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Danny Colt (Gabriel Macht) è "The Spirit", detective dai poteri sovrannaturali che aiuta la polizia di Central City nella lotta al crimine, trovando anche il tempo di flirtare con tutte le donne della città, dalla dottoressa della polizia alle criminali più pericolose.
In particolare, combatte contro la sua nemesi Octopus (Samuel L. Jackson), dotato di poteri analoghi ai suoi, e contro i suoi teatrali piani di conquista del mondo. A complicare la situazione, dal passato di Denny Colt torna Sand Saref (Eva Mendes), suo antico e mai dimenticato amore, diventata una criminale e pericolosamente coinvolta nei piani di Octopus: entrambi sono a caccia del tesoro dei mitologici Argonauti di Ercole e Giasone.
L'esile e sconclusionata trama dell'adattamento dello storico fumetto di Will Eisner segna il tutt'altro che convincente esordio in solitaria alla regia per Frank Miller, uno degli autori di fumetti più influenti degli ultimi decenni (suoi sono "300", "Sin City" e diverse fondamentali storie di "Batman" e "Devil"), respoonsabile anche dello script.
A voler essere maligni, con tutti i fumetti che ha scritto, Frank Miller è andato a dirigere il film tratto dall'opera di un altro. Will Eisner ci ha lasciati da tempo, e chissà cosa penserebbe nel vedere le sue creature ridotte a caricature, ridicolizzate in un confuso e poco riuscito mix di generi, dal noir che omaggia l'ambientazione anni trenta alla commedia al genere supereroi, con effetti grotteschi: "The Spirit" sembra per lunghi tratti la parodia demenziale di "Sin City", anche a causa delle sequenze animate in bianco e nero, identiche a quelle che caratterizzavano il film di Rodriguez (che a sua volta riprendeva le tavole di Miller), ma del tutto fuori contesto e presenti troppo nella prima parte etroppo poco nella seconda, quasi come se Miller volesse ricordare a tutti come prima cosa che "Sin City" è farina del suo sacco.
Non c'è ritmo, non c'è pathos, la storia non sta in piedi, non c'è alcun modo di immedesimarsi con il protagonista, le origini dei poteri di Spirit sono quanto di più scontato e insulso si sia visto nel filone dei supereroi su grande schermo, ci sono un'infinità di scene condite da un umorismo tanto demenziale da sembrare quasi involontario.
Il cast (oltre ai già citati Macht, Jackson e Mendes ci sono anche Scarlett Johansonn e Paz Vega) fa quel che può ma la sequela di scene, o meglio, gag a cui sono costretti di certo non ne esaltà le qualità.
Il plot mitologico non riesce ad essere credibile e non si amalgama con le atmosfere hard boiled di Miller, così come le assurde macchinazioni di Octopus vanno veramente oltre la soglia della sospensione dell'incredulità di chiunque.
Altra incredibile debolezza, il personaggio di Octopus: è il criminale più insulso della storia dei criminali cinematografici (del resto, anche l'eroe è sulla buona strada). Nei film di supereroi, avere un villain carismatico al punto da mettere in ombra l'eroe è metà del lavoro, e Tim Burton e Chrsitopher Nolan ne sanno qualcosa; ma Miller, che da trent'anni scrive ed inventa storie di supereroi entrate negli annali, dovrebbe saperlo meglio di loro.
Octopus è stato completamente ridefinito da Miller e soci in fase di sceneggiatura, visto che nel fumetto appare solo sotto forma di un paio di guanti nel buio. Il risultato è sconcertante: un logorroico vanitoso che si trucca il viso e prepara delle ridicole scenografie per illustrare i suo piani, circondato da cloni decerebrati come scagnozzi e che si diverte a cercare Spirit solo per riempirlo di botte.
Nell'anno in cui i film di supereroi hanno finalmente guadagnato dignità presso il grande cinema con "Il cavaliere oscuro" ed il suo immenso Joker, "The Spirit" ed il suo impresentabile Octopus sono davvero la pecora nera della famiglia.
Tecnicamente, montaggio e fotografia sembrano non avere coerenza per tutto l'arco del film, per non parlar degli effetti speciali, ai limiti dell'imbarazzante per gli standard odierni.
Il risultato finale è un film senza mordente, chiaramente nelle mani di un dilettante, un confuso e assordante fumettone che lascia perplessi, al punto da pensare che "The Spirit" sia in realtà davvero solo una parodia del genere supereroistico tanto in voga. Il problema è che anche in questo caso saremmo lontani da un lavoro ben fatto.
La cosa migliore del film sono i titoli di coda con la canzone di Christina Aguilera e lo storyboard disegnato dallo stesso Miller; ma bisogna arrivarci.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 22/01/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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