e d'altronde anche la popolare serie di telefilm "Starsky & Hucth" verteva proprio su questo mix.
Il non plus ultra si è toccato con le due pellicole interpretate da Nick Nolte e Eddie Murphy ("Quarantotto ore" e il suo seguito) creando la contrapposizione detta in gergo "buddy buddy" cioè di un duo abbastanza male assortito che però riesce perfettamente nella risoluzione dell'enigma.
"La talpa" film del 2005, uscito da noi strategicamente sotto Ferragosto perché considerato di basso profilo, si basa proprio su queste premesse iniziali: c'è un'indagine piuttosto complicata e un poveretto si ritrova coinvolto riuscendo determinante ai fini della conclusione positiva del caso.
Il "poveretto" in questione è Eugene Levy già visto in "American pie"e identificabile dalle sopracciglia cespugliose alla "Elio e le storie tese"; occhialoni e look da commesso viaggiatore anni Settanta, un po' nerd, un po' borghesuccio all'antica, logorroico, timoroso e decisamente imbranato.
L'altro ovvero il poliziotto che "non deve chiedere mai" è Samuel L. Jackson, nero, anticonvenzionale in omaggio al popolare "Serpico", look da afro, sguardo terribilmente imperativo e modi spicci.
I divertenti equivoci che aprono il film, si contrappongono al film d'azione, così come ad un genere di comicità recente, molto mirata ai doppi sensi su parti del corpo e relative funzioni, che può far ridere di stomaco ma non di cervello e che presuppone da parte dello spettatore una predisposizione a un tale stile comico o perlomeno una totale spensieratezza, propria appunto del periodo di uscita del film nelle sale cinematografiche.
Così le simpatiche premesse iniziali si perdono un po' lungo il percorso, sia pur breve del film (la pellicola infatti dura all'incirca 85 minuti). Tra un equivoco e un inseguimento i due la fanno da padroni e il mite Levy si permette anche di inserire la lezioncina buonista. Per il resto la pellicola ha un svolgimento e un finale abbastanza ovvio compreso persino il colpo di scena finale.
I cattivi vengono sconfitti, l'onesto e ingenuo cittadino qualunque ha modo di diventare suo malgrado un eroe e di aiutare la legge a fare il suo corso in perfetto stile americano e, in omaggio al crescente ruolo nella società USA da parte dei neri, il poliziotto anche se si muove in un ambiente di bianchi ed ha per capo una donna (altro tema politically correct) è sicuramente il perno su cui poter fare affidamento.
Concludendo "La talpa" non è destinato a diventare un caposaldo nel suo genere, ma in complesso se preso così come si presenta può riuscire divertente. Senza pretese, s'intende!
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 19/09/2006
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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